Scriveva Pippo Fava che Catania è una “puttana”, una prostituta abituata a vendersi per denaro al primo che passa, in coerenza con la natura di una città e dei suoi abitanti. Lo scriveva mentre gran parte della città che –da morto- finge di omaggiarlo, all’epoca, invece, lo metteva ai margini quando non lo disprezzava apertamente. […]
Immigrazione, tragedia Canale di Sicilia: ecco le ultime comunicazioni dalla Procura di Catania
Pubblicato il 21 Aprile 2015
nota stampa dall’Ufficio Requirente:
“si comunica che l’incidente probatorio, nel quale saranno sentiti cinque testimoni, è previsto per Venerdì 24 aprile davanti al Giudice per le indagini preliminari di Catania.
Gli indagati, Mohammed Alì Malek e Mahmud Bikhit, sono difesi d’ufficio dall’avvocato Massimo Ferrante del Foro di Catania.Nelle prossime ore si procederà all’interrogatorio degli indagati da parte del p.m..
Dalle dichiarazioni testimoniali risulta che l’imbarcazione sarebbe partita da una località nei pressi di Tripoli nelle ore serali del 16 aprile; i migranti erano stati custoditi per periodi variabili, anche per 30 giorni, in una fattoria vicina al luogo di partenza e furono trasportati a gruppi di circa trenta, su furgoni, fino all’imbarco.
In un caso uno dei migranti sarebbe stato colpito con un bastone perché si era allontanato senza permesso per necessità fisiologiche.
Il costo del trasporto, secondo quanto sin qui accertato, è stato di 500-1000 dinari libici per persona.
Non sono emersi fatti, successivamente al comunicato di questa mattina, che possano esser utili a determinare in maniera più precisa il numero dei morti. Al fine di aiutarci a identificare le vittime del naufragio i congiunti o i conoscenti di coloro che si misero in viaggio possono utilizzare l’indirizzo solo a loro dedicato naufragio.wreck.procura.catania@giustizia.it. Non sarà data risposta a messaggiche non abbiano questa provenienza e questo scopo.”
ecco la precedente comunicazione:
“con riferimento al naufragio di un imbarcazione a 70 mn circa dalla costa libica, avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 aprile, si conferma che la Polizia di Stato e la Guardia Costiera hanno eseguito un decreto di fermo di questo ufficio al momento dell’arrivo della Nave della Guardia Costiera Gregoretti a Catania:
- Il comandante della imbarcazione, Mohammed Alì Malek, di nazionalità tunisina e di anni 27
- Un membro dell’equipaggio, Mahmud Bikhit, di nazionalità siriana, di anni 25
Il comandante è stato fermato per i delitti di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; il componente dell’equipaggio solo per quest’ultimo reato. Si provvederà delle prossime ore a chiedere al giudice la convalida dei provvedimenti cautelari.
Si procederà anche all’esame dei testimoni con incidente probatorio. Fino alla conclusione di questa fase saranno adottate cautele per garantire la riservatezza e la genuinità delle dichiarazioni.
Non è ancora possibile accertare con precisione il numero dei morti. Le indicazioni provenienti dai superstiti sono approssimative e indicano comunque alcune centinaia di morti (tra i 400 e i 950). la Guardia Costiera ha acquisito informazioni da alcuni superstiti a bordo della “Gregoretti C.P. 920” ed il report del mercantile portoghese che ha stimato approssimativamente il numero dei migranti in 850 unità. L’esiguo numero di superstiti potrebbe dipendere anche dal fatto che molti migranti, tra cui le donne e i bambini, erano stati chiusi nelle stive.
Le indagini continuano anche al fine di accertare con precisione il numero dei morti. Si confermano per il resto le informazioni già fornite
Investigatori della Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo, avvalendosi di unità della Polizia Scientifica e di interprete, su indicazioni della Procura Distrettuale di Catania, d’intesa con la Guardia Costiera, si sono recati a bordo di elicottero del Corpo sulla Nave Gregoretti per proseguire le investigazioni.
Le indagini proseguiranno e non si esclude l’ispezione e l’eventuale recupero del relitto, atto di indagine che sarà valutato con riferimento alle esigenze di prova.
Per quanto riguarda la dinamica del naufragio risulta che hanno concorso due cause: da un lato le manovre errate compiute dal comandante del peschereccio, che nel tentativo di abbordare il mercantile, ha portato il peschereccio a collidere con la nave più grande; dall’altra il sovraffollamento del natante, che è stato sbilanciato dalle manovre errate e dagli spostamenti dei migranti a bordo. Si è perciò capovolta. Nessuna responsabilità può profilarsi, sulla base di quanto emerso, a carico del personale della mercantile che ha doverosamente prestato soccorso e che non ha contributo in alcun modo all’evento fatale.
Risultano pertanto iscritti nel registro delle notizie di reato solo il comandante del peschereccio e il componente dell’equipaggio.
Le indagini sono condotte dalla Guardia Costiera e dalla Polizia di Stato, Squadra Mobile di Catania e Servizio Centrale Operativo.”
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