Intervista a Salvo Pogliese, politico tra i più amati a Catania

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Salvo Pogliese è un catanese doc come ce n’è pochi in giro tra i politici. Laureato in Economia e commercio, fin da giovanissimo si è cimentato con passione e coerenza nell’attività politica.

Assai educato e preparato, non è uno dei tanti che ha scelto la politica per sete di potere o per arricchirsi, ma per passione. I suoi concittadini lo sanno bene questo, tanto che lo hanno sempre “benedetto” con una marea di consensi. Storica, nel 1997, l’elezione a Palazzo degli Elefanti con oltre 1500 preferenze che lo hanno portato ad essere il consigliere più votato (ma anche il più giovane a presiedere la prima seduta del Civico consesso).

E’ stato segretario provinciale e dirigente nazionale del Fronte della Gioventù, leader regionale di Azione giovani, dirigente nazionale di Alleanza nazionale, senatore accademico e consigliere d’amministrazione dell’Università di Catania, assessore provinciale.

Rieletto deputato regionale con consensi bulgari (19mila preferenze!), anche all’Assemblea Regionale Siciliana ha subito fatto vedere che è uno a cui non piace stare con le mani in mano ed i numeri parlano chiaro: 86 disegni di legge, 12 da primo firmatario, 126 interrogazioni parlamentari, 56 da primo firmatario, numerose mozioni e diversi ordini del giorno.

On. Pogliese, lei a Catania città ha sempre raccolto un mare di consensi, su tutte come dimenticare la storica elezione al Consiglio comunale di Catania che per il record di preferenze la vide sedere sullo scranno della presidenza, e le ultime elezioni regionali 19mila preferenze, il più votato a Catania e provincia: lascerebbe l’ARS per fare il sindaco? O preferirebbe andare alla Camera dei deputati?

Sarebbe ipocrita da parte mia dire che la proposta di un’eventuale candidatura a sindaco di Catania, rilanciata da più parti a mia insaputa, non m’inorgoglisce e non mi riempie di una gioia sincera che solo i catanesi doc, che amano visceralmente Catania come me, possono comprendere in pieno. Ma ritengo sia eccessivamente prematuro parlarne quando dalle elezioni amministrative ci distanziano ben due lunghi anni. Ciò doverosamente premesso, parlando di elezioni e di candidati da individuare, credo che il centrodestra debba riflettere in maniera articolata su alcuni errori oggettivamente commessi in varie città d’Italia (basti pensare Napoli, Cagliari e molte altre). E’ altamente auspicabile il cambio del meccanismo di selezione della classe dirigente del partito, che non può più essere individuata all’interno di ovattate, e a volte troppo distanti dai cittadini, sedi di partito o segreterie di parlamentari. Occorre tastare il polso dei militanti, dei simpatizzanti e dei nostri elettori attraverso il meccanismo delle primarie. Strumento altamente democratico quello delle primarie di cui tengo a dire non sono, come molti altri, un infatuato dell’ultima ora, avendole come segretario regionale di Azione Giovani già lanciate provocatoriamente a Catania undici anni fa nel 2000, tra lo stupore e l’avversione dell’establishment di allora di Alleanza Nazionale e Forza Italia, per la scelta del candidato sindaco della coalizione di centrodestra. In quella occasione ottenemmo la straordinaria partecipazione di ben 4mila catanesi che, documento alla mano, votarono nei banchetti da noi allestiti in tutti i quartieri della città, esprimendo la loro libera scelta su quello che a loro parere sarebbe dovuto essere il candidato sindaco del centrodestra per la città di Catania. Quindi sì alle primarie a Catania come nel resto d’Italia per un cambio di rotta del partito, e in questa ottica accolgo con grande soddisfazione le ultime dichiarazioni di Alfano, Nania e Castiglione che aprono a questa scelta con convinzione.

Catania vive un momento di difficoltà, non solo economica ma anche sociale e culturale. Quale è, a suo parere, la maggiore preoccupazione per i catanesi e su cosa bisognerebbe puntare per sostenere il rilancio di Catania?

