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Il Nobel della letteratura Mario Vargas Llosa protagonista al Taobuk
Pubblicato il 10 Ottobre 2020
di Gian Maria Tesei
Mario Vargas Llosa (Premio Nobel per la letteratura 2010 ”per la sua cartografia delle strutture del potere e la sua acuta immagine della resistenza, ribellione e sconfitta dell’individuo” )è stato tra i protagonisti assoluti (nonché insignito del prestigioso Taobuk Award for Literary Excellence) di Taobuk, manifestazione letteraria e culturale giunta alla sua decima edizione.
Questi dieci anni di Taobuk sono stati segnati da temi annodati (anche quest’anno attraverso l’entusiasmo, tema centrale della kermesse ed inteso in tal contesto anche come generatore di sentimenti di solidarietà sociale) all’impegno civile che è elemento che ha scandito la vita e la produzione letteraria dello scrittore peruviano naturalizzato spagnolo, che ha affermato come la letteratura possa essere in alcuni casi un atto di ribellione.
L’autore di “La città e i cani”(1962) si è soffermato su come il Taobuk Award che gli è stato assegnato gli abbia consentito di approdare nuovamente al teatro taorminese, della cui bellezza ha goduto appieno, e che si colloca come perla di una terra i cui cittadini sanno affrontare con grande maturità e, quasi, entusiasmo un momento così complesso e particolare. Entusiasmo che è strettamente connesso alla letteratura, in quanto la anima e le permette di cambiare le cose, sviluppandone una funzione evolutiva importante soprattutto in un momento come questo in cui molti governi hanno usato la pandemia, a parere dell’autore peruviano, per limitare la libertà.
Discutendo sul suo passare dal Marxismo a posizioni liberali e sulla sua candidatura, non vittoriosa, come presidente della repubblica peruviana alle elezioni generali del 1990 con la coalizione di centro-destra ( con l’affermazione del centrista-neoliberista indipendente Alberto Fujimori, il cui governo autoritario portò nel 1992 ad un dittatura con un autogolpe, in opposizione al colpo di stato di alcune frange ribelli di militari ed all’eliminazione delle libertà democratiche in Perù) e su cosa possano avere in comune politica e letteratura, Vargas Llosa ha asserito come l’esempio di Cuba avesse ingenerato l’illusione che la rivoluzione potesse risolvere ogni problema in America latina.
Ma lo scrittore di “La casa verde”(1966)ha evidenziato come egli avesse preso coscienza delle evoluzioni del mondo assumendo posizioni differenti e come volesse comunque trasfondere nei suoi scritti ( come in “Conversazione nella Cattedrale”, del 1969 ed in ”La festa del caprone” del 2000), quanto avevano vissuto, a causa della dittatura, tutti i peruviani, facendo cogliere tutte le ripercussioni subite in ogni strato sociale peruviano.
La poesia e la letteratura sono superiori rispetto alla politica, che è un elemento che entra, volente e o nolente, prepotentemente nella vita di qualsiasi sud-americano, a detta dello stesso creatore letterario che si è sempre schierato contro le dittature, come quella di Augusto Pinochet, ma che ha anche apprezzato le politiche di Margaret Thatcher (anche se il politico che ha ammirato di più è stato Nelson Mandela). Prendendo spunto da queste sue idee il nativo di Arequipa ha sostenuto come la politica debba adattarsi alla realtà e non viceversa, perché si rischia di addivenire a processi di eccessiva aggressività e di sfociare nella violenza.
“Tempi duri”, romanzo che uscirà in Italia il 13 ottobre, è l’ultima fatica letteraria di Vargas llosa ed è stato il primo caso in cui la fake news (non esisteva ancora una sua definizione) ebbe un suo peso effettivamente verificabile. Questo romanzo si fonda sui presunti (in effetti assolutamente non reali) rapporti tra URSS e Guatemala nel 1954, che facendo aleggiare il rischio del comunismo in America latina in realtà la giustificazione per trovare il modo di impedire una riforma agraria che avrebbe colpito la più importante azienda produttrice di banane (la futura Ciquita) sudamericana. La Cia orchestrò un golpe per defenestrare Jacobo Árbenz eseguendo infine quello che era un semplice disegno per tutelare l’interesse di un’azienda.
A conferire il tributo d’encomio del Taobuk al romanziere peruviano sul palco del Teatro Antico nella serata di Gala del 3 ottobre al Teatro Antico è stato Manlio Messina che si è detto onorato di premiarlo poiché rappresenta l’immanenza delle parole al passare del tempo, affermando inoltre come l’entusiasmo, l’ottimismo e la responsabilità siano alla base della risoluzione di questo drammatico momento internazionale.
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