Un’importante sentenza di giustizia sociale è stata emanata pochi giorni addietro dalla Corte di Giustizia Europea, a seguito del ricorso che era stato presentato in Italia da due lavoratori extracomunitari, pervenuto nel suo percorso alla Corte Europea dietro richiesto della Corte Costituzionale.
Diversamente da quello fino ad ora praticato da parte del Soggetto Istituzionale preposto all’erogazione degli assegni familiari (Inps), la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha imposto il giusto riconoscimento economico degli assegni familiari per i lavoratori extracomunitari “titolari di un permesso unico o soggiornanti da lungo periodo” a favore dei congiunti rimasti residenti nei paesi di provenienza dei lavoratori.
In questa maniera viene strutturalmente revisionato un meccanismo “interpretativo” da sempre in auge in Italia a seguito del quale il riconoscimento degli assegni veniva operato solo nei riguardi dei congiunti residenti in Italia. Viene uguagliato il trattamento vigente per i lavoratori cittadini italiani che da sempre hanno diritto all’ammissione agli assegni familiari per i congiunti residenti all’estero.
Con questa sentenza si attua, anche per l’Italia, un principio fondamentale sulla parità di trattamento tra le lavoratrici e i lavoratori.
Bene. Un elemento importante sulle prestazioni sociali ( che ovviamente vale per i lavoratori regolarmente assunti), sul piano del diritto e del trattamento economico, in un contesto nazionale ed europeo ancora caratterizzato da rilevanti discriminazioni e chiusure rivolti al diniego della solidarietà e all’accoglienza dei profughi/migranti.
domenico stimolo.
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