iena sindacal-elettorale Marco Benanti.
“Un sistema di potere in cui le ragioni della rappresentanza del mondo del lavoro hanno convissuto con la rappresentazione di una forza in grado di intrecciare alleanze capaci di influire su sconfitte e vittorie delle varie coalizioni di centrosinistra”. Parole di Franco Garufi, ex segretario della Cgil di Catania, che oggi su “La Sicilia” commenta il “Caso Catania”, partendo delle intercettazioni della Direzione Distrettuale Antimafia in cui “un rappresentante sindacale aziendale (Giovanni De Caudo) e un iscritto (quest’ultimo coinvolto nell’indagine come mafioso), discutono di elezioni non con “chiacchiere da bar”, ipotizzando scambi tra voti e promozioni in un’azienda di un settore notoriamente inquinato, quale lo smaltimento dei rifiuti”.
Garufi definisce l’episodio “la punta dell’iceberg di una cancrena che rischia di infettare tutta l’organizzazione” . Una “cancrena”, a dire il vero, di cui nell’ultimo anno si sono viste alcune avvisaglie, come l’arresto per corruzione e malaffare all’Anas di due sindacalisti della Filt Cgil provinciale.
Garufi lancia un pesante atto di accusa contro il “sistema” di potere Pd-Cgil, contro “il gruppo dirigente che, attorno ad un leader riconosciuto e capace di costruire una rete di solidarietà, ha fabbricato un vero e proprio sistema di potere” i cui “unici obiettivi” sono stati l’elezione e la rielezione dei suoi esponenti e su cui la Cgil nazionale, dice l’ex segretario, deve intervenire subito per evitare effetti “devastanti”.
Il “sistema”, appunto, la “JudenRot”, la chiama qualcuno, su cui si è costituita e perfezionata, nell’ultimo ventennio, la “macchina da guerra” sindacal-elettorale del trio Villari-Raia-Rota e che si è concretizzata nell’occupazione “militare” di tutti i ruoli chiave dell’organizzazione e di tutte – ma proprio tutte – le categorie con una modalità che Mimmo Cosentino ha chiamato “il metodo dei tornelli”, lo scambio reciproco di sedie: poche figure – sempre quelle da anni, qualcuno con carriere sindacali talmente veloci da far impallidire Pippo Di Vittorio – che si alternano nelle varie postazioni di potere.
“La Cgil – conclude Garufi – deve decidere se ritiene quel sistema – e le conseguenze inesorabili che ne derivano – compatibile con un’organizzazione che sta facendo della rappresentanza sociale e dell’autonomia – come la definisce Landini – l’asse di un poderoso e complesso lavoro di rilancio”.
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