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Il 22 febbraio USB Scuola a fianco degli studenti: no alla nuova maturità, no ai tagli, no all’autonomia scolastica, no alla repressione
Pubblicato il 21 Febbraio 2019
Il 22 febbraio 2019 gli studenti scenderanno in piazza per continuare a contrastare il progetto di ristrutturazione liberista della scuola statale, realizzato da più di un decennio dai governi italiani guidati dall’Unione Europea.
L’alternanza scuola-lavoro e il nuovo esame di stato sono la punta di un iceberg ormai ben strutturato che di fatto ha profondamente modificato la scuola italiana: non più luogo di formazione critica e di emancipazione sociale, ma agenzia che forma la nuova manodopera da dare in pasto a un mercato sempre più vorace e spietato.
Il cosiddetto governo del cambiamento ha, da un lato, rispetto all’alternanza scuola-lavoro, solo apportato ritocchi meramente estetici, venati da un chiaro e radicale classismo; dall’altro, introdotto e riformato il nuovo esame di stato, attribuendo più spazio e valore all’alternanza stessa e alla cosiddetta didattica per competenze. C’è una chiara continuità nel progetto politico che i diversi esecutivi hanno realizzato nel paese. Gli studenti adesso tornano a manifestare dopo la mobilitazione del 30 novembre che ha visto una piazza riempita dalla loro rabbia unita a quella dei lavoratori contro un progetto politico realizzatosi anno dopo anno sulla base delle scelte del centrodestra, del centrosinistra, dei sindacati concertativi e collaborazionisti e, in ultima istanza del governo giallo-verde, sempre proni alle logiche economiche dell’Unione Europea e ai limiti di spesa imposti dal MEF.
L’USB ha da sempre contrastato le politiche europee in tema di istruzione. Pertanto, ribadiamo tutto il nostro sostegno alla campagna BastAlternanza, che il 22 scenderà in piazza in vista dell’assemblea nazionale del 16 marzo a Firenze dalla quale nascerà un nuovo Coordinamento Nazionale aperto a tutte le realtà studentesche conflittuali e in lotta per un cambio di rotta radicale rispetto al sistema neoliberista odierno.
Se “scuole sicure” per il ministro degli interni Salvini è uno slogan che si traduce nel mandare polizia negli istituti per reprimere ogni forma di contestazione, per insegnanti e studenti significa al contrario aver certezza che non crollino i tetti sulla testa di chi frequenta gli istituti scolastici italiani, che gli impianti antincendio e le misure antisismiche siano efficaci e costantemente monitorate. Insieme agli studenti, il nostro obiettivo è opporci al progetto di distruzione della scuola pubblica statale. Chiediamo investimenti economici veri che permettano un adeguamento delle strutture scolastiche. Chiediamo l’abolizione della legge 107, volgarmente la “Buona scuola”, e di tutti questi dispositivi che reprimono il pensiero critico e la capacità delle nuove generazioni di diventare soggetti liberi e attivi, capaci di riappropriarsi della loro vita e di trasformare collettivamente l’ordine costituito.
Usb unione sindacale di base
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