L ‘argomento è trito è ritrito ma è palese come sia il lavoro la preoccupazione più grande dei catanesi, occorre quindi necessariamente attivare tutte le iniziative possibili per creare nuovi posti di lavoro, anche in campo culturale. Il mio sogno è che Catania possa diventare come Barcellona con un water front attrattivo come quello della capitale catalana e un cuore, mi riferisco a San Berillo vecchio, ristrutturato magari nello stile di Temple Bar a Dublino. E’ chiaro come una simile opera di riqualificazione e rinascita del centro storico ridarebbe non solo fiato all’economia cittadina, durante i necessari anni per il completamento dei lavori, ma costituirebbe anche e soprattutto una poderosa iniezione di fiducia per i giovani catanesi a città ripartita. Per inciso, sono assolutamente convinto che la “bellezza” possa contribuire fortemente a salvare Catania, la città riqualificata potrà e dovrà essere anche un centro culturale in grado di far risorgere l’occupazione intellettuale.

E’ tornata prepotentemente, sulla scorta di recenti fatti di cronaca giudiziaria, sul tavolo della politica regionale e nazionale la questione morale. La distanza, che ormai sembra abissale, dei cittadini dalla politica è sanabile e in quale modo?

E’ consequenziale che le recenti notizie di politici inquisiti, e in alcuni casi arrestati, e i molti episodi di mala amministrazione sia in ambito nazionale che regionale, alimentino il clima di sfiducia dei cittadini nelle Istituzioni, soprattutto in una contingenza nella quale a tutti vengono chiesti sacrifici per superare l’attuale momento di crisi. E’ allora assolutamente necessario che i partiti pongano il loro fondamento sulla questione morale, mettendo alla base della politica lo spirito di servizio e la trasparenza. Solo così, infatti si potrà rinsaldare il rapporto sodale tra i partiti e l’elettorato, per raggiungere insieme obiettivi di crescita socio-economica e di civiltà.

L’Assemblea regionale siciliana, attualmente nell’occhio del ciclone per i troppi deputati con guai giudiziari (28 su 90), è stata solo pochi giorni fa luogo di una significativa manifestazione dei militanti della Giovane Italia, cui sono stato l‘unico deputato regionale a prendere parte, che hanno lanciato un chiaro segnale al mondo politico-istituzionale: la gente è delusa e sconcertata. Delusa perché la politica continua a essere sinonimo di malaffare, con deputati colti con le mani nella marmellata di squallidi giochetti di tangenti o con “amicizie” molto discutibili. Sconcertata perché è difficile da comprendere come deputati indagati per gravi reati possano gestire oculatamente il bene comune. E’ giunto il momento che la Politica dia un forte segnale di pulizia e di credibilità, così come per esempio è successo a Catania con la firma, da parte di 11 partiti, di un codice di autoregolamentazione per le candidature, ed è altrettanto giunto il tempo che si facciano scelte coraggiose a cominciare dallo scioglimento anticipato dell’ARS e l’indizione di nuove elezioni.

Cosa le manca di più di An, sempre che le manchi qualcosa,

Alleanza Nazionale pur tra le sue mille contraddizioni e degenerazioni correntizie era comunque un partito fortemente radicato nel territorio, con una dialettica interna molto articolata, e con un movimento giovanile estremamente forte e propositivo. Il PdL, almeno fino a questo momento, ancora deve passare alla “fase due” della sua costituzione non essendosi finora in realtà dotato di una strutturazione radicata e organizzata in maniera completa. Quindi mi auguro, ma con la nomina di Alfano sono certo accadrà, che il PdL possa avviare la sua fase di crescita dando valenza al territorio, ai talenti, e alla meritrocrazia che per noi di destra è sempre stato un valore assoluto di riferimento, e che deve essere applicata nelle scelte della classe dirigente del partito e dei candidati a tutti i livelli.

Quali sono gli hobby di Salvo Pogliese?

Sono appassionato di quasi tutti gli sport, e molti ne ho praticati anche a livello agonistico, prima di rompermi il crociato destro durante una “Partita del Cuore” allo stadio Angelo Massimino qualche anno fa, ma naturalmente il mio cuore batte più forte per il calcio Catania che rappresenta la mia unica droga. Nonostante poi il poco tempo sono un lettore vorace e vario, i miei autori preferiti sono in assoluto Marcello Veneziani, Marco Tarchi e il sicilianissimo Andrea Camilleri.

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Redazione Iene Siciliane

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