Impresentabili: quel che la Catania (per) Bene su Erika Marco non dice


Pubblicato il 03 Settembre 2018

Ancora silenzio dalla Catania (per) Bene su Erika Marco, consigliere comunale fra quelli, a suo tempo, chiamati in causa dalla Commissione Nazionale Antimafia; correva l’anno 2016.

Avesse la Catania (per) Bene detto pio quando, nel maggio scorso, con l’accusa di riciclaggio, ricettazione e peculato alla Marco hanno arrestato il padre, la madre, la sorella e pure lo zio per lo scandalo del conservatorio Bellini, ente che, fra l’altro, dal comune ogni anno è finanziato. Dei beni sequestrati agli indagati, 23 sono in tutto, 14 milioni di euro è il risultato.
Chiunque con padre, madre, sorella e zio arrestato le dimissioni avrebbe presentato. Lei, invece, rimane seduta in consiglio comunale. S’è fatto un gran parlare di “impresentabili” in quest’ultima campagna elettorale ma sulla Marco la Catania (per) Bene continua a tacere. Roba di certa società civile che s’accorge, appunto, degli impresentabili solo quando nel centrodestra stanno.
È del centrosinistra la Marco: eletta col Megafono aderisce ad Art.4, area del piddì, e, dopo il J’accuse alla famiglia, s’è messa in castigo, passando al Gruppo Misto. Dalla Catania (per) Bene nulla da dire, dunque: questioni di doppia morale.


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