Il sindaco di Bronte, Graziano Calanna (nella foto), interviene a difesa del buon nome della sua Città che si identifica nel “Pistacchio verde di Bronte dop”, dopo aver letto la notizia che un pasticcere taorminese ha deciso di chiamare alcuni suoi prodotti “mafiosi al pistacchio” e “cosa nostra alle mandorle”.
“La mafia – afferma Graziano Calanna – non può essere un “brand”, ne tanto meno il nome di un prodotto tipico o di un dolce. Tutta Bronte condanna l’idea del pasticcere taorminese di chiamare dei dolci in vendita “mafiosi al pistacchio” e “cosa nostra alle mandorle”. Il pistacchio e le mandorle sono prodotti tipici di eccellenza della nostra terra, frutto del sudore e della fatica di tanti uomini onesti che, con il loro agire quotidiano, combattono e si pongono in netto contrasto con la mafia.
Bronte condanna non solo l’accostamento, sicuramente poco appropriato, di cattivo gusto e penalizzante per l’immagine del pistacchio e della mandorla, ma condanna in generale l’utilizzo della mafia come brand per tentare di ricavare dai turisti qualche soldino in più.
Ringrazio il sindaco di Taormina, Mario Bolognari, per essere intervenuto duramente.
Mi auguro che riesca a convincere il pasticcere della sua comunità che in Sicilia vi sono altri “brand”, di sicuro valore, su cui vale la pena puntare per valorizzare i propri prodotti”.
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