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Immigrazione e Sicilia, Giampiccolo (Cidec Catania): “gli sbarchi continuano, perchè non affrontare il problema a casa dei migranti?”
Pubblicato il 20 Ottobre 2013
Presa di posizione che farà discutere? Vedremo…
“Solo dopo le troppe ed angosciose morti in mare di questi giorni l’Europa ha preso coscienza di una tragedia che dura da anni, di un’emergenza migratoria che ha ridotto il canale di Sicilia, il mare di Lampedusa e non solo, come un enorme cimitero, come una vasta area mista di disperazione, di indifferenza, di speranza uccisa sul nascere, di ipocrisie e di tante vacue parole”.A parlare ed a ritornare ancora sull’allarme immigrazione in Sicilia è il presidente provinciale di Cidec Catania Antonino Giampiccolo. “Gli ultimi due sbarchi in Sicilia – sottolinea il presidente Giampiccolo – sono stati davvero devastanti dal punto di vista delle vittime che si sono dovute contare e dell’impatto mediatico della notizia. Il problema è che gli sbarchi in Sicilia stanno continuando, nonostante i proclami, la solidarietà dei siciliani e nonostante l’operazione Mare Nostrum varata dal vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano per affrontare i flussi migratori. La missione militare varata dal Governo dovrebbe impedire che partano le navi dall’estero, controllare la frontiera ed accogliere ed organizzare il dispositivo nazionale, ma funzionerà come dovrebbe questa operazione?”.”Quello dell’immigrazione a Catania, Portopalo, Siracusa, Pachino, Lampedusa – continua il presidente provinciale Cidec – è una pericolosa emergenza di ordine pubblico, sanitario e sociale. Con i migranti provenienti da Tunisia, Libia e Africa subsahariana, l’allarme migrazione assume oggi dimensioni maggiori con l’arrivo continuo di extracomunitari da Egitto e Siria”.
“Non si può più tollerare – conclude Giampiccolo –questa situazione in Sicilia. Soprattutto dal punto di vista umano non si può più vedere tutta quella gente, donne, bambini, morire in mare, alla ricerca di un futuro migliore, fuori dai loro Paesi in rivolta o in crisi economica. Perché non pensare allora di prelevare questi migranti direttamente nei loro paesi di origine e farli arrivare dove desiderano, evitando così le assurde e disumane morti in mare? Occorre stringere degli accordi con i paesi del Nord Africa per bloccare i flussi alla partenza e rendere nullo il mercato degli scafisti, autentico business milionario che si trasforma spesso in tragedia. Il controllo delle frontiere e dei flussi migratori, attraverso una responsabile via diplomatica, deve essere una priorità, attraverso una strategia mondiale che consenta di aiutare le popolazioni in difficoltà nei loro paesi e territori”.
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