Conferenza stampa al comando provinciale delle Fiamme Gialle…a cura di iena al porto
La Guardia di Finanza, su provvedimento emesso d’urgenza della Procura Distrettuale guidata da Giovanni Salvi, ha sequestrato un’imbarcazione di 30 metri utilizzata come “nave madre” impiegata nel traffico di clandestini. Quattromila euro il costo per fuggire dalla guerra e dalla fame: un giro d’affari notevole per gente senza scrupoli.Il capo della Procura Giovanni Salvi nel ringraziare i magistrati che hanno coordinato le indagini, i sostituti Enzo Serpotta e Andrea Bonomo, ha sottolineato che il risultato è il lavoro di tutte le forze di polizia. “Noi abbiamo potuto fare questo sequestro in alto mare della nave madre perchè il provvedimento è basato su elementi relativi all’esistenza e all’operatività in Italia di una organizzazione transnazionale finalizzata al favoreggiamento del traffico di immigrati.
Le indagini, hanno consentito di ritenere che questa nave facesse una singola importazione e che una parte dell’organizzazione fosse anche in Italia, e quindi una parte della condotta del reato associativo fosse stato perpetrato in Italia e questo ci consente di poter operare anche in acque extraterritoriali sulla base della normativa internazionale. Quindi io credo che questo provvedimento, sia un provvedimento solido e si basi su un notevole lavoro investigativo”.La giornata per la Procura di Catania è molto importante. Giovanni Salvi, tenendo memoria dei giovani migranti morti a Catania, anche ricordato anche l’impegno che la Procura di Catania aveva preso: “cioè quella di riuscire a colpire queste organizzazioni che lucrano sui disastri internazionali e sulla povera gente che cerca di raggiungere il sogno di una vita migliore”.
“Avevamo già in piedi un lavoro ma lo abbiamo strutturato in maniera più incisiva grazie alla collaborazione di tutte le forze di polizia coordinato dal dott. Serpotta, riuscendo a raggiungere questo il risultato.
Se mi chiedete se questa è la stessa nave madre di quel tragico sbarco – ha detto Salvi – al momento non possiamo rispondervi, lo potremo fare dopo aver terminato tutti gli accertamenti di tipo tecnico – scientifico sulla nave. Ciò che possiamo dire – conclude il magistrato – è che si tratta della stessa organizzazione che gestisce questo flusso di migrazione”.
Il Procuratore della Repubblica non scende nei particolari, perché le indagini sono ancora in corso, ma da quel che è trapelato, sembra però che l’organizzazione opera sia in Italia che in Egitto. Per quanto riguarda presunti legami con la criminalità organizzata il capo della “mobile” di Catania Antonio Salvago ha affermato: “al momento è ancora presto per dirlo”.
Mentre per i componenti dell’equipaggio a quanto pare egiziani, una volta identificati, ci sarà l’accusa di associazione per delinquere con l’aggravante dello sfruttamento dell’immigrazione clandestina.
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