Lo segnala la Cgil di Catania per bocca del segretario generale della Camera del Lavoro, Giacomo Rota, della segretaria confederale Rosaria Leonardi e del responsabile delle Politiche abitative, Dario Gulisano. Il sindacato da moltissimo anni segue passo le Politiche abitative del territorio, troppo spesso non adeguate ai reali fabbisogni di una popolazione sempre più indigente. Il rischio più serio è che a questo dramma si aggiunga quello della manipolazione di pubblici ufficiali corrotti e persino dei clan. Ipotesi quest’ultima per nulla fantasiosa.
Sarebbe dunque necessario indagare su eventuali episodi di contraffazione ad hoc degli stati di famiglia, per poter acquisire maggiori punteggi nell’assegnazione di alloggi popolari, ovviamente a scapito di famiglie che hanno presentato regolare richiesta dichiarando la loro reale condizione di vissuto.
Anche i fenomeni della “vendita del diritto all’abitazione” o del subaffitto dei legittimi assegnatari a terzi o ancora l’occupazione senza titolo derivante da persone non in stato di necessità, magari vicine ad ambienti malavitosi, ci risultano essere pratiche consolidate. Tutti espedienti che hanno radici ben salde negli ultimi decenni, tanto da far pensare ad una possibile regia e su cui chi doveva controllare, non sempre ha agito con efficacia.
Dopo l’inchiesta “Sipario”, la CGIL di Catania ritiene dunque indispensabile aprire un confronto con il Comune e lo IACP per promuovere la nascita di una nuova stagione di verifiche e di monitoraggio, certa che solo la trasparenza dia reale valore alla legge e alle tantissime persone che lavorano onestamente, e spesso con grandi sacrifici, per la Cosa pubblica.