Il Trota e i figli pezzi di cuore…

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Fra il dire e il fare c’è di mezzo….l’oceano o peggio il Po. Come nel caso della Lega Nord e della sua dirigenza. Gratta gratta, l’Italietta di sempre viene fuori, in tutto il suo “splendore”….

di Iena Mammona

Quando Leo Longanesi proponeva una modifica della bandiera nazionale, sostituendo il tricolore con la una semplice scritta ‘ho famiglia’, coglieva una certa peculiarità della tradizione nazionale. In fondo il nostro è il Paese nel quale i figli degli imprenditori diventano imprenditori, quelli dei notai fanno (o cercano di fare) i notai e così via. Il fenomeno, è noto, riguarda anche la politica ma, in questo campo (come negli altri), si è sempre pensato che un certo eccessivo legame familiare, uno spirito di protezione che tende a trasbordare verso il protezionismo spicciolo, fosse un fenomeno per lo piú meridionale.

Si sa, da noi c’è la famiglia (in tutte le sue accezioni, almeno nell’immaginario antimeridionale) che assorbe ogni ambito della vita relazionale. E quanto ha dato fastidio a tanti figli del Sud vedere quasi sbeffeggiata la solida tradizione che vede nella famiglia (declinata al singolare e non come vorrebbe Casini praticata al plurale) un punto di riferimento indissolubile, una cellula sociale dalla quale far nascere il tessuto connettivo della società. ”Voi meridionali (inteso terroni, of course) resistete sotto la gonnella della mamma o appesi al portafoglio di papà fino a trent’anni”, tuona la sempiterna propaganda un po’ nordista, un po’ finto mitteleuropea.

Certo, cero, vero è che da noi, nella Sicilia di oggi (che comunque non è quella di ieri), ancora resiste un legame talvolta patologico tra i figli (che sono pezzi di cuore) e le mamme (che restano ferme al loro vissuto e son pronte alla disperazione ed al digiuno all’annuncio: mamma vado a vivere da solo…. Apriti cielo!). Beh, se tutto questo è vero e se è vera la trita e ritrita storia del Nord e del sud anche in questo divisi e diversi, doveva (forse per ironico riequilibrio delle parti) arrivare lui, il Trota (nella foto con il babbo), a dimostrare che la famiglia terrona può essere assunta a modello comportamentale anche per chi disprezza il Sud e sceglie il rito celtico persino per il matrimonio, pronto a banchettare con una buona bistecca di orso.

E lui, anzi Iddu, appare ormai come il piú terrone tra i terroni, assommando su di sè tutti gli stereotipi di ciò che vien criticato ai figli della nostra terra. Raccomandato, ignorante, familista e mammone. Ben gli sta, potremmo forse dire. Eppure no. Mal gli sta. Perché se proprio la dobbiamo dire tutta e se lo stereotipo vien superato per lasciare il posto alla verità, non esiste il genotipo ‘figlio del nord’ che si contrappone al ‘figlio del sud’, ma ovunque, a nord a sud, ci sono esempi di affermazioni nel nome del merito e di scalate a suon di pedate. A dispetto del credo leghista: anche in questo l’Italia è una.

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Redazione Iene Siciliane

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