Il “sistema dell’affido” e le sue patologie: il caso di Reggio Emilia, la reazione dell’associazione “Mantenimento diretto, Movimento per l’Uguaglianza Genitoriale”

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La raccapricciante vicenda portata alla luce dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia non è che l’ennesima riprova di quanto il “sistema dell’affido” dei minori imponga un intervento immediato del legislatore.
A dir poco angosciante sono le modalità con cui operavano gli arrestati: violenze ed abusi psicologici ripetuti nel tempo, falsificazione dei disegni dei bambini con aggiunte di riferimenti sessuali, la follia disumana delle scosse elettriche per “favorire” l’emersione dei ricordi dei bambini non sono altro che un ignobile clichè già visto tante volte, troppe volte.
Da diverso tempo abbiamo denunciato il business che si muove dietro e dentro le crisi familiari ed auspicato un dibattito serio ed approfondito su questo tema ricevendo solo un incomprensibile rifiuto a qualunque forma di confronto.
Grazie alla distorta rappresentazione della realtà che è stata data dal sistema dell’informazione ed al rifiuto opposto da parte di una precisa parte politica che si nutre di teorie bislacche e stereotipi stantii è stato bloccato un dibattito pubblico assolutamente necessario per il nostro paese: il sistema dell’affido è irrazionale e genera mostruosità di ogni specie.
Si assiste impotenti ad una catena di dolore e ingiustizie che vede il bambino come ricompensa per gli adulti che deve essere spezzata partendo dal primo dei diritti di ogni bambino: stare con i suoi genitori tranne quando non sia provata la pericolosità di tale condizione naturale.
L’interesse del minore non può continuare a restare un’entità indefinita ed oscura che giustifica ogni genere di misfatto: occorre mettere il diritto alla salute ed al benessere psicofisico del minore al centro del suo interesse e per fare questo bisogna anteporre la salvaguardia delle relazioni familiari attraverso forme di accudimento diretto e paritetica opportunità di frequentazione agli interessi economici degli adulti.
Oggi avremmo tutto il diritto di rinfacciare gli errori ai nemici del dialogo, ma questo non gioverebbe ad alcun bambino e non ci darebbe soddisfazione perché il nostro interesse è discutere del futuro dei nostri figli senza pregiudizi ed in modo pragmatico e costruire un sistema che garantisca una vita serena ed armoniosa anche quando le loro famiglie sono in crisi o sono fonte di pericolo per loro.
Quanti altri bambini devono essere abusati in questo modo prima che si prenda atto della realtà e si intervenga?
Per tutti questi motivi, è intenzione della nostra Associazione la costituzione come parte civile nel procedimento giudiziario che seguirà ai fatti di oggi.
Rimaniamo a disposizione per qualsiasi chiarimento o approfondimento in merito tramite i nostri rappresentanti
Avv. Salvatore Dimartino, Presidente
Dott. Matteo Bernini, Responsabile scientifico.

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Benanti

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