Il Caso “Gari”: prospettive non allineate


Pubblicato il 09 Ottobre 2011

14103_1372872496069_1659502355_30930846_1885873_n“Quanto accaduto oggi con i telegiornali che hanno aperto con lo “scoop” dell’avvenuta scarcerazione di “pericolosi mafiosi” per decorrenza termini causa un “errore” di un G.I.P. catanese, mi invoglia, ma ancor più mi obbliga a intervenire, chiarendo alcuni punti che meritano di essere spiegati.

Anzitutto questo clamore, così  come molti commenti di uomini della strada che inveiscono contro queste scarcerazioni, è la prova che un fatto del genere ha una sua verità storica e una giornalistica. Gli addetti ai lavori sanno di cosa si parla, gli altri ne parlano senza sapere di cosa stanno parlando.

Lo squisito gentiluomo e grande magistrato in questione, ha chiarito, assumendosi la responsabilità dell’ “errore”, di temere per il buon nome dell’intero ufficio, di avere un curriculum di tutto rispetto a 70 anni e di non avere fatto in tempo a depositare la motivazione perchè purtroppo il tempo non basta e gli organici sono quelli che sono.
Chi non lo sa, e chi fa finta di ignorarlo, dovrebbe sapere che il dott. Gari è il G.U.P. di uno dei processi più importanti del momento, il processo IBLIS, che lo ha occupato e lo occupa, insieme alle udienze ordinarie, interamente.

Conoscendo lo scrupolo e la correttezza del magistrato, io ritengo di avere colto l’esatto dramma di chi, dovendo motivare seriamente condanne pesanti e dovendo allo stesso tempo prestare la stessa attenzione e lo stesso scrupolo ad un processo così delicato come IBLIS, ha dovuto per forza “perdere tempo”, perchè altrimenti avrebbe dovuto, per mancanza dello stesso, raffazzonare una motivazione e poi sperare che in appello la stessa tenesse l’assalto dei motivi di appello delle difese.

Non sarebbe stato solo in questo secondo caso,  perchè spesso questo accade, proprio per mancanza di tempo, o voglia o preparazione o perchè si è subissati di carte e qualcosa si deve scrivere.
Lo scrupolo, il dover fare bene il proprio lavoro, il rispetto anche di chi è dall’altra parte e ha lavorato e si aspetta risposte da un giudice, risposte che solo in motivazione quel giudice potrà darti, porta a questi “errori”, ma mi permetto di dire che preferisco questi errori, dovuti a mancanza di tempo perchè si vuol potere fare decorosamente il proprio lavoro, piuttosto che vedere motivazioni di 980 pagine (circa, adesso non ricordo esattamente) miracolosamente depositate in 20 giorni, compresi sabati e domeniche, in un maxi processo con oltre 40 imputati e pene dai 12 ai 20 anni, o peggio motivazioni contestuali a fine udienza in processi complicati e difficili.

Ecco perchè mi sono sentito di intervenire, perchè ci sono volte che è giusto per i media e la gente non addetta ai lavori gridare allo scandalo, altre invece nelle quali sarebbe giusto stare in silenzio e sforzarsi di capire perchè un fatto è accaduto e se questo fatto è colpa di quella persona o indice di una difficoltà, logistica, di sensibilità, di senso del dovere della stessa e che per questo è accaduta.
Quando, invece di mettere insieme due righe alla rinfusa pur di non  fare scadere i termini, fornendo motivazioni solo apparenti e frettolose non frutto di attente riflessioni, si preferisce pur di fare bene il proprio lavoro, non perdere di vista la dignità dello stesso pur se poi finisci in prima pagina, bene, quando è così io onoro questo magistrato e mi onoro di inchinarmi al suo cospetto.


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