di iena giudiziaria marco benanti
Ci sono “morti di serie B” –malgrado la stucchevole retorica della “legge uguale per tutti”- che per ottenere giustizia (se mai l’avranno) devono vedere di tutto. Anche situazioni intollerabili.
E’ il caso di Orazio Savoca, una giovane vita (25 anni) spezzata in una calda giornata di quattro anni fa (8 agosto 2012) in un cantiere pieno di illegalità a San Cristoforo. Dove Orazio Savoca lavorava in condizioni che ledono la dignità di una persona. La morte arrivò dopo un volo di 10 metri di altezza. E Savoca lasciò la moglie e due figli in tenera età.
Una morte per la quale fu aperta dalla Procura della Repubblica un’inchiesta. I sindacati parlarono subito di “omicidio”.
Bene, nel gennaio del 2015, il Gup del Tribunale di Catania Giuliana Sammartino aveva rinviato a giudizio cinque persone: i proprietari e committenti dei lavori di demolizione e ricostruzione dell’immobile di via Tripoli, Francesco Buscema e Marta Bosco, i datori di lavoro e amministratori della “Cema”, impresa appaltatrice da cui dipendeva l’operaio Bruno Weiro Silvano Borghi e Piera Ninfa e il coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e in fase di esecuzione dei lavori designato dalla committenza in relazione alle opere di demolizione e ricostruzione dell’immobile Giorgio Gugliotta.
Per tutti l’accusa è di omicidio colposo (a Borghi e Ninfa sono contestate anche una serie di violazioni al testo unico in materia di sicurezza sul lavoro). Un caso di omicidio colposo, quindi, per inosservanza della normativa sulla sicurezza nei cantieri, che ha gettato nello sconforto i familiari della vittima e in particolare modo la giovane moglie che con i figli non si rassegnano a non vedere più il marito, il papà fare ritorno da quella giornata di lavoro.
Da allora, sono passati 19 mesi (!), ma il processo per una “morte di serie B” non è cominciato. Perché? Perché il Tribunale ha sempre sbagliato Giudice.
Avete capito bene? Non sono riusciti a comporre un regolare Tribunale per procedere al dibattimento. Ora, l’ultimo rinvio indica il 27 giugno 2017, davanti alla prima sezione del Tribunale di Catania! Una autentica vergogna!
Si comincerà, quindi, dopo 5 anni dalla morte e 6 rinvii senza nessuna attività in quanto il Tribunale ha sempre sbagliato il Giudice.
I legali di parte civile (Mario Brancato, Antonio Patti, Alfio Grasso, Michele Ragonese e Ciancio Paratore) hanno preannunciato che depositeranno istanza di anticipazione udienza. E parrebbe che potrebbero presentare un esposto al Csm sulla vicenda.
La nonna di Orazio Savoca Rosa Patti, con cui il giovaner era cresciuto, ha dichiarato: “mio nipote è morto due volte”. Chi ha una coscienza, chi crede in altro che nella giustizia di classe, non si giri dall’altra parte.
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