Il Codacons si rivolge alla Procura di Catania: 550 giorni per una mammografia, 365 per una risonanza

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di Fabio CantarellaIl Codacons porterà la “questione sanità” all’attenzione della Procura della Repubblica di Catania. Lo preannuncia il presidente nazionale dell’associazione dei consumatori, Francesco Tanasi, secondo il quale la sanità in Sicilia costituisce in molti casi il principale disservizio per il cittadino isolano e a Catania poi la situazione è ancora peggiore che nel resto dell’Isola.”Peraltro -aggiunge Tanasi- le persone che incappano nei disagi degli ospedali e delle cliniche convenzionate sono individui doppiamente sventurati, aventi contemporaneamente problemi di salute e difficoltà ad essere assistiti. Il paziente, difatti, si vede costretto a dover attendere diversi mesi, a volte anche sette o otto, tra la richiesta e la visita, sebbene il Piano regionale per il governo dei tempi di attesa per il triennio 2011-2013, ossia il Decreto della Regione Sicilia del 30.06.2011, preveda il rispetto di tempi ben precisi”.Il leader dei consumatori parla anche dei motivi delle lunghe attese che a suo avviso sono diversi e vanno dall’inadeguatezza della strutture territoriali, carenti per numero e personale, alla inutilità del C.U.P., centro unificato prenotazioni per visite e diagnostica, costituente un vero “disastro”.”Infatti -chiosa Francesco Tanasi- i disagi cagionati dal C.U.P. ai pazienti si rilevano dai giorni di attesa per una visita: 550 giorni di attesa per una mammografia, 365 per una risonanza magnetica, 350 per una ecografia, 285 per una visita di endocrinologia, 160 per un elettroencefalogramma e così via”. Cifre davvero spaventose.Per tale motivo il Codacons ha dato mandato all’avvocato Bruno Messina di depositare un esposto alla Procura della Repubblica di Catania affinchè si verifichi il mancato rispetto dei tempi di attesa normativamente previsti nelle diverse strutture sanitarie.”Non vi è dubbio, afferma Tanasi che i motivi delle lunghe attese siano diversi e non soltanto legati al C.U.P., ma di ciò non può pagarne le conseguenze il cittadino, anzi più precisamente il paziente, perché spesso la diagnosi di una malattia fatta in tempo può salvargli la vita, mentre l’accertamento clinico in ritardo può cagionargli il decesso. Non è possibile, continua Tanasi, che i cittadini affrontino centralini intasati, orari limitativi e operatori sprovveduti per prenotare una visita medica, occorre dare un servizio celere e tangibile ai pazienti”L’esposto sarà depositato alla Procura di Catania. “Ecco perché vogliamo che la Procura indaghi su quanto accade al servizio sanitario catanese, poiché non si giustifica che per una visita senologica occorra attendere 200 giorni o 160 per una visita ortopedica”.Lo stesso legale del Codacons, l’avvocato Messina, dichiara che “se per una visita si attendono anche otto mesi il malato è costretto a rivolgersi alle strutture private a pagamento”. “Tuttavia, non tutti se lo possono permettere, così si finisce per avere pazienti di serie A e pazienti di serie B”.

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Redazione Iene Siciliane

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