“Insultato, minacciato, sputato da chi parla di diritti umani”


Pubblicato il 31 Gennaio 2019

E il “Fatto Quotidiano”? “Non mi ha pubblicato la richiesta di rettifica”

di Marco Benanti

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La manipolazione ideologica da parte della sinistra comunista della memoria di Pippo Fava ha vissuto, il 5 gennaio scorso, un altro capitolo. Una vicenda che ha visto come protagonista l’avv. Fabio Cantarella, che, fra l’altro, è dirigente della Lega e assessore comunale all’ecologia.

Gli abbiamo rivolto alcune domande.

 

Fabio Cantarella, a mente fredda, ripercorriamo quanto accaduto nel pomeriggio del 5 gennaio scorso, in occasione delle iniziative in onore di Pippo Fava. Ci spieghi perchè sei andato in piazza Roma e con quali obiettivi.

“Sono andato in piazza Roma perchè ritengo che una manifestazione che parla di legalità, che vuole diffondere la cultura della legalità, dovrebbe avere poi la maturità di superare gli steccati politici. Quindi, pensavo che sarei stato accolto con soddisfazione, in quanto ritenevo che uno di idee completamente opposte che sposa un evento come questo, organizzato da altri, doveva essere un motivo di gemellaggio all’insegna della cultura delle legalità.

Avevo i requisiti per prenderci parte, perchè non ho avuto problemi con la giustizia, non ho avvisi di garanzia, on ho procedimenti pendenti, non ho condanne, non ho nulla, ho gestito la Pubblica Amministrazione avendo fatto per cinque anni il vicesindaco a Mascalucia, ancora cinque anni il consigliere comunale con tante denunce fatte nei rifiuti e con inchieste aperte sue mie denunce. Inoltre, a Catania gestisco l’ assessorato più difficile al mondo, quello dei rifiuti, con inchieste della Dia che prima di me hanno colpito lo stesso assessorato e ancora oggi non ho un avviso di garanzia, anzi ho fatto pulizia, ho rimesso trasparenza lì in molti settori in cui c’erano veramente tante criticità, quindi pensavo di avere tutti i requisiti morali per prendere parte a quell’evento.

Mi sono trovato accerchiato da Iannitti, da Orioles, che in modo veramente molto pesante, molto vergognoso, mi invitavano ad andare vita, perchè io, essendo di idee politiche diverse dalle loro loro, non avevo titolo per stare lì.

Orioles mi ha anche detto che siccome io assessore faccio parte della rete di coloro i quali sono favoriti da questo sistema, in quanto assessore per arrivare lì sicuramente faccio parte del sistema. Una vergogna, gli ho detto questo qua significa disprezzare le istituzioni, gli ho detto anche se lei magari non ha precedenti penali pendenti io non li ho facendo le cose più pericolose, penso che gli posso fare scuola e doposcuola di legalità. Poi, lui si è inalberato, mi hanno accerchiato, ho dovuto chiamare la polizia.”

 

Sei stato accusato di voler fare passarelle politiche. Cosa rispondi?

“Mi hanno accusato di voler fare passerelle politiche, ma io sono andato lì da solo, senza bandiere, senza simboli, ero con il mio giubbotto, pantaloni, scarpe normalissime, niente di distintivo, ripeto ero da solo, mi ero messo in mezzo al corteo neanche in cima al corteo, in mezzo ad un gruppo di persone, quindi non ero neanche messo in posizione tale da essere identificato.

