di Fabio Cantarella
Il deputato nazionale Basilio Catanoso, neo coordinatore provinciale del Popolo della Libertà, ha mantenuto fede all’impegno assunto nei giorni scorsi dal palco del congresso del Pdl allorché ebbe a denunciare pubblicamente certi strani rapporti tra mafia e politica all’interno delle aziende partecipate dagli enti pubblici.
Così Basilio Catanoso, ieri mattina, si è recato negli uffici della Procura della Repubblica di Catania, per presentare un esposto ed essere sentito per quanto dichiarato in merito a certe assunzioni all’interno delle società partecipate. A raccogliere la sua denuncia sono stati il procuratore capo della Repubblica Giovanni Salvi, gli aggiunti Michelangelo Patanè e Carmelo Zuccaro e la dottoressa Agata Santonocito anch’ella magistrato della direzione distrettuale antimafia.
“Sono stato sentito dalla Procura della Repubblica di Catania in merito alle mie considerazioni sulle modalità di assunzione che negli anni passati sono state adottate da molte aziende partecipate e pubbliche -ha detto Basilio Catanoso- nonché da aziende private che svolgono servizi per gli enti pubblici territoriali e non. E’ importante trovare il coraggio di denunciare queste cose per dare una svolta, affinchè nel nostro Paese si evitino ingiuste sperequazioni e perseverazioni su certi modi di fare”.
Basilio Catanoso ci ha anticipato di aver anche fatto dell’altro affinché si elimini alla radice il problema, “ho predisposto un apposito disegno di legge perché il Parlamento regoli il sistema di assunzioni nelle aziende pubbliche o partecipate” dice ancora Catanoso”.
In un nostro precedente servizio vi avevamo raccontato come in occasione del congresso provinciale del Pdl, che lo ha rieletto vertice del partito in provincia di Catania, Basilio Catanoso aveva detto: “…Abbiamo il dovere di dire basta, non solo perché siamo alternativi a questo tipo di gente, ma perché bisogna chiederci quali sono i meccanismi per le assunzioni nelle aziende municipalizzate o nelle aziende che lavorano con il pubblico perché queste sono regolate da rigorosi e rispettosi principi di legalità, legati alle graduatorie e alle liste di disoccupazione e verificate da autorità competenti, questo possiamo farlo solo noi; si deve interrompere il meccanismo che, invece, tuttora funziona con un allegro utilizzo di queste aziende private che lavorano col pubblico e quindi finte private o del tutto pubbliche o partecipate dal pubblico, figuriamoci che a Catania -ed è giusto che lo si dica e che lo si sappia- ci sono alcune di queste aziende -parlo di aziende pubbliche- che hanno dentro persone in primo grado parenti di malavitosi notissimi, ci sono dei malavitosi che lavorano in queste aziende, spesso non sospesi, anche se in carcere e la magistratura si chiede dove sta il nesso tra mafia e politica”?
E per finire aveva aggiunto: “Basta soltanto chiedere a coloro i quali le governano adesso o le hanno governate e hanno assunto questa gente, chi glieli ha indicati. E’ facilissimo. Quindi, ho dato una ricetta che non è molto difficile e mi prendo la responsabilità (poi mi prenderò dopo il merito) di andare in Procura a portare un elenco di queste aziende che dentro hanno queste cose. Se non diciamo questo, noi non facciamo il nostro dovere, noi non rispettiamo la gente che ci ha votato, quella gente, tanta povera gente avrebbe il diritto più di altri, per esempio, ad entrare perché -non lo so- perché nella lista disoccupazione è prima di un altro…”
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