Il Ministro della Giustizia Severino a Catania: promesse su organico dei magistrati e carcere

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Nella “città degli amici” arriva il Guardasigilli. Il Presidente della Corte d’Appello etnea lancia l’allarme sul dilagare dei reati di corruzione (+115% nell’ultimo anno)….E chi l’avrebbe mai detto?

Di Iena Infame Benanti

Ha scelto Catania come luogo simbolo della lotta alla mafia e ha dichiarato, a proposito della città che l’ha ospitata, che la sua “Corte d’Appello è molto prestigiosa”. Stamane, sotto l’Etna, è arrivato il Ministro della Giustizia Paola Severino (nella foto mentre legge il suo intervento) e Catania –per un giorno- ha avuto su di sè i riflettori accesi dei media nazionali. Da domani, si tornerà all’ordinario, cioè al buio.

Comunque, è stato un evento importante: erano molti anni che il Ministro della Giustizia non veniva a Catania. Passano gli anni, ma i problemi restano sempre gli stessi: efficienza prima di tutto. Lo ha ribadito anche oggi il Ministro del governo Monti, avendo davanti nelle prime file le autorità civili e religiose: ma mancano a Catania, magistrati sufficienti, sia per la funzione giudicante che per quella requirente.

Complimentandosi con il nuovo capo della Procura Giovanni Salvi, il Ministro ha detto: “mi assumo formale impegno di verificare ogni possibile soluzione in tempi ragionevoli perchè possano risolversi le criticità segnalate, anche attraverso l’individuazione di valide alternative. Malgrado gli sforzi, infatti, la scopertura media dei tribunali di questo distretto e’ superiore a quella nazionale, mentre quella delle procure manifesta dimensioni ancora più preoccupanti. Basti dire che il numero e la qualità dei processi in carico alla Dda di Catania rendono problematico sopportare una scopertura di ben nove sostituti su un organico complessivo di 46 unita’ “.

Annunciato anche dal Ministro l’avvio del “Tribunale per l’impresa”, un ufficio nato per rendere più celere e più certa la giustizia in un settore così delicato. Si attendono ora a Catania l’arrivo degli imprenditori, ma questo il Ministro non lo può sapere. In tema di personale amministrativo, invece, dalla relazione del Ministro arrivano notizie discordanti da quanto si sostiene da tempo negli uffici giudiziari catanesi:”…Inoltre in quei distretti, come quello di Catania, ove le percentuali di scopertura del personale amministrativo sono, in media, meno gravi rispetto alle sedi del nord del Paese sarà possibile rimodulare, razionalizzare ed aumentare le piante organiche”.

E per le carceri? Ecco il Severino-pensiero: “le preoccupazioni mie personali e dell’intero governo sulla situazione carceraria sono note e sono già stati illustrati i provvedimenti adottati sin dall’esordio dell’esecutivo per farvi fronte. Provvedimenti sui quali in questi giorni ho avvertito una ampia condivisione, che lascia ben sperare sulla possibilità che raggiungano il principale scopo di allentare la tensione carceraria che consegue al sovraffollamento ormai intollerabile delle nostre strutture carcerarie”. In particolare su questo tema, la Camera Penale di Catania ha consegnato al Guardasigilli un documento: dal rappresentante del governo anche qui impegno per migliorare la situazione, in particolare di piazza Lanza. “Come sapete –ha detto ai cronisti- non solo nel piano carceri è previsto un nuovo carcere per Catania, ma anche e soprattutto io vorrei intervenire in termini di manutenzione ordinaria e straordinaria sull’esistente. So che il carcere di piazza Lanza ha bisogno di interventi urgentissimi”.

Non a caso, fuori dal Palazzo, in piazza Verga, stamane i Radicali, con striscioni e bandiere, hanno manifestato chiedendo l’amnistia anche per rendere più vivibili le carceri. Presenti in piazza anche quelli del comitato che non vuole la soppressione del Tribunale di Modica che ha consegnato al Ministro una barretta di cioccolato, avvolta con della carta su cui è stato scritto un appello.

Sulle liberalizzazioni il Ministro ha dichiarato: “le liberalizzazioni, in termini generali, tolgono delle posizioni di rendita a tanti e a chiunque. Allora, si tratta di limitare, anzi di rinunciare a qualche privilegio però ottenendo qualcosa di più in termini di concorrenza leale, di trasparenza. Questi sono i valori nei quali poi si possono coltivare gli interessi di crescita di un Paese.”

Il presidente della Corte d’Appello di Catania Alfio Scuto, nella sua relazione, dopo avere sottolineato i vuoti d’organico negli uffici giudiziari, ha puntato l’indice contro la corruzione aumentata nell’ultimo anno del 115%. “Emerge –ha dichiarato Scuto- che la corruzione è aumentata in maniera drastica e anche il privato si fa coinvolgere da questo tipo di reato. Stiamo cercando con la confisca per equivalente di cercare di aggredire i patrimoni di chi è corrotto e anche di chi corrompe”.

Protestano gli avvocati in tutto lo Stivale: il presidente dell’ordine degli avvocati, il confermato Maurizio Magnano di San Lio, dopo aver letto il suo intervento, critico sul disegno di legge sulle liberalizzazioni, ha abbandonato la cerimonia. “L’avvocatura –ha detto fra l’altro il presidente dell’ordine- oggi non può tacere di fronte a ciò che sta accadendo, di fronte alla volontà governante di subordinare il diritto all’economia, i diritti fondamentali al lucro, gli avvocati al capitale…” Proprio così: insomma prima la professione e poi il mercato e il denaro. Proprio quello che spesso non accade, anche senza leggi sulle liberalizzazioni. Ma prima che lui abbandonasse la sala, l’avevano abbandonata anche in tanti altri, ma per altri motivi. Domani è domenica, è un altro giorno. E poi da lunedì su Catania calerà il buio della grande stampa: altrimenti che “città degli amici” sarebbe?

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Redazione Iene Siciliane

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