Recital/spettacolo “Mare nero” di Gaetano Gullo, a cura dell’Associazione culturale “Terre forti” di Catania, in programma venerdì 10 novembre 2023, alle ore 18, nel cortile Cgil di via Crociferi 40, a Catania, nell’ambito della festa “Insieme” per il tesseramento Auser provinciale, con replica il 12 novembre, alle ore 19.30, nella parrocchia San Michele Arcangelo, in via Sebastiano Catania 201.
Lo spettacolo, sul tema della migrazione, vedrà protagonisti Alfio Guzzetta, spalleggiato da Antonietta Attardo, Letizia Tatiana Di Mauro e Orazio Patanè e per la parte musicale musicale Gregorio Lui alla chitarra e voce e Ferdinando Lui alle percussioni.L’ingresso è libero.
Catania – L’associazione culturale Terre forti dell’attore, regista e autore catanese Alfio Guzzetta, nata nel 2007 nel quartiere catanese di Librino per fare da “ponte” fra culture diverse, fra tradizione ed innovazione, nell’ambito della festa “Insieme” per il tesseramento Auser provinciale, proporrà venerdì 10 novembre, alle ore 18, nel cortile Cgil di via Crociferi 40, a Catania, con replica il 12 novembre, alle ore 19.30, nella parrocchia San Michele Arcangelo, in via Sebastiano Catania 201, il recital spettacolo “Mare nero” di Gaetano Gullo.
Lo spettacolo, incentrato sul tema della migrazione, dell’approdo, della fuga verso un futuro migliore, della speranza di un domani diverso, mescola poesie, brani musicali e proiezioni video. La parte recitata è affidata al regista Alfio Guzzetta, spalleggiato da Antonietta Attardo, Letizia Tatiana Di Mauro e Orazio Patanè e quella musicale è curata da Gregorio Lui alla chitarra e voce e Ferdinando Lui alle percussioni. Un lavoro che, in un momento particolarmente critico, affronta un argomento molto dibattuto dai media, ma spesso affrontato anche con pregiudizi e pressapochismo. Nella pièce, quindi, storie di vita, di uomini e situazioni riferite alla migrazione, di ieri e di oggi.
“Le migrazioni – spiega il regista Alfio Guzzetta – sono nate con l’uomo; il popolamento del nostro pianeta è avvenuto con un ininterrotto susseguirsi di migrazioni, accadute in tempi diversi, con modalità e tipologie differenti e svariate motivazioni. L’umanità è stata ed è sempre in movimento. Oggi, purtroppo, questo fenomeno ha assunto l’apice delle sua drammaticità, una drammaticità che sembra diventare sempre più grave. Quel mare che dovrebbe essere lo spazio d’unione fra due culture che da sempre si sono integrate tra loro, diventa, purtroppo, spazio dove si compie il rito sacrificale della disperazione e che, spesso, diventa tomba per tanti anonimi numeri”.
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