Il TAR del Lazio ha annullato la nomina del magistrato Edoardo Barelli Innocenti alla presidenza della Corte d’Appello di Torino accogliendo il ricorso del magistrato catanese Nunzio Sarpietro, presidente dell’ufficio GIP di Catania.
Il “via libera” a Barelli Innocenti era stato dato dell’assemblea plenaria del Csm il 20 Giugno 2018. Sarpietro aveva partecipato al concorso, e si rivolse al Tar con l’assistenza degli avvocati Franco Coccoli e Marco Di Lullo, lamentando degli errori nella valutazione.
Il Csm, come rivelano i giudici amministrativi nella sentenza, preferì Barelli Innocenti perché stava già prestando servizio nella Corte d’Appello di Torino (ne era presidente reggente) e, a differenza del ricorrente, aveva esperienza direttiva di “secondo grado”. Sarpietro, inoltre, venne discriminato perché fino a quel momento aveva svolto incarichi organizzativi solo in uffici “di dimensioni incomparabilmente inferiori rispetto alla Corte d’Appello di Torino (quali il tribunale di sorveglianza di Trieste e la sezione GIP di Catania).
Secondo il TAR queste valutazioni violano il testo unico sulla dirigenza giudiziaria adottato dal Csm nel 2015, che nella sostanza conferisce pari valore all’esperienza acquisita in primo e secondo grado. Inoltre il criterio della territorialità “non è previsto”. “Privo di fondamento normativo” è anche il riferimento “a criteri dimensionali e alla natura settoriale degli uffici direttivi ricoperti dal ricorrente”.
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