Incredibile a Catania. TARI: l’amministrazione comunale “ristora” i pubblici esercizi, per licenziati, cassaintegrati, precari e lavoratori al nero, che c’é?

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di Domenico Stimolo

Nulla! Stando il pensiero e la pratica di Lor Signori, non esistono. Eppure, solo nella nella nostra città sono decine di migliaia.

La delibera varata a fine ottobre dalla giunta comunale, in riferimento all’apposito fondo perequativo stabilito dalla Legge Regionale del 12 maggio, parla chiaro. A seguito delle conseguenze derivanti dal Covid viene disposto, per “ uffici e attività commerciabili”, il taglio della TARI ( tassa sui rifiuti volgarmente detta spazzatura) del 60% per il periodo ricadente tra l’uno marzo e il 31dicembre. L’elenco degli “interessati” è molto lungo ed articolato. Le categorie sono complessivamente trentuno.

Sintesi: da scuole, biblioteche, luoghi di culto, cinema, teatri, campeggi, stabilimenti, balneari, impianti sportivi, alberghi, banche, studi professionali, librerie, cartolerie, negozi di abbigliamento, calzature, negozi di vario tipo e genere compreso l’antiquariato, banchi di mercato, tutte le attività artigianali( parrucchieri, barbieri, elettricista…..), attività industriali, tutte le attività di ristorazione, discoteche ed organizzazioni di feste ed eventi in genere.

Dunque, una “platea” molto grande. Tutti affratellati dal comune “ristoro”. Bene. Tutte le attività commerciali, sono state variamente penalizzate dalle conseguenze derivanti dal Covid. Nessuna distinzione, però, viene fatta tra “piccoli” e grandi, volumi di fatturato e utili di bilancio ( si veda in particolare le banche – caso più eclatante -, e non solo).

Però, come ben noto, il Covid è cieco ( il virus è inoltre totalmente analfabeta) , colpisce senza distinzione di “casta”, ruolo sociale e identificazione. Le conseguenze derivanti dal drastico abbassamento delle attività umane/economiche riguardano tutti i cittadini.

Quindi, le normative preposte dalle varie gerarchie istituzionali non dovrebbero riguardare solamente i gestori di pubbliche attività. In questo caso specifico, sulla TARI sono coinvolti tutti! In particolare, per le tragiche conseguenze derivanti, i lavoratori collocati in cassa integrazione e i licenziati, lavoratori precari e/o al nero, percettori di Reddito di Cittadinanza e di Reddito di Emergenza, disoccupati che sono gli ultimi degli ultimi. I lavoratori, dipendenti delle attività commerciali interessati dal provvedimento sono anch’essi- primi della lista – cittadini regolarmente iscritti nei comunali elenchi della Tari. a seguito delle normative preposte dalle varie gerarchie istituzionali

La gran parte di questi vive in condizioni di grande povertà. Non riescono minimamente a soddisfare le necessità delle proprie famiglie. Un “ristoro” sulla TARI è proprio fondamentale. Devono essere i primi dell’elenco dei beneficiari dello sconto Tari.

Per loro, a Catania sono molte decine di migliaia, non è stato previsto nessun “ristoro”! Come se fossero “paria”, componenti delle caste inferiori, invisibili che non hanno diritto. Una discriminazione incomprensibile ed inaccettabile. E’ prioritario che l’Amministrazione comunale catanese attivi con immediatezza le decisioni a favore di questi cittadini.

Tra l’altro la TARI ( quella catanese è tra le più alte in Italia) è lo scandalo economico principale che riguarda la città. In termini di civica tassazione richiesta per l’effettuazione di un fondamentale servizio bene comune. E’ noto che la metà dei contribuenti non paga. Un’evasione altissima che fa attestare Catania ai primi posti nazionali nell’apposita graduatoria. Le conseguenze sono, e sono state, drammatiche, in particolare nel corso degli ultimi due decenni. Le cifre economiche evase assommano complessivamente a svariate centinaia di milioni di euro. La voce principale è costituita dalla Tari non pagata. Il complesso della gigantesca evasione di tutte le tassazioni locali previste nella nostra città ha determinato il dissesto finanziario in essere, dichiarato ufficialmente a fine del 2018.

Chi sono gli evasori? Essenzialmente si dividono in due categorie: i residenti delle civiche abitazioni e i gestori delle pubbliche attività – I soggetti beneficiati dalla delibera comunale – Di quest’ultimi la pubblica opinione sconosce le quantità complessive e le suddivisioni per categorie di attività ( le trentuno tipologie precedentemente richiamate).

Sarebbe stata cosa buona e giusta che l’Amministrazione comunale contestualmente al “ristoro” determinato avesse assunto tutte le fondamentali ed improcrastinabili iniziative necessarie per recuperare le gigantesche cifre economiche evase, per portare vero ristoro alle esauste casse comunali, comunicando, altresì, alla città lo stato dell’arte dell’evasione, suddiviso per categorie e per quantità economiche correlate.

Purtroppo, pagano sempre i cittadini onesti, civili e democratici, che regolarmente saldano l’annuale Tari.

Di ben altro indirizzo la decisione assunta dall’amministrazione comunale di Palermo. Considerato che la città è interessata da una grande evasione dei tributi locali, giorno 30 ottobre da parte del Consiglio Comunale è stato votata una nuova norma inserita nel Regolamento. Dal 1° gennaio 2021 è prevista la sospensione della licenza commerciale per coloro che non provvedono entro 30 giorni ad iniziare a pagare le tasse evase, anche con rateizzazione concordata.

E’ sempre utile ricordare che il pagamento dei tributi locali è fondamentale per la messa in opera da parte dei Comuni, dei Servizi, in quantità e qualità, che sono a carico dei Comuni medesimi. I Servizi sono tanti, costosi, a beneficio dell’intera collettività (…evasori compresi). In questa fase storica, dopo il taglio dei contributi nazionali e regionali, la lotta all’evasione fiscale dei tributi locali è assolutamente prioritaria.

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