Dall’ultimo sbarco di migranti una nuova “pagina” poliziesca e tutta “riservatezza”…di iena dietro il barcone marco benanti
Non c’è il solo il dramma di chi scappa dalla guerra e dalla fame: quando arrivi in Sicilia perchè vuoi una vita dignitosa, una vita da uomini e non da bestie, ti trovi in mezzo ad una realtà a tante facce. L’ultimo sbarco avvenuto a Catania ha prodotto un film già visto per tanti aspetti: il solito “coro solidale” all’inizio, fra l’istituzionale e il mediatico e poi? Poi, destinazione Palacannizzaro. Dove per due giorni non si è potuto sapere nulla da parte dei rappresentanti delle varie associazioni presenti. Complimenti davvero.
Il solito sfoggio di “ordine e legge”, la faccia dello Stato-istituzione, con le sue rappresentanze scure e cupe, e poi tanto silenzio. Oggi, di dove siano finiti trecento egiziani le associazioni non hanno saputo nulla. Li hanno portati verso l’aeroporto? Li hanno portati, invece, verso il Cara di Mineo? Solo domande. Le risposte, no.
Con questa “faccia”, lo Stato e chi ancora ha fiducia in istituzioni che tengono condotte del genere, può andare bene per qualche convegno sulla legalità tout court. Ma le tragedie del mondo non si misurano con i codici. Ci vuole altro, ci vuole cuore, passione, senso dell’uguaglianza. Non quella formale e farisaica davanti alla “legge”, ma quella sostanziale. Perchè gli uomini sono tutti uguali.
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