“Il 25 novembre è una data simbolica, ma la lotta agli abusi contro le donne è un impegno quotidiano: la galleria vuole contribuire a sensibilizzare le coscienze, soprattutto quelle dei giovani, affinché siano consapevoli e capaci di riconoscere e contrastare qualsiasi forma di prevaricazione”: a dichiararlo è Sabrina Di Gesaro, direttore artistico del “Centro d’arte Raffaello” […]
In un paese che starnazza per tutto, quanto è triste il silenzio per Narsin Sotoudeh
Pubblicato il 24 Settembre 2020
di marco pitrella, iena per una causa giusta
La verità è una: di Narsin Sotoudeh non frega niente a nessun*. “L’avvocato dei diritti umani”, così in Iran è stata definita e per questo in Iran è stata condannata a 33 anni di carcere e 147 frustate “; avendo rinunciato all’appello ne dovrà scontare “solo” 12 di anni (tanto per dirlo a chi, anche qua da noi, predica l’abrogazione del divieto di reformatio in peius).
La vicenda, l’ultima, l’ha riportata “Il Dubbio” e qualche giorno fa “Il Corriere”: “siamo entrati nel 43esimo giorno di sciopero della fame di Nasrin per protestare contro il trattamento dei detenuti politici – denuncia del marito, Reza Khandan – È ricoverata nelle peggiori condizioni possibili. Le hanno riservato le condizioni più gravi e disumane in modo che nessuna possa contattarla e si sottometta alle loro richieste sotto pressione psicologica”.
E tanto dovrebbe bastare a smuovere la coscienza generale, visto quel che Narsin Sotoudeh ha rappresentato: ha difeso le “ragazze di via della Rivoluzione”, quelle si sono tolte il velo sventolandolo come una bandiera; per lungo tempo a fianco del premio Nobel Shirin Ebadi, insignita del premio Sakharov da parlamento europeo, lo stesso parlamento europeo cui lei stessa, con un’intervista proprio al “Corriere”, si rivolse pochi mesi prima di essere arrestata, nel giugno del 2018, a proposito dei manifestanti iraniani scesi in piazza contro il carovita e la corruzione: “se Ue resterà in silenzio, i ragazzi spariranno nelle carceri”.
In fondo, quello di Narsin Sotoideh è stato impegno a difesa di quei valori che l’occidente non ha alcuna voglia di preservare (questa l’ho già detta).
Ma, dicevamo, la verità è una: di Narsin Sotoudeh non frega niente a nessun*.
Stupisce (ma non c’è da stupirsi più di tanto dato l’andazzo) che nel Paese, che un giorno sì e l’altro pure storpia ormai ogni parola che sennò c’è qualcuna, pardon qualcun*, che starnazza, furono a suo tempo gli avvocati in tutta Italia, tra questi l’ordine e la camera penale di Catania, a fare iniziative a sostegno della collega iraniana, correva l’anno 2019, era il mese di marzo.
(Una nuova iniziativa non sarebbe male…)
Per il resto silenzio.
Silenzio di tutti quei mediocri che un po’ il pensiero unico e un po’ il politicamente corretto ha reso “intellò”.
Silenzio di Laura Boldrini (capolista)
Silenzio di Roberto Saviano
Silenzio di Chiara Ferragni
Silenzio di Lilli Gruber
Silenzio di Michela Murgia
Silenzio di Daria Bignardi
Silenzio di Alessandro Gassman (ci mancava pure lui)
Silenzio di Giorgia Meloni
Silenzio di Lula Jebreal
Silenzio di Corrado Formigli
Silenzio dei radical delle arene estive
Silenzio di Fabio Fazio
Silenzio di “Repubblica”
Silenzio delle sardine
Silenzio di Selvaggia Lucarelli
Silenzio di Gad Lerner
Silenzio di quelli che… Rossana Rossanda (che una riga sua, c’è da scommetterci, non l’hanno mai letta)
Silenzio da “Non una di meno”
Silenzio dei Gretini
Silenzio di quelle che… sostengono quelle che… a squola ci vogliono andare scosciate
Silenzio di Asia Argento (do you remeber Kevin Spacey?)
Silenzio di quei deputati, tra cui la Boldrini per l’appunto, che s’erano inginocchiati per George Floyd.
Silenzio della De Gregorio… Concita.
Intanto, A.A.A. cercasi islam moderato: chi l’ha visto?
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