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Il Pd sfiducia Raffaele Lombardo che replica:”sfiduciano se stessi, è una farsa! Dimenticano i loro assessori di riferimento?”
Pubblicato il 10 Giugno 2012
di iena politica
In Sicilia è arrivato il gran caldo e, almeno in questo caso, il meteo c’entra ben poco, a far salire il termometro ci sta pensando il dibattito politico regionale con il Partito democratico che dopo aver sostenuto il governo guidato da Raffaele Lombardo adesso, folgorato sulla via di Damasco, lo sfiducia dimenticandosi anche del fatto che in giunta ci sono ancora assessori tecnici di loro riferimento. Ma andiamo per gradi e proviamo a ricostruire la vicenda nei suoi passaggi temporali.
Ieri, sabato, la direzione regionale siciliana del Partito democratico ha approvato un documento che impegna il proprio gruppo parlamentare all’Assemblea regionale siciliana a presentare la mozione di sfiducia al governo guidato da Raffaele Lombardo. Un testo approvato a maggioranza, tre soltanto i voti contrari e un astenuto. Dalla direzione, emerge anche il Pd tenterà di raggiungere una intesa con l’Udc sulla trattazione della mozione.
Secondo il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, “la mozione di sfiducia è la svolta finale per sancire definitivamente la chiusura della stagione del governo Lombardo”. Una mozione che incassa, neanche a dirlo, la soddisfazione del senatore Enzo Bianco, che da tempo sosteneva la necessità dell’uscita del Pd dal governo regionale pur dimenticandosi che molte volte non ha avuto nulla da ridere allorché il Partito democratico ha rinunciato a mettere propri candidati a sindaco in comuni importanti della provincia etnea (su tutti si ricorda il caso Mascalucia) decidendo di sostenere il candidato del Movimento dell’Autonomia. Ma questa è un’altra storia. Forse.
Ecco quel che dichiara il senatore Bianco: “Era ora che il Pd prendesse definitivamente le distanze dal governo Lombardo. La decisione della direzione regionale, presa praticamente all’unanimità, fa finalmente chiarezza. Se il Pd ha il merito di avere rotto gli equilibri del centrodestra, certamente non si poteva ancora continuare a fare da stampella a un presidente della Regione che sta tentando in tutti i modi di mantenere un sistema di potere che invece si sta sgretolando”.
Secca la replica del governatore, Raffaele Lombardo:”Capisco che nella patria di Pirandello non c’è da meravigliarsi di alcunchè, ma la storia della mozione di sfiducia del Pd contro il governo del quale hanno fatto e continuano a fare parte assessori tecnici di suo riferimento è veramente una farsa. Cosa sfiducia il Pd – continua il presidente Raffaele Lombardo – la riforma della sanità o quella dei rifiuti o forse disapprova quella della formazione? O forse gli ispiratori della mozione sfiduciano se stessi e mettono in discussione la scelta da loro stessi più che condivisa delle dimissioni a fine luglio? D’altronde qualcuno dovevano pur sfiduciare: in un primo tempo avevamo mirato a Lupo e ora tocca al mio e al loro governo. Mi accorgo che chiedere un minino di serietà e dignità in questa vicenda è chiedere troppo”.
A seguire, vi proponiamo il testo del documento approvato sabato alla direzione regionale del Partito democratico:“Il Partito democratico guarda con grande preoccupazionealle attuali condizioni della Sicilia ed alla amministrazione della Giunta regionale Lombardo.L’immobilismo del governo regionalee la sua incapacità di dare risposte di sviluppo ed occupazione hanno lasciato il territorio in balia di una grave crisi, che colpisce maggiormente le realtà sociali più deboli e quelle produttive.Questo stallo, che ha dato vita a condivisibili iniziative di protesta delle forze sociali, è stato aggravato dall’attuale impostazione politica deteriore,che identifica l’azione istituzionale con la mera occupazione di potere. Da questo punto di vista la Giunta Lombardo è ormai associabile ad un vero e proprio comitato elettorale. Elementi,questi,che hanno portato il PD a dichiarare chiusa la fase iniziale,che aveva le sue ragioni nella necessità di destrutturate il centro-destra ed escluderlo dal governo della Regione e nella volontà di avviare una stagione di riforme indispensabili.Un primo risultato è stato ottenuto con le annunciate dimissioni del Presidente Lombardoe con la fissazione delle elezioni regionali per ottobre prossimo. Di fronte all’attuale accelerazione di tale processo di deterioramentosi rende ora necessaria una svolta anche formale, con la presentazione di una mozione di sfiducia al Governo Lombardo,che sancisca politicamente la necessità di chiudere in maniera definitiva l’esperienza dello stesso Governo, andando al più presto a nuove elezioni.
