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Istituto autonomo case popolari (Iacp) di Catania: la commedia continua…
Pubblicato il 22 Maggio 2012
La scandalosa gestione dell’Iacp di Catania. Il rinvio a giudizio del direttore e di altri dipendenti. L’ ipocrisia dei rappresentanti degli inquilini e le corresponsabilità delle autorità regionali
di Iena Immobiliare
Di recente, abbiamo assistito ad un crescendo di dichiarazioni, prontamente riportate dal quotidiano “La Sicilia” e culminate in una conferenza stampa del segretario del sindacato inquilini Sicet Carlo D’Alessandro, riguardo la presunta compravendita degli alloggi recentemente consegnati a Librino in viale Moncada 17, dal Comune di Catania.
Il D’Alessandro “furioso” si è scagliato contro l’amministrazione comunale, colpevole secondo lui, di non attivare i dovuti controlli atti a stroncare l’ illecito mercimonio consistente nella cessione dell’alloggio popolare da parte degli assegnatari, in cambio di alcune migliaia di euro, a soggetti terzi che autodenunciandosi, in seguito, come occupanti abusivi, potranno riuscire ad ottenere la sanatoria, bypassando le regolari graduatorie a danno degli onesti cittadini in attesa da anni di un’abitazione. Concludeva affermando che al più presto verrà organizzata una manifestazione assieme ad altre organizzazioni sindacali per discutere del problema casa a Catania.
Bisogna dire che se quanto affermato corrispondesse al vero, D’Alessandro, anziché fare sterili proclami, avrebbe il dovere di denunciare il tutto alla magistratura, facendo anche i nomi dei presunti venditori e acquirenti. Detto questo, non si può fare a meno di notare come l’integerrimo sindacalista abbia “dimenticato” di menzionare il convitato di pietra di tutta la discussione: lo Iacp di Catania. Forse perché D’Alessandro, benché graziato dalle imputazioni, si è reso corresponsabile, con le sue “segnalazioni”, delle illegittime assegnazioni di case che hanno fatto finire sotto processo, innanzi alla terza sezione penale del tribunale di Catania, l’ex direttore generale Schilirò Rubino, e altri dipendenti dello stesso ente? Forse perché ambisce ancora alla nomina di consigliere, carica che ha ricoperto per parecchi anni, del ricostituendo consiglio di amministrazione dell’Istituto? Rimaniamo nel dubbio.
Ciò che è certo è il caos e la disorganizzazione che regnano sovrani all’Iacp di Catania. Infatti, in questo momento lo Iacp è assolutamente “decapitato” dei suoi vertici: l’imputato direttore generale (benché già scaduto dal 31 ottobre) è “dimissionario” dal 23 dicembre dello scorso anno e il commissario dell’ente, Antonio Leone, è stato riconfermato nella carica per altri sessanta giorni, ma “solo” nella qualità di commissario ad acta, cioè privo di qualsiasi potere decisionale.
L’assessore regionale alle infrastrutture, Pietro Carmelo Russo, immemore sia della relazione di tre ispettori regionali del marzo 2009, sia del fatto che lo scorso dicembre avesse pubblicamente attaccato il commissario Leone per il suo atteggiamento dilatorio e persino omissivo nel rimuovere dalla carica il direttore generale rinviato a giudizio per gravi reati, denunciando la vicenda alla Procura della Repubblica e preannunciando l’inizio della procedura di revoca dell’incarico commissariale, rendendosi protagonista di un clamoroso e alquanto sospetto dietrofront, lo ha riconfermato.
In una recente intervista ha persino minimizzato la polemica dichiarando che la questione era nata perché bisognava fare delle cose (revocare l’incarico al direttore generale) che poi sono state fatte. In ogni caso -ha precisato- la nuova nomina di commissario “ad acta”, prevede compiti assai più ristretti. Insomma ha cercato di trovare scuse alla sua discutibile decisione di prorogare Leone, facendo finta di non sapere che gli imputati rimangono al loro posto e anche se in atto l’Iacp è formalmente senza direttore generale, nei fatti è diretto da chi è accusato di falso, abuso e truffa ai danni dell’ente.
L’incarico di direttore generale di Schilirò non è stato affatto revocato da Leone. Schilirò Rubino nel mese di dicembre si è “dimesso” dalla carica che era già scaduta da ottobre, e, con il consenso dell’ing. Leone, di fatto continua a dirigere. Leone, infatti, per non disturbarlo, omette da mesi di nominare un nuovo direttore. Con buona pace dell’assessore Russo che malgrado cerchi penosamente di arrampicarsi sugli specchi un risultato l’ha ottenuto: la perdita di quel barlume di credibilità che erroneamente gli veniva accreditata.
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