Il Pdl e quel …non congresso catanese

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di Iena Politica, Marco Benanti

E’ stato un non congresso, nel senso che forse sarebbe stato meglio non farlo. I tesserati con diritto di voto in provincia di Catania erano poco meno di trentamila eppure già a fine mattina ad ascoltare gli interventi dei deputati al congresso non c’erano più di cinquanta persone. Scarso interesse per il fatto che alla fine le tre anime del partito hanno trovato un’intesa unitaria oppure il Pdl perde quota? Si vedrà!

Di positivo ben poco. Innanzitutto il fatto che almeno l’accordo unitario si è raggiunto su due persone molto stimate, oneste, con la fedina penale pulitissima (a dispetto di qualche inquietante presenza in sala), amanti della politica e soprattutto in politica per passione e non per bisogno. Parliamo di Basilio Catanoso, che andrà a ricoprire il ruolo di coordinatore provinciale, e di Enzo Gibiino che invece guiderà il partito a Catania città. Di meglio il Pdl non avrebbe potuto scegliere di certo. Tra i fatti positivi di questo congresso citiamo pure il coraggioso intervento di Catanoso che, pur non essendocene motivo, ha tuttavia sentito il bisogno di fare un discorso generoso lasciando intendere che l’elezione unanime (o quasi) non gli impedirà di dare una svolta al partito, soprattutto tagliando certi malcostumi del passato. Dell’intervento di Catanoso vi abbiamo dato contezza in un nostro precedente articolo.

Di positivo, infine, il credo di alcuni giovani militanti che hanno avvertito l’esigenza di presentare una propria mozione programmatica candidando Laura Iraci (consigliera comunale a San Giovanni La Punta) alla carica di coordinatore provinciale e Giacomo Bellavia (consigliere comunale a Catania) a quella di coordinatore comunale a Catania. E’ bello, ai nostri giorni, vedere dei giovani credere in qualcosa e metterci la faccia per portare avanti le proprie idee.

Torniamo alle cose negative. Innanzitutto la base non ha potuto esprimere il proprio pensiero. Ciò non solo per l’intesa tra le tre anime del Pdl che concretamente ha fatto fenir meno la competizione, ma anche e soprattutto per il fatto che l’organizzazione (è stato Ignazio La Russa a presiedere il congresso) ha ritenuto di far intervenire per primi tutti i deputati nazionali e regionali e poi mettere in calendario eventuali interventi di altri dirigenti del partito. Con il risultato che alla fine degli interventi dei deputati erano già le quattordici e la gente, quel poco che c’era, se n’era già andata da un pezzo. Salvo Torrisi, Angelo Sicali e Giuseppe Castiglione parlavano che erano rimaste a stento una cinquantina di persone. Figuriamoci che spettacolo si è presentato a chi è intervenuto dopo: a stento i parenti e gli amici ad ascoltarlo (oltre a Catanoso che è rimasto sino alla fine)!

In tutto questo il sindaco Raffaele Stancanelli, dopo il suo accorato intervento, ha avuto il tempo di lanciare una “frecciatina” al nostro caro Fabio Cantarella: motivo? Qualche articolo non apprezzato e non stiamo qui a riportare le parole del primo cittadino percepite dal sottoscritto seduto nei pressi del Cantarella. Di certo c’è che non si è più liberi neppure di una piccola critica nei confronti dei politici, non solo si fanno i congressi unitari, non solo si lascia alla base la possibilità di parlare quando non c’è più nessuno, ma se ti permetti anche di scrivere un articoletto per criticare una consulenza che ritieni di troppo …ecco che arriva subito il rimprovero. Sì perché ci vorrebbero tutti imbavagliati. Oltretutto vorrei sottolineare che gli articoli che eventualmente hanno “disturbato” Stancanelli non erano a firma di Fabio, ma mia e di Mirko Tomasino. Da domani in poi scriveremo che è tutto giusto e perfetto, che Catania è una citta modello da copiare ed esportare all’estero.

E poi c’è quel “smettila cretino” indirizzato da uno noto senatore al sottoscritto che non possiamo non approfondire in un prossimo articolo…

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Redazione Iene Siciliane

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