Il deputato Angelo Attaguile riaccende la questione Ponte sullo Stresso di Messina


Pubblicato il 25 Settembre 2014

di iena politica

Il deputato catanese della Lega Nord e per le Autonomie Angelo Attaguile, ha depositato un’interpellanza urgente al Governo Renzi in merito alla questione “Ponte sullo Stretto di Messina”. Un’iniziativa che Angelo Attaguile aveva già preannunciato pochi giorni addietro nel corso del convegno sull’indipendentismo siciliano organizzato a Mascalucia dal vicesindaco del paese Fabio Cantarella (entrambi nella foto in un momento dell’affollato convegno).

Nell’atto ispettivo l’on. Attaguile evidenzia come il ponte assuma un ruolo strategico nel corridoio paneuropeo n. 5 “Helsinki – La Valletta” che a sua volta rappresenta quell’asse nord sud fondamentale per la comunicazione delle aree periferiche del mare Mediterraneo con il Nord Europa. Una zona che fa parte della rete transeuropea dei Trasporti TEN.T e il cui sviluppo è stato recentemente riconfermato con regolamento della Commissione Trasporti del Parlamento europeo che ha addirittura ampliato il percorso del corridoio paneuropeo n.1 Berlino-Palermo a meridione e includendo anche collegamenti come le autostrade del mare tra la Sicilia e Malta. Tra l’altro, nel corso dell’approvazione dell’ultima legge di stabilità il Governo ha accolto un ordine del giorno proprio a firma di Angelo Attaguile impegnandosi ad introdurre quelle modifiche normative necessarie a realizzare la continuità territoriale prevista dal “Corridoio 5, Helsinki-La Valletta” della rete transeuropea dei trasporti.

Nella sua interpellanza l’on. Attaguile chiede al Governo Renzi di far conoscere quali siano le sue reali intenzioni rispetto alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e quali siano le determinazioni dirette a garantire la continuità territoriale della Siciliacon il Continente, “continuità territoriale intesa come capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi cittadini residenti in territori meno favoriti e si inserisce nel quadro più generale di garanzia dell’uguaglianza sostanziale dei cittadini e di coesione di natura economica e sociale, promosso in sede europea”. Angelo Attaguile chiede infine di sapere quali siano le ragioni individuate dall’attuale Governo per rinunciare ad un’opera che si presenta come strategica – in ottica nazionale ed europea – dal punto di vista infrastrutturale e come un’eccezionale opportunità di crescita economica e occupazionale con uno spreco di risorse statali pari a quelle che sarebbe necessario investire per la sua realizzazione.

“Il Ponte sullo Stretto realizzerebbe il collegamento stabile con la Sicilia che rappresenta la più grande e popolosa isola del Mediterraneo –commenta il deputato Angelo Attaguile- e le ricadute socio-economiche della realizzazione del Ponte sarebbero immense e assolutamente necessarie non solo per il Meridione ma per il Paese tutto che sarebbe direttamente ed indirettamente coinvolto nell’operazione (basti pensare alle acciaierie del Nord). Peraltro –aggiunge l’on. Attaguile- l’infrastruttura, già dalla fase di costruzione, darebbe grande impulso all’occupazione stimata intorno alle 40 mila unità, alle attività economiche, agli scambi commerciali, all’integrazione oltre che al potenziamento della rete infrastrutturale esistente. La mancata realizzazione del Ponte porterebbe al pagamento di penali stimate fino a 700 milioni di euro e la somma totale delle risorse spese e della penale supererebbe il miliardo di euro. La mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto comporterebbe quindi –conclude l’on. Angelo Attaguile- una perdita per lo Stato del valore economico pari a quello dell’infrastruttura realizzata se si considera il costo del contenzioso amministrativo che si è instaurato con il commissario liquidatore della Società Stretto di Messina SpA che si prolungherà nel tempo a discapito delle casse dello Stato e a tutto vantaggio economico del commissario liquidatore. A questo computo va aggiunto l’enorme danno economico che la mancata realizzazione dell’Opera comporterebbe per l’Italia e in particolare per il meridione e la ricaduta negativa sulle casse dello Stato poiché l’opera realizzata costerebbe quanto la non realizzazione dell’infrastruttura con l’inaccettabile perdita di una formidabile opportunità di sviluppo per il meridione d’Italia”.

L’avvio concreto del progetto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina risale agli anni 2002 – 2003. Il soggetto concessionario è la Società Stretto di Messina, che è una società a totale capitale pubblico i cui azionisti sono per la massima parte (oltre l’80%) l’ANAS, La Rete ferroviaria italiana SpA (RFI) e le Regioni Sicilia e Calabria. A partire dall’aprile 2004 sono state espletate quattro gare internazionali a cui hanno partecipato oltre sessanta aziende e il contraente generale che si è aggiudicato l’appalto è stato Eurolink, un’associazione temporanea di imprese (ATI), formata dalla capogruppo mandataria Impregilo SpA e da una serie di imprese italiane ed estere che hanno firmato il contratto nel marzo 2006. Il Governo Monti, nel 2012, ha previsto la stipula di un apposito atto aggiuntivo al contratto vigente tra la Società Stretto di Messina SpA e il contraente generale, la cui mancanza entro il termine stabilito del 1° marzo 2013, ha sancito la decadenza di tutti gli atti che regolano i rapporti di concessione, nonché delle convenzioni e di ogni altro rapporto contrattuale in essere. Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministro, il 15 aprile 2013, Stretto di Messina SpA viene posta in liquidazione con la nomina di un Commissario liquidatore. Fino ad oggi sono stati già spesi per la realizzazione del Ponte e il mantenimento della società Stretto di Messina SpA circa 383 milioni di euro su un costo totale dell’opera stimato intorno ai 6,5 miliardi di euro di cui solo 1,5 miliardi di euro verrebbero dal contributo pubblico e i restanti 5 miliardi da investimenti privati.

Sulla questione ponte, il parlamentare Angelo Attaguile si è reso protagonista anche di una proposta per la costituzione di una Commissione di inchiesta che “indaghi a fondo le ragioni per cui il Governo Monti ha inteso sospendere i contratti in essere per la realizzazione dell’infrastruttura ponendo in liquidazione la Società Stretto di Messina SpA”.


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