Il partito impegna dunque il proprio gruppo parlamentare ad adottare le iniziative e gli atti conseguenti. Le drammatiche condizioni economiche e sociali siciliane rendono necessaria l’apertura di una nuova e responsabile fase politica. In vista delle elezioni d’autunno, occorre lavorare a un progetto che parta dall’unità del centrosinistra e riconosca come prioritaria e strategica una alleanza con le forze e con il campo dei moderati. L’orizzonte entro il quale lavorare a questa nuova alleanza non può che essere quello dello sviluppo, della partecipazione, dell’impegno civile.
Il Partito democratico,garantendo tutta la necessaria collegialità, si propone con forza di tenere alta la tensione sui temi della legalità e della lotta alla mafia. Priorità che assume una connotazione forte e particolare nell’anno della ricorrenza del ventennale della uccisione dei giudici Falcone e Borsellino e degli uomini delle loro scorte, del trentennale della morte di Pio La Torre e Carlo Alberto Dalla Chiesa, del funerale di Stato di Placido Rizzotto.
Il Partito democratico, primo partito nazionale, ha l’ambizione e il dovere di promuovere una stagione di rinnovamento anche attraverso una sua gestione unitaria. Ha l’ambizione e il dovere di porsi da protagonista nella costruzione dell’alternativa al centrodestra. Anche per questo il partito proporrà una grande iniziativa programmatica dalla quale far scaturire un progetto per il rilancio sociale ed economico della Sicilia”.
Sulla questione si registra anche la presa di posizione del coordinatore regionale di Futuro e libertà, Carmelo Bricuglio: “Con quale credibilità il Pd siciliano pensa d’ora in avanti di stringere alleanze? Non posso però fare a meno di rilevare per i riflessi che la direzione del Partito democratico ha sul governo regionale, che deliberando la mozione di sfiducia il Pd sfiducia se stesso, la sua politica di questi due anni di permanenza nell’esecutivo, i suoi assessori ancora presenti e quelli appena usciti, i suoi uffici di gabinetto ricolmi di dirigenti politici, amministratori e militanti ‘democratici’, i suoi dirigenti generali e manager sanitari. Insomma, tutto l’apparato di uomini e risorse che il partito di Bersani ha incassato senza limiti e rossori”.
Gianpiero D’Alia, Udc, esprime invece soddisfazione: “Prendiamo atto con soddisfazione della decisione assunta dalla direzione regionale del Pd sulla presentazione di una mozione di sfiducia all’attuale governo della Regione”. Lo afferma in una nota il presidente dei senatori dell’Udc e segretario siciliano del partito, Gianpiero D’Alia. “Come abbiamo già detto siamo pronti a iniziative comuni. Per questo, la prossima settimana incontreremo i vertici regionali del Partito democratico per concordare le opportune strategie da tenere all’Assemblea regionale”, conclude D’Alia.
Sulla stessa linea, ma molto più duro, è Fabio Giambrone, segretario regionale di Italia dei Valori: “Si metta subito fine alla sciagurata stagione del cuffarismo e del lombardismo. Di una cosa non hanno bisogno i siciliani: che il dopo Lombardo conservi elementi di continuità con il passato. Assistiamo in queste ore a un inaccettabile gioco delle parti – continua – Da un lato Lombardo prosegue con le manovre per accrescere il suo potere, senza che nessuno concretamente glielo impedisca, dall’altro un Pd che non si comprende bene su cosa abbia ritrovato l’unità, fatta salva una fumosa decisione su una altrettanto fumosa mozione di sfiducia e/o disegno di legge ‘blocca nomine’, entrambe le iniziative senza tempi certi. Non solo – prosegue Gianbrone – ma si accavallano autocandidature, del Pd e di Sel, che sembrano non avere compreso quanto accaduto a Palermo, e cioé il netto rifiuto degli elettori di ogni ambiguità nelle alleanze e di logiche vecchie d’apparato dietro finte novità”.
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