Il quotidiano ‘Libero’ sulle elezioni in Sicilia: “frocio vs drogato, finalmente! Altro che Ibiza, le elezioni alla moda in Sicilia”

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A cura di iena politica

Il giornale diretto da Maurizio Belpietro rende “omaggio” alla “battaglia elettorale” sicula. A modo suo. Ecco quanto pubblicato ieri, a firma di Ottavio Cappellani. Una raffinata analisi da leggere con il vocabolario della Crusca accanto. Qui di seguito, per intero, l’articolo pubblicato dal quotidiano “Libero”, a voi le conclusioni.

“Frocio contro Drogato” si dice nei bar siciliani – (dovere di cronista riportarlo) – dove, si aggiunge: “Finalmente!”, come a dire che “adesso sì che si ragiona”, adesso sì che il popolo siciliano ha due candidati governatori nei quali identificarsi dal “basso”: Gianfranco Micciché, che, accusato di spacciare cocaina, si difese (orgoglio dei siciliani), “non sono spacciatore, sono soltanto assuntore” (“Allora ci scusi”), perché come si sa, il fatto, o ancora meglio il “fatto”, non costituisce reato; e Rosario Crocetta, omosessuale dichiarato, appoggiato dall’Udc, oltre che dal Pd, che, come riporta il maestro Pietrangelo Buttafuoco, ce l’ha con le “checche nascoste”, dove, nell’Udc? No, nel pd.

“Frocio contro Drogato”, dunque, anche se in sé, la frase da bar, contiene alcune inesattezze che potremmo catalogare sotto la voce “politically uncorrect”: primo, non si dice frocio ma puppo (un siciliano potrebbe offendersi), secondo c’è la questione “ex”; a quanto ci risulta Micciché potrebbe essere “ex-assuntore”, come Crocetta potrebbe essere “ex-puppo”, del primo non abbiamo la data precisa dell’ultima sniffata come del secondo non abbiamo la data precisa dell’ultima… vabbé…

Precisato questo, ordunque, quello che ci premeva era invece sottolineare con vigore come, in queste elezioni, gli schieramenti abbiano finalmente intercettato, o meglio correttamente interpretato, la politica dalla parte del cittadino, in una maniera che, per dire, Beppe Grillo se la sogna, se è vero, come è vero, che la Sicilia è quell’isola alla moda che galleggia sulla coca, che la mette sulla pasta alla norma al posto della ricotta salata, e dove, a proposito di omosessualità, la frase ricorrente è: “Quanto a puppi, Mykonos ce la può sucare”.

E infatti, lungi dall’essere un commento negativo, “Frocio contro Drogato”, in Sicilia, è una affermazione di ritrovata passione politica, di cittadinanza movimentista: “Minchia, lo hai mai visto tu un puppo che si suca la cocaina come si muove? Voglio vederlo a Beppe Grillo come fa a pigliarlo!”; questo si dice nei bar, così come si dice: “Minchia, finalmente elezioni alla moda! E che siamo a Ibiza? Minchia troppo bello! Manco a Formentera”.

Sono gli stessi bar dove, alla vista di Roberto Saviano, che si lamenta del traffico della cocaina, partono i cori: “Saviano droooooogati! E droooooogati!”, sono gli stessi bar cioè, dove si interpreta il new journalism così come è, realmente, non nei salotti di Fabio Fazio, ma nei veri salotti newyorkesi (“Nascondete la coca, arriva il nuovo libro di quel rompicoglioni”), quei bar dove la modernità non è solo percepita, ma incarnata: “Minchia mi sono scippato la teeeeesta, minchia, mi sento troppo metroseeeexual. Minchia mi sento troppo calciatore. Minchia, andiamo a sucarla negli spogliatoi!”.

“Frocio contro drogato”, dunque, vero laboratorio politico (come sempre d’altronde) in cui, alla faccia di Rosy Bindi e della Chiesa, il pd, alleato con l’Udc, candidano insieme Rosario Crocetta. Ripetete la frase, assaporatela in bocca: l’Udc, alleato con il Pd, candida Rosario Crocetta, omosessuale dichiarato, che si dichiara cristiano praticante, e quindi, si suppone, omosessuale non praticante, e quindi molto più democristiano che di sinistra, che però dichiara: più a sinistra di me c’è solo Renato Curcio. Vi rendete conto che la “forbice” dell’elettorato è più larga dell’allargamento di gambe di Corrado, detto Wanda, quando si mette le caviglie dietro le orecchie?

“Frocio contro drogato”, dunque, vero laboratorio politico dove Silvio Berlusconi in persona lancia la candidatura di Gianfranco Micciché, che, è bene ricordarlo con forza, sottolinearlo una volta per tutte, fissarlo nella storia e nella memoria, quando ha dichiarato “Non sono uno spacciatore, sono soltanto un assuntore” (“Allora ci scusi”) non era no, buttato in politica, non era no, sceso in campo, non era no responsabile della cosa pubblica, ma tutt’altro mestiere faceva, tanto da potere, ipoteticamente, dichiarare: Silvio Berlusconi fa bene a lanciare la mia candidatura, all’epoca della cocaina non ero un politico, ero semplicemente un dipendente di Publitalia”.

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Redazione Iene Siciliane

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