Non c’era la voglia di fare la passerella, c’era la voglia di fare qualcosa di diverso dal solito; avevo avuto l’impressione come se come se la memoria di Fava fosse ostaggio, la stessa sottocultura sai quando il santo viene tenuto in ostaggio e viene fermato sotto la casa dei boss come se fosse non delle comunità, non delle collettività, ma ostaggio di una sottocultura, in questo caso quella mafiosa; ecco ho avuto la stessa sensazione, non la sottocultura mafiosa, ma simile, qualcuno che voleva tenere in ostaggio la memoria di Pippo Fava, come se appartenesse questo patrimonio soltanto a lui e quindi io mi sono ribellato fortemente, a quel punto ho capito che non potevo andare via perchè avrei tradito la memoria di Pippo, ho chiesto l’ausilio della polizia, hanno chiamato rinforzi, mi hanno scortato per tutto il corteo. Un corteo contraddistinto da insulti, minacce “Per una Sicilia più bella liberatici da Cantarella”, “Salvini nazista, Cantarella fascista”, “Fuori i razzisti dal corteo” , “Fuori i fascisti dal corteo”, “Fuori i nazisti dal corteo”, “Solidarietà e accoglienza la nuova Resistenza”, slogan che credo nulla abbiano a che vedere con l’antimafia e poi una cosa che mi ha fatto molto ridere, tutto il corteo contraddistinto da questi cori e poi all’ingresso di via Fava Orioles ha dato indicazione di fermare questi cori. Che vergogna. Non volevano fare sentire a chi aspettava sotto la lapide la vergogna che avevano fatto per tutto il tragitto. Vergognoso”.

 

Cosa ha fatto la polizia nella circostanza?

La polizia mi ha tutelato perchè ad un certo punto si erano messi attorno a me in modo molto minaccioso; quindi mi hanno detto: “senta, lei vuole fare il corteo?” Ho risposto: “Si lo voglio fare adesso più che mai”. Hanno chiamato il Questore e il Questore ha dato disposizioni e io ho potuto fare il corteo.

C’erano alcuni giornalisti presenti che hanno raccontato i fatti, però è vergognoso l’articolo del “Fatto Quotidiano” che è l’unico che racconta una verità che non esiste, l’opposto di quello che è successo e lo firma lo stesso Orioles, addio deontologia.

Cioè colui che mi ha insultato, mi ha invitato in modo molto pesante ad andare via, che mi diceva che non ero degno di stare lì, che non avevo nulla a che fare con l’antimafia perchè ero assessore, uno che ha dimostrato disprezzo per le istituzioni, fa l’articolo in cui è parte in questione e va a raccontare una verità che non esiste, che è smentita dai video, dalla polizia stessa che ha fatto una relazione che ha trasmesso al Ministero, da tanti presenti, c’è chi ha fatto post su facebook. Io per tutto il corteo ho subito insulti, minacce, sputi e sono rimasto in silenzio, senza neanche dire mezza parola e più volte Iannitti fermava il corteo e invitava la Digos a rivalutare l’opportunità che io stessi lì, chiedendo alla Digos di allontanarmi finchè gli agenti della Digos si sono seccati invitandolo a camminare, pena un’altra relazione per rappresentare questa violazione dei diritti di una persona.”

 

Hai chiesto la rettifica al giornale?

Ho mandato anche una rettifica (leggi in fondo, ndr) al ‘Fatto Quotidiano’ allegando documenti che comprovano il contrario di quello che loro hanno scritto, tra cui un video, tra cui tre, quattro articoli pubblicati da persone che erano lì presenti e che hanno assistito ai fatti, però non mi hanno né risposto né pubblicato la rettifica, nè mi hanno risposto, io ho fatto una mail a tutta la redazione e ho fatto poi una Pec che loro hanno ricevuto perchè ho la notifica ma non mi hanno mai pubblicato il diritto di rettifica.”

Come hai vissuto questa vicenda?

“Amareggiato, deluso, incredulo all’inizio. Ho pensato che non poteva essere che andare ad una manifestazione antimafia potesse portare a subire simili cose, siamo al paradosso ho pensato, è una cosa assurda, e questa gente pensa poi di fare la morale agli altri, parla di diritti umani, diritti dei migranti e calpestano il diritto di coloro che hanno accanto, come fanno a mettersi la Costituzione al petto e poi non rispettano il minimo diritto costituzionale di chi non la penso come loro. Fava è morto per dare libertà ai siciliani e loro, invece, hanno tenuto un comportamento opposto a quello che voleva essere la memoria di Pippo Fava.”

E’ vero che alcuni volti noti a Catania come Matteo Iannitti non ti hanno espresso solidarietà, anzi ti hanno consigliato di andare via?

“Iannitti l’ ho già detto si è comportato in modo vergognoso, è stato il primo che mi ha invitato ad andare via, poi chiamava poi gli altri per farli venire perchè mi invitassero ad andare via. L’avvocato Montalto, in modo molto accanito, vergognoso che un collega -io sono anche avvocato- possa comportarsi così.

L’unico che si è dissociato è stato Giacomo Rota che ha preso le distanze dal loro comportamento, lì sul posto. Poi si è dissociato anche Claudio Fava, il quale mi ha detto che lui non partecipa mai alle loro manifestazioni perchè sa come si comportano. Mi ha espresso la sua solidarietà e mi ha detto che simili azioni danneggiano la memoria di Pippo Fava.”

In generale, che riflessioni fai alla luce di quanto accaduto il 5 gennaio?

“Questa è l’antimafia siciliana, un’ antimafia di facciata, come la vediamo in tante altre vicende. Ci sono persone che sono in prima linea con l’antimafia e poi nei fatti hanno una sottocultura mafiosa, stessa cosa qui: ci si riempie la bocca con l’antimafia, si fa la morale agli altri e alla prima occasione in cui devi dimostrare che fai veramente cultura della legalità perdi un’occasione, ti fai condizionare dalla tua fede politica, dimenticando appunto che queste cose non hanno un colore politico.”

Chi era secondo te Pippo Fava?

“Era una persona libera, non condizionabile, non ricattabile e quindi libera, una persona che si è sacrificata per rendere liberi anche gli altri, quindi, il suo coraggio, il suo modo appunto di fare anche la sua professione senza essere condizionato sono un esempio assolutamente da ricordare e onorare da fare in modo opposto a quello in cui lo hanno fatto i soggetti che hanno organizzato quel corteo”.

Il prossimo anno sarai ancora presente alle manifestazioni del 5 gennaio?

“L’anno prossimo prenderò ancora parte alle celebrazioni e inviterò tante persone che non ci vanno ad andarci e il primo che invito è Claudio Fava, che non ha preso parte al corteo perchè non condivide il modo in cui lo gestiscono Iannitti&Company.

Claudio Fava ha detto che non vuole più prendere parte alle celebrazioni, io lo invito, invece, a fare quanto ha detto cioè a restituire la memoria di suo padre al patrimonio collettivo: venga lì e liberi quel corteo dall’ostaggio di quella gente e lo restituisca veramente a tutta la gente libera che vuole rivedersi in quelle battaglie”.

 

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Ecco la richiesta di rettifica:

 

AL DIRETTORE DE IL FATTO QUOTIDIANO.IT

Pec : amministrazione@pec.ilfattoquotidiano.com

petergomez@ilfattoquotidiano.com

E P.C.

s.ceriotti@ilfattoquotidiano.it

f.amato@ilfattoquotidiano.it

redazioneweb@ilfattoquotidiano.it

segreteria@ilfattoquotidiano.it

 

Oggetto: richiesta di rettifica ai sensi dell’art. 8 Legge 47/1948

Illustre Direttore,

in riferimento all’articolo pubblicato in data odierna sulla testata online www.ilfattoquotidiano.it, da Ella diretta, dal titolo “Catania, l’assessore Cantarella contestato al corteo per Pippo Fava. Si è imbattuto nell’antimafia vera” consultabile al seguente URL: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/09/catania-lassessore-cantarella-contestato-al-corteo-per-pippo-fava-si-e-imbattuto-nellantimafia-vera/4881695/,

La invito,  a voler provvedere, immediatamente e senza ritardo, ai sensi dell’art. 8 Legge 47/1948, alla rettifica di quanto riportato nel citato articolo nella collocazione prevista dalla legge e con risalto analogo, titolo incluso, a quello riservato al brano giornalistico cui la rettifica si riferisce, quanto segue:

Non corrisponde al vero lo scrivente urlante e scalciante sia stato portato via dai poliziotti. Si tratta di notizia assolutamente diffamatoria, in quanto per come documentato minuziosamente dalle Forze dell’Ordine presenti sul posto, ho da prima subito minacce, e successivamente insulti per tutta la durata del corteo. Tutto questo senza aver minimamente reagito, neppure verbalmente agli insulti e alle offese subite che nulla avevano a che fare con lo spirito del corteo che doveva semplicemente onorare un giornalista ucciso dalla mafia.

La Polizia è si giunta sul luogo, ma non per allontanare me, come avete falsamente riportato nell’articolo in questione, ma al contrario per scortarmi per tutta la durata del corteoconsiderato il fare minaccioso di alcuni soggetti presenti che mi avevano precedentemente invitato a lasciare l’area pubblica. Sarebbe bastato consultare on-line i numerosi articoli redatti dai giornalisti presenti all’accaduto, nonché i video rilanciati da alcune emittenti locali al fine di verificare la falsità delle notizie riportate nell’articolo in questione. A meno che non si sia deciso di riportare volutamente, una notizia non vera al solo fine di diffamarmi. Ma questa valutazione la lascio ai vostri lettori, tra cui mi onoro di far parte.

Inoltre, in riferimento all’anch’essa diffamatoria associazione tra lo scrivente e tale Corrado Labisi, è palese come risulti una forzatura messa in atto al solo fine di screditare la mia immagine.

Innanzitutto, a scanso di equivoci, non appartengo ad alcuna associazione massonica o similare, come facilmente riscontrabile dagli elenchi che per legge debbono essere depositati presso le questure, e nessun rapporto è mai esistito tra me e il Labisi, se non un unico articolo giornalistico pubblicato nel lontano 2009 in una rivista pubblicitaria diffusa come appendice del mensile “PAESI ETNEI OGGI” di cui sono stato direttore responsabile per diversi anni. Oltretutto mi pare ridicola la circostanza che l’aver scritto un articolo per la rivista di un’associazione significhi che il giornalista autore ne faccia parte. Equivarrebbe a sostenere  che tutti i giornalisti che scrivono di calcio siano o siano stati calciatori: davvero ridicolo!

Tale unica pubblicazione che promuoveva le attività di un’associazione culturale, risale addirittura a 10 anni addietro, quando il Labisi non aveva alcuna indagine in corso considerato che la sua vicenda processuale, per fatti che nulla hanno a che vedere con la mafia, risale soltanto alla fine del 2018. Anche in questo caso siamo di fronte ad una mistificazione della verità, messa in atto da chi ha scritto l’articolo al solo fine di diffamarmi.

Peraltro, uno degli autori dell’articolo in questione, nella specie il sig. Riccardo Orioles, conosce bene i fatti in quanto era presente alla manifestazione antimafia del 5 gennaio scorso, e come verbalizzato dalle forze dell’ordine è stato tra i primi ad inveire contro me al fine di invitarmi a lasciare il corteo in quanto essendo esponente della Lega di Matteo Salvini, a suo dire non avevo avrei avuto titolo per prendere parte ad una manifestazione Anti-Mafia.

Rimetto nuovamente ai vostri lettori la valutazione di cosa c’entrino i seguenti cori con una manifestazione che dovrebbe unire tutte le persone di sani principi, aldilà del colore politico di ognuno, al fine di affermare la cultura della legalità. “CANTARELLA FASCISTA – FUORI I LEGHISTI DAL CORTEO – PER UNA SICILIA PIU’ BELLA LIBERATECI DA CANTARELLA – FUORI I RAZZISTI DAL CORTEO, SOLIDATARIETA’ ED ACCOGLIENZA LA NUOVA RESISTENZA PARTE DA RIACE”.

Peraltro, incitando ad un sindaco, che, come ben noto, è attualmente sottoposto ad indagine.

Rimetto ancora alla valutazione dei vostri lettori se ha sbagliato lo scrivente o se qualcuno, in primis l’autore dell’articolo Riccardo Orioles ha perso un’occasione per unire destra e sinistra nel nome dell’antimafia come avrebbe voluto Pippo Fava.

Per quanto sopra, mi riservo, infine, nei prossimi giorni, di dare mandato ad un collega per adire l’Autorità Giudiziaria, in sede penale e civile, al fine di fare emergere i profili diffamatori riportati nell’articolo in questione ed ottenere il risarcimento di tutti i danni all’immagine e alla reputazione subiti e subendi.

Distinti saluti.

Catania, 09 gennaio 2019

Avv. Fabio Cantarella.

 

fonte: I Vespri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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