Il “desiderio” regna alla nona edizione di Taobuk

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di G.M. Tesei

Il “desiderio” con ogni sfumatura, declinazione e configurazione è il tema centrale della nona edizione del Taobuk-Taormina International Book festival, manifestazione che si contraddistingue, come di consueto, per il suo essere importante contenitore di incroci tra cultura, arte ed enogastronomia con la “parola” e la letteratura a venare ed a legare il tutto.

La tematica focale dei cinque giorni (21-25 giugno) dell’evento si snoda in sezioni ( “Desidero dunque sono”,” De-Sideriis”, ” Arte e Desiderio”, “A-Tempora”, “Desiderio presente”, “Le parole del desiderio”, “Il desiderio di verità”, “FudHub”, “Taobuk Off”) che sono caratterizzate come sempre da momenti di grande intensità ed interesse culturale.

Molto attraente anche la serata di gala del 22 giugno della manifestazione ( sostenuta dalla Regione siciliana, l’Assessorato regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’identità Siciliana) da sempre ideata e presieduta da Antonella Ferrara. Serata che sarà trasmessa il 13 luglio su Rai 3 nel post prime time e che ha veduto il susseguirsi sul palco del Teatro Antico di personalità eccellenti ( alcune destinatarie di premi legati alla manifestazione) in ambito culturale ed artistico, con la conduzione affidata al giornalista e conduttore televisivo Alessio Zucchini ed alla stessa Ferrara.

Ad accogliere il pubblico taorminese con una melodia tratta dalla Carmen di Bizet coinvolgente ed emozionante ed ad allietare nel corso della serata con altre esibizioni molto significative, accompagnando anche la bravissima mezzosoprano georgiana Nino Surguladze, è stata L’orchestra – Teatro Massimo Bellini Catania, con alcuni componenti di essa che nel pomeriggio avevano garbatamente ricordato la situazione non florida che sta vivendo il medesimo gruppo di strumentisti in virtù di un organico ridotto ed alcuni tagli previsti dalla nuova finanziaria regionale.

Da par suo la Ferrara ci ha introdotti nel “desiderio” proponendone il suo aspetto di essenza e motore della storia umana universale e delle storie delle singole persone ed affermando come la manifestazione premia scrittori ed artisti che vivono il desiderio protendendosi progettualmente verso il futuro, mentre il premiato ( Taobuk award) Massimo Ghini, poco dopo, recitava il famoso brano tratto dal film “ Ogni maledetta domenica”, raccontandoci poi di ispirarsi alle parole di Paolo VI che affermava come i giovani avessero bisogno di testimoni e non di maestri. Lo stesso Ghini vuole rendersi testimone, anche raccontando come provenga da una famiglia non legata all’arte se non per il nome della madre,Tosca, e la città di nascita del padre, Parma. E la sua testimonianza si esprime anche nell’avere superato la bocciatura all’accademia d’arte drammatica per poi, non demordendo ed avendo fatto tutto da autodidatta, vedersi valorizzato da Strehler a Milano, ricordando che recitare vuol dire interpretare e non essere finti o dire bugie.

Il grande scrittore britannico Ian McEwan ( Taobuk award eccellenza letteraria, con la motivazione: immanenza delle parole che resiste al passare del tempo) , ha esordito, anche discutendo con il sindaco di Taormina Mauro Bolognari , affermando come la violenza sia ciò che non deve mai venir fatto, ma la descrizione della stessa è un servizio reso all’umanità a rappresentare ciò che non dovrebbe esistere. Affrontando il tema delicato dell’Unione Europea, in un periodo di divisione tra molti europeisti ed altri sovranisti, ha detto che versiamo in uno stato di liquefazione costituzionale, auspicando invece che i nostri figli e nipoti siano parte di una grande, solida e forte Europa. Lo stesso scrittore di Aldershot ha sostenuto come quando ci si incontra tutti insieme sia fondamentale dare impulsi e vigore nuovi a chi ci sta intorno, usando il cervello che le neuro scienze hanno classificato come una membrana sottile altamente organizzata, ma tenendo conto che ha un ruolo rilevante il sub-conscio, non per forza in una visione freudiana, ma comunque come elemento che determina comportamenti ed atteggiamenti che segnano la nostra vita, creando emozioni non sempre facilmente interpretabili.

Alla domanda su come emerga il concetto di desiderio in letteratura, l’autore di “L’amore fatale” ha dichiarato che in Europa abbiamo una lunga tradizione di poesie e di romanzi che trattano le pene d’amore. Difficilmente tutto finisce bene nei romanzi. Se si legge, ha continuato Mc Ewan, la parte iniziale di Anna Karenina di Tolstoj l’amore sembra trionfare su tutto, mentre nel prosieguo crolla tutto. L’amore è la base dei sentimenti di Petrarca e Dante, ma perché, ha concluso lo sceneggiatore britannico, con un quesito aperto dalla complessa risposta, v’è forte attrazione per l’amore che finisce male?

Una sempre accattivante Nina Zilli ha cantato “50mila” per poi parlarci del suo primo libro illustrato, ossia “Dream City. La mia guida alla città dei sogni” , precedendo il Premio Pulitzer per la narrativa 2000 per la raccolta di racconti brevi, “l’interprete dei malanni”, ossia Jhumpa Lahiri, la scrittrice di origine indiana, che dal 2010 ha stabilito un importante legame con l’Italia che si dischiude in libri scritti direttamente in italiano, in cui ha voluto presentare l’Italia che conosceva ed apprezzava, con la sua ultima fatica letteraria , “Racconti italiani scelti e introdotti da Jhumpa Lahiri”invece che costituisce un’antologia di scrittori vari che l’hanno colpita nel profondo.

La scrittrice nata a Londra, ma di passaporto statunitense, ha asserito di avere voluto prospettare con le sue opere più recenti l’inquietudine dell’Italia attuale, dicendo che il desiderio per lei sia ricerca di qualcosa e riempimento di qualcosa, sia a livello emozionale che materiale.

La chanson Boheme di Bizet ha introdotto la lettura dell’Ulisse di Dante ad opera dell’attore Fabrizio Ferracane, che ha recentemente interpretato Pippo Calò ne “Il traditore” di Marco Bellocchio, spiegando di aver studiato il personaggio guadando le immagini del processo senza sentire l’audio, per coglier appieno le posture e le modalità in cui si muoveva e riproporle nel modo più fedele possibile.

Lo stesso attore di Mazzara del Vallo (che ha sostenuto che la legalità è il profumo della democrazia)ha interpretato in tv anche Paolo Borsellino , assserendo come vi sia sempre un senso di inadeguatezza nell’interpretare grandi personaggi e come sia il regista a farli accettare pienamente allo stesso attore.

Una splendida Anastasiya Petryshak ha dato luogo a perfomance di rara bellezza con il suo violino , sempre accompagnata dall’orchestra – Teatro Massimo Bellini Catania, antecedendo la stilista Marella Ferrera che ha detto come la parola “desiderio” sia la prima parola che ascolta da chi si rivolge a lei nella sua attività lavorativa. Ed ella deve esaudire questo desiderio, comprendendolo e facendolo vivere appieno a chi indossa i suoi abiti o percepisce i suoi profumi.

L’affascinante Nancy Brilli ha intrattenuto l’uditorio leggendo un brano tratto dal “ libro dell’inquietudine “ di Pessoa, affermando poi come per lei il desiderio sia l’oltre e come si raggiunga l’oggetto desiderato nel suo essere sentimento o cosa per poi andare avanti con esso, per cui amare il desiderio diviene la cosa più importante.

Il cantautore Simone Cristicchi ha principiato il suo intervento leggendo un brano di Novecento di Baricco, dichiarando poi che se si smette di desiderare, magari per paura delle conseguenze del percorso che porta all’esaudimento del desiderio stesso, il mondo non cambia in positivo. Per cui desiderare è essenziale ed anche una ferita può diventare una feritoria vche ci conduce verso un qualcosa di importante, ha detto l’autore di “ Ti regalerò una rosa”( canzone che ha poi cantato al teatro Antico e che ha trionfato al festival di Sanremo del 2017), ed alludendo anche al padre morto quand’egli aveva 12 anni, ma che è sempre comunque presente con lui.

Lo stesso Cristicchi ha voluto parlare di cinque parole (il cui significato ha poi espresso anche attraverso l’esibizione di altrettante canzoni) peculiari per ogni essere umano, ossia saggezza, ciò che manca, tenerezza, vita ed indifferenza, considerata dallo stesso cantante l’epidemia del nostro tempo.

A precedere ed a concludere la fulgente serata sono stati l’aperitivo e l’esclusiva cena di gala ospitate dal ristorante Baronessa della famiglia Parisi.

 

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Benanti

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