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Intervista esclusiva ad un sacerdote esorcista. Esperienze e pericoli in un ministero che fa tremare al solo nominarlo
Pubblicato il 17 Settembre 2011
Molto spesso si parla dell’esorcista come di una figura extraterrestre, quasi si ha timore anche a pronunciare il suo nome.
L’esorcista invece ha un ruolo importante nella vita della Chiesa e spesso aiuta a risolvere casi drammatici, quelli dove nessuno riesce a mettere mano.
Abbiamo colto l’occasione della visita a Catania di un esorcista di passaggio e a bruciapelo gli abbiamo rivolto un’intervista.
Chi è un esorcista?
Gesù ci ha ordinato di pregare sugli ammalati, di imporre le mani su di loro e ci ha dato il potere delle guarigioni. L’esorcista è un sacerdote che ha l’incarico del Vescovo di esercitare il ministero di cacciare via il diavolo, di combattere il ‘male’, di guarire le persone dai malesseri spirituali conseguenza del proprio o dell’altrui peccato.
Tutti i sacerdoti hanno il ministero di esorcista ma l’esperienza della storia della Chiesa ha consigliato di ridurne l’esercizio richiedendolo soltanto ad alcuni sacerdoti espressamente incaricati dal proprio Vescovo, nel territorio della diocesi.
Ci sono due tipi di esorcismi. Quello minore che può esercitare ogni sacerdote, si tratta di una preghiera fatta a Dio per liberare una persona disturbata (lo siamo tutti), vessata, lo siamo in molti o posseduta dal diavolo (lo sono pochissime persone).
L’esorcismo maggiore è una imposizione a Satana di uscire dalla persona sofferente.
La parola “esorcismo” viene dal verbo latino exi (esci!) comando con cui il sacerdote impone al maligno di uscire dalla persona posseduta. Questo può farlo solo l’esorcista.
Come lo si diventa e come si viene scelti? Chi li designa?
E’ difficile che qualcuno si presti volontariamente ad esercitare l’esorcismo perché è un’attività molto scomoda e non facile da gestire per la ressa di persone che pensano di risolvere tutto ciò che non vogliono o non sanno risolvere da soli, con l’intervento ‘magico’ dell’esorcista. Si richiede una grande disponibilità ad ascoltare le persone, diverse delle quali avrebbero bisogno invece dello psichiatra. È necessario un grande lavoro di discernimento. I vescovi fanno fatica a trovare qualcuno che abbia i nervi a posto e una grossa corazza di fede e di pazienza. Quando il Vescovo me l’ha chiesto quasi aveva difficoltà a dirmelo. Ho risposto che accettavo come servizio e come sfida per una mia crescita spirituale. E mi sono gettato nell’arena. Ogni anno c’è un corso regionale. Ci sono poi incontri nazionali e internazionali.
Che ruolo hanno nella Chiesa?
È il contatto diretto con tutte le sporcizie della nostra società. Sono coloro che hanno le mani in pasta e la pasta è molto deteriorata. C’è un ricorso massiccio alla magia. C’ è il fenomeno dilagante del satanismo, delle messe nere, delle sedute spiritiche, dell’esoterismo, delle superstizioni. C’è molto peccato, molto disordine morale. Sono tutte cose che lasciano tracce e ferite, a volte insanabili difficili da scoprire e da sanare. Ci sono peccati che feriscono profondamente e lasciano segni indelebili, come l’aborto, il suicidio, l’omicidio, le sedute spiritiche … C’ è l’adulterio che sfascia le famiglie … queste cose danno al diavolo un potere immenso. L’esorcista è colui che raccoglie i cocci di una società, di una famiglia e di un uomo in frantumi. Quando si sono sbagliate tutte le strade e ci si è fatto molto male, si sono incontrate persone che hanno tratto vantaggi dalle nostre sofferenze e ci hanno rovinato del tutto, non resta che andare dall’esorcista.
Da quanto tempo esistono?
Per i cristiani dal tempo di Gesù, perché Lui ha cacciato i demoni e ce lo ha comandato. L’esercizio ha avuto fasi alterne anche con eccessi che hanno portato a restringimenti assoluti e alla regolamentazione di oggi.
A chi rispondete della vostra attività?
Innanzitutto al bisogno della povera gente. Chi viene da noi è rovinato da tutti i punti di vista, ha già perso tutto e tutti ed è stato già spogliato da tanti ladroni, da coloro che lucrano sulla disperazione altrui, maghi, ciarlatani e talvolta anche psicologi, medici … Un esperto della polizia ci ha riferito che in certi ospedali qualche infermiere passa le notizie sulla famiglia dei malati terminali ai maghi …
Noi rispondiamo al bisogno, alla sofferenza, alla disperazione; alla nostra vocazione di pregare e di guarire chi soffre; alla Chiesa che rappresentiamo e nel cui nome operiamo; a Dio che vuole che tutti gli uomini siano liberi.
Come si svolge un esorcismo, in cosa consiste?
Ogni persona ha manifestazioni, segni e reazioni diverse da tutti gli altri e ogni volta reagisce in maniera diversa. Bisogna essere pronti a contrastare le manifestazioni con determinazione, imponendo al nemico di abbandonare la preda, nel nome di Gesù. Ci vuole sangue freddo, non lasciarsi condizionare. Il ‘male’ si comporta come un cane, se ci si mostra paurosi ci morde, se gli mostri una pietra scappa via. Mi piace cantare quando faccio gli esorcismi ed esso va letteralmente in tilt, non mi sopporta, impazzisce. Mi piace anche scherzare, gli rispondo con battute di scherzo ed esso si imbestialisce perché non si sente preso sul serio. Preferirebbe un pauroso e ansioso. L’importante è non dargli importanza. Lo smonti.
Ci racconta una delle storie più drammatiche che ha dovuto affrontare?
Una volta due sacerdoti mi hanno portato in una casa ove c’era un giovane che non riuscivano a gestire. Manifestava una violenza verso di me superiore all’umano. Avrebbe voluto stritolarmi se cinque persone non lo avessero tenuto immobile con fatica. Si lanciava verso di me come una furia. Nel suo volto ho visto satana. Era di un brutto inimmaginabile. Con quel volto e con espressioni indescrivibili mi gridava ‘vattene’. Digrignava i denti come una bestia feroce e si lanciava verso di me per mordermi. Tentava in tutti i modi di strapparmi di dosso con violenza i sacri paramenti. Con immane fatica di tutti siamo riusciti a riportarlo alla normalità.
Altri casi particolari?
Una vecchietta, piccola piccola, che era stata portata di peso, perché non riusciva a camminare, mostrava invece una forza erculea e si metteva persino a ballare. Mi faceva grandi minacce con una voce virile.
Un ragazzo di 15 anni nitriva come un cavallo. Un uomo abbaiava come un cane.
Qualche liberazione?
Tante, soprattutto parziali. Ogni incontro, ogni preghiera è una liberazione anche se non sempre totale. Qualcosa accade sempre. Un benessere crescente c’è sempre. Non è facile liberare persone da situazioni molto antiche e radicate. Non si ottiene nulla quando le persone non collaborano, sono passive, come se si aspettassero tutto da te. Se, dopo l’esorcismo non cambiano vita neutralizzano subito i risultati raggiunti, ricadono sempre, e a volte la loro situazione diventa peggiore di prima.
Ci sono persone che compiono gesti terrificanti come far uscire dal proprio corpo oggetti incredibili in maniera inspiegabile, con sofferenze atroci.
Una signora si è liberata sull’altare, durante una preghiera di liberazione, davanti a tutti, dopo 34 anni di sofferenze e 9 anni di esorcismi. C’è stata la lotta finale, il diavolo voleva strangolarla, è diventata cianotica. Poi sotto l’effetto della preghiera e l’imposizione delle mani di due sacerdoti ha dovuto cedere. Quel giorno era vestita di bianco e piangeva e gridava “no il bianco, il bianco no!!!”. Ma quel bianco e quel grido accorato di preghiera ripetuta alla fine hanno vinto e tutti hanno potuto vederlo.
Un’altra donna mentre ancora facevo la preghiera di esorcismo, è diventata gioiosa e felice, si è inginocchiata e ha detto “sono libera!!!”. Era diventata un’altra persona. Abbiamo ripetuto la preghiera di esorcismo per diverse volte, per assicurarci che si trattava di una vera liberazione. Un giorno si rifece brutta di nuovo, cambiò voce e mi disse: “ti vuoi rendere conto che non ci sono più?”.
Come ci si prepara per essere in forma per gli esorcismi?
Ci vuole la forza della fede, della vita, della preghiera. Non si tratta soltanto di una preparazione immediata ma dell’essere radicati e fondati profondamente nel Signore, per non rischiare di essere sradicati dal ‘male’.
Che sforzo richiede fare un esorcismo e a quali pericoli andate incontro?
È il Signore che opera e compie prodigi di salvezza, bisogna soltanto dare spazio a Lui, far agire Lui, non essere di impedimento alla Sua azione. Lo sforzo non è necessario per l’esercizio del ministero (ove non si agisce a nome proprio) ma per gestire le persone, le loro imprevedibili irruzioni e reazioni, il disturbo del telefono che non dà tregua, di coloro che intervengono senza preavviso e senza le disposizioni necessarie, di altri che si candidano all’incontro con l’esorcista come se fosse un santone, che cercano benedizioni “speciali” ma spesso la loro fede è inficiata di superstizione..
Il ministero in sé è una gioia immensa: esercitare la forza, la potenza e la gloria di Dio; ridare la capacità di sorridere, di guardare avanti, di avere fiducia, riportare a Dio, dare speranza e sicurezza, rimettere in piedi persone disperate e distrutte … sono esperienze indicibili …
Naturalmente tanti desidererebbero vendicarsi del bene che compio nello spezzare il male e le cattiverie da loro compiuti ma nessuno può mettersi contro Dio e chi agisce in Suo nome.
Soprattutto il mio compito è riportare le persone a Dio, reinserirle in Lui, nella Sua forza e potenza, riportarle alla forza della preghiera e della fede, ricollegarle ai sacramenti. Tutto questo dà una gioia incredibile. È una forma privilegiata di apostolato con gli ultimi degli ultimi.
Organizzo preghiere di liberazione comunitarie, che sono molto frequentate, per far ritrovare il gusto e il piacere della preghiera e per inserire le persone in un contesto comunitario e far fare loro esperienza di Chiesa.
Un sacerdote che ci ha aiutato per le confessioni ha detto in un incontro pubblico che si trovava di fronte persone che stavano facendo un cammino di ritorno alla fede e alla Chiesa. Tanti ricominciano a confessarsi dopo decenni di perdizione.
Questa è l’esperienza più bella, più alta e più consolante
Una volta durante un esorcismo ho detto al maligno “ma ti rendi conto che ottieni l’effetto contrario, che a causa tua le persone si avvicinano a Dio, alla preghiera, ai sacramenti?” Alle mie parole mostrava una insofferenza fortissima, cercava di interrompermi in tutti i modi, di non farmi parlare. Alla fine ha risposto: “sì, ma non tutti”, sembrava uno sconfitto consapevole della sua sconfitta eppure ostinato nel male…
Com’è cambiata la sua vita da quando è divenuto esorcista?
L’esercizio di questo ministero mi ha sbattuto fortemente in faccia il male che ignoravo nella sua vastità e malignità ma nel contempo mi ha catapultato, nelle braccia di Dio come mai prima, per una esperienza di Lui che si rivela sempre insufficiente. Veramente esperimento le parole di S. Paolo “dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia” (Rm 5,20). Mi ha messo sul cuore l’uomo, le sue perdizioni e degradazioni, per collaborare a sciogliere le sue ali e farlo librare nel volo della vita. Mi rivela sempre più doni che non conoscevo. Mi ha rivelato più fortemente che Dio è Dio, che il male è vero ed è molto diffuso. Mi ha fatto esercitare qualcosa di grande e di bello che mancava nell’esperienza del mio sacerdozio che era stato già molto ricco e fecondo. Mi ritengo particolarmente fortunato di affrontare problemi veri, di incontrare senza finzioni e maschere la verità dell’uomo e di fare esperienza forte del Dio ‘che atterra e libera, che affanna e che perdona’.
Chi ha problemi e pensa di avere bisogno dell’esorcista a chi può rivolgersi?
Al suo sacerdote di fiducia, al suo confessore. Deve essere il sacerdote a rendersi conto che ci sono manifestazioni che richiedono uno specialista. Diffido sempre quando mi dicono che li manda un amico o un parente. Questo dice già che c’è un distacco dalla pratica della fede e che manca una guida spirituale.
Ci dà qualche sintomo che può far pensare alla necessità di consultare un esorcista?
A volte può bastare una buona confessione che ha una grande funzione terapeutica, un buon colloquio con un sacerdote, per tranquillizzarsi, un riprendere la strada di Dio. Quando questo non basta si può andare oltre. Non si può essere medici di se stessi. Bisogna andare sempre dal sacerdote e lasciarsi guidare con fiducia.
Molti pensano che l’esorcista appartenga a una razza diversa. Siamo sacerdoti come tutti gli altri, solo abbiamo temporaneamente la facoltà di esercitare un ministero delicato a nome della Chiesa.
Carmine della Vena
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