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Jacopo contro Otello: la sfida “rusticana” al capezzale del Pd catanese
Pubblicato il 19 Marzo 2021
di Iena Annibale Barca.
Da una parte Otello, l’ex giovane di sinistra emigrato a Novi Ligure in cerca di un futuro migliore. Dall’altra Jacopo, rampollo sempreverde del villarismo. Quella che si consuma in queste ore al “capezzale” del Pd catanese è l’ennesima puntata, forse l’ultima, di una saga “rusticana” che dura da un decennio e che è il ricordo pallido e amorfo dei bei tempi che furono, una “disfida di Barletta” i cui protagonisti sono Otello Marilli e Jacopo Torrisi, gli ex giovani amici, poi nemici, poi menzi-,menzi, ma sempre contrapposti da una “rivalità” politica sopita dagli anni, che è rispuntata improvvisamente ieri sera con la lettera di Marilli a “La Sicilia”.
Una lettera “cruda”, un ragionamento politico, di cui abbiamo parlato su questa testata, il cui succo è: esiste ancora il Pd a Catania? Una domanