Il Giano multitasking, ovvero Puccio remember?

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di iena antifascista

…Allora Giorgio gli venne in sogno e voltatosi, guardò Puccio e Puccio si ricordò delle parole che gli aveva detto: “Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte”.

E, nel sogno, Giorgio, pianse amaramente.

Bene, l’argomento del giorno è la fine del lungo perigliare con il lieto approdo finale nella “terra di mezzo” di Italia Viva da parte del nostro “Puccio Baggins” (op. cit. “Associazione La Contea”) dove ha trovato ad accoglierlo “Luca Gandalf” che gli ha dato dimora e ristoro politico.

Ma la domanda è d’uopo: È la fine del viaggio o Puccio tra non molto ce lo ritroveremo con il pugno alzato magari a casa di Articolo Uno a braccetto con Massimiliano Smeriglio? Questo non è dato sapere, ma visto negli anni l’incedere costante da parte del nostro maratoneta del cambiamento (di casacca), nulla è impossibile.

Quello di Puccio è un trasformismo politico che più di altri illustri esempi nostrani (cfr. Lanfranco Zappalà), ha una personalissima connotazione, infatti le sue origini, di Puccio, erano talmente radicate e rappresentate a DDDestra che qualsiasi cambiamento sarebbe stato considerato un tradimento se non un’accusa di apostasia politica, ebbene lui in barba alla pubblica e professata professione di fede, sempre politica; disattento alla revisione obbligatoria del suo credo, sempre politico, che fa?

Intorno al 2013 in periodo elettorale viene avvistato dalle parti di Enzo Bianco a flirtare, sempre politicamente, e il dubbio comincia a serpeggiare, che ci fa Epifanio dalle parti della sinistra progressista e Liberal invece che continuare nella destra dura e pura? Presto detto! già preparava il salto della quaglia che successivamente si è rivelato bastevole per le aspirazione del suddetto, infatti qualche anno dopo (complice ammucciatu “Luca Gandalf”), uorru uorru e ‘a muta ‘a muta dopo la dipartita (amministrativa) del povero Carlo Lungaro viene prima nominato Presidente e poi (dopo lunga diatriba legale), rinominato presidentissimo della “prestigiosa” Azienda Metropolitana Trasporti carica per la quale nel tempo ha “caricato a molla” i media con  alcune iniziative ovvie e banali (cfr. Parcheggio ex rimessa via Plebiscito) per alimentare la sua necessaria visibilità.

Arrivato il nuovo patrunacasa  Pogliese, si consuma una ovvia resa dei conti con il vecchio camerata “traditore” Puccio che viene “scaraventato fuori al volo” dagli autobus.

La scomparsa dura appena un anno e oggi lo rivediamo, novello Lazzaro, rinvenire in casa Italia Viva al cospetto del suo vate “Luca Gandalf” per ricoprire una carica tanto strombazzata quanto inutile; tanto, alla fine, comanda e comanderà sempre “Luca Gandalf”, infatti a lui probabilmente interessava solo mettersi al sicuro dall’oblio in cui era riprecipitato dopo che era stato esiliato dalla scena politica.

Questo è davvero un caso particolare perché molte persone, molti elettori, molti amici credevano davvero che questo giovane e fresco avvocato fosse davvero quello che predicava e rappresentava politicamente, sia per la parte ideologica che per quella politica, invece (e sarebbe colpevolmente ipocrita tacerlo) ha incarnato la dimostrazione plastica del voltagabbana, sempre politico, che per palese interesse personale, sempre politico, se ne è fottuto dei suoi amici, camerati, sodali e principalmente dei suoi Elettori storici e se ne è andato a fare lo sciacquabicchieri prima sottotraccia e adesso palesemente del “Luca Gandalf” di turno.

In politica la coerenza è merce rara e diversamente da quello che si pensa, paga mantenere e preservare le idee e  anche quando le identità partitiche smettono di esistere c’è sempre spazio per chi le vuole coltivare, sviluppare e tramandare al pari dei grani antichi. Un passaggio così mostruoso da una ideologia ad un’altra evoca una solo parola: esecrabile.

Adesso Puccio è satollo e ebbro di quest’altra ricollocazione che non potrà generare altro che biasimo per chi pensava in passato di essere rappresentato e oggi si trova a rivivere la sensazione di collera ripensando alla fiducia mal riposta e di amarezza per la fregatura subita.

Il futuro? …un grande avvenire dietro le spalle.

 

 

 

 

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Benanti

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