COME UN “PRODOTTO LOMBARDIANO” STA DISTRUGGENDO UN PARTITO
di iena al servizio della Reazione Marco Benanti
La domanda che sorge spontanea osservando le sorti elettorali, ahimè veramente miserevoli, del Partito Democratico siciliano, non è certamente “Che fare?”, ma, invece, “Perchè non fanno qualcosa?”
Già perchè non si rendono conto che continuando a non decidere alcunché rischiano una progressiva, rapida ed ineluttabile erosione della, già debole, base elettorale del Partito?
E così, come la domanda sorge spontanea, anche la risposta risulta semplicissima!
Semplicemente non possono far nulla, perchè se il gruppo dirigente del Pd volesse fare una sana, come si diceva un tempo, forse troppo tempo fa, autocritica dovrebbe ammettere che il suo segretario regionale il mitico, tentacolare ed ossessivo Anthony Barbagallo da Pedara è così attento ai giochi di potere interno da risultare, invece, impreparato ad affrontare le sfide elettorali esterne che si giocano nel mondo reale e non nella “confort zone” di un partito che il pedarese sta trasformando, al netto di qualche rara eccezione, in un coretto di voci bianche amichevoli e prive di capacità critiche.
A questo punto bisognerebbe chiedersi perchè viene consentito al buon Anthony di fare questi giochetti che portano ad inevitabili disastri elettorali, vedi le comunali di Palermo, le regionali 2022 ed infine le recentissime amministrative, con Catania punta di diamante della fallimentare strategia barbagalliana che era tutta poggiata su fantomatici tavoli ai quali sedeva il nulla pressurizzato!
Ed anche qui la risposta è semplice perchè il nostro “enfant prodige” è il proconsole in Sicilia del potentissimo Franceschini, che appunto insieme al Nostro, ha sostenuto la grande innovatrice Schlein, che tutta presa dalla sua battaglia contro i cacicchi ( parole sue ), non si è resa conto, vedi che distratta, che in Sicilia è sostenuta da un capo corrente di raffinata scuola lombardiana, il quale pur di conservare ed aumentare il suo potere interno e di blindare il suo personale consenso elettorale, piuttosto decrescente, è disponibile a qualunque contorsione, forzatura ed a rasentare sinanco il ridicolo come nelle recenti vicende che hanno riguardato la immarcescibile Caterina Chinnici.
E, dunque, si può parlare di barbagallismo? Che fenomeno sarebbe? O, forse, si tratta soltanto di una fase di avanzata crisi di un Pd siciliano che non riesce più ad esprimere una vera classe dirigente basata su un consenso reale dei suoi elettori e simpatizzanti e, non, sulla rendita clientelare/interdittiva di ducetti in sedicesimo.
Quindi se vogliamo parlare di barbagallismo dobbiamo parlare di stagnazione, di appiattimento del dibattito politico interno al Pd e di incapacità di innovare, anzi di incapacità di trovare la voglia di pensare alla innovazione! Pertanto il buon Anthony da Pedara rappresenta la politica politicante che giustifica se stessa, non avendo al centro del suo agire un progetto politico ampio e complessivo ma, invece, la perpetuazione del potere per se stesso, divenendo, alla fine, dunque, politica senza anima, senza mordente, senza slancio innovativo, in buona sostanza politica senza politica questo è il barbagallismo!
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