di marco benanti
Versalità, spontaneità e voglia di scommettersi: un mix di anima mediterranea e di volontà teutonica fanno di Maria Guerriero un personaggio a tutto tondo. Una donna positiva, che è arrivata in Sicilia con un sogno: continuare la sua opera nel cinema, passione di una vita, e mostrare a chi, imprenditore o soltanto amante delle “scommesse” della vita, l’iter di un successo possibile. “Il cinema è la mia passione -spiega Maria- perchè tu puoi raccontare dall’interno la vita. Puoi comunicare -voglio dire- attraverso uno strumento che arriva al cuore delle persone”. E quanto si parla di cuore, non può mancare la Sicilia, con i suo colori e i suoi sapori forti, le sue ambientazioni particolari, che ne hanno occasione unica per chi vuole fare cinema.
Come nel caso di “Resilienza”, che si può ammirare nella sua trama drammatica legata al tema del femminicidio su “chili tv” o come nel caso del prossimo film in arrivo fra pochi mesi, avente come scenario Rimini e l’ambiente di uno zoo dove i protagonisti vivono una sorta di “film nel flm” di ripresa pirandelliana del “teatro nel teatro”.
Quindi, la Sicilia diventa il luogo prescelto per le prossime produzioni, con un’attenzione che conferma le opportunità che potrebbero schiudersi a chi volesse scommettersi e scommettere sul cinema e la sua arte. A garantire le ottime chance di riuscita non sono solo i riconoscimenti ricevuti da Maria Guerriero in questi anni, che in tutta Italia si è fatta conoscere anche per le doti manageriali e non solo per quelle artistiche. Viene da lontano questa donna dallo sguardo deciso e dalla volontà di ferro: le sue radici culturali sono nella tradizione mediterranea, nel cinema napoletano, in artisti come Totò o Troisi, in musicisti come Pino Daniele.
“Tòtò è unico perchè ha anticipato i tempi”-ci tiene a precisare. Insomma, tradizione e attualità, Sud come affermazione dell’italianità nelle sue tante sfaccettature. Ma non solo: ci sono i personaggi dei suoi film, ricchi di umanità e fragilità come la protagonista di “Resilienza”, dove il dramma del femminicidio affonda le radici nei traumi infantili dell’uomo o nel doppio ruolo del duo al centro della prossima produzione .
La Sicilia non può attendere, allora, almeno stavolta. Chi non vuole “vedersi vivere” si faccia avanti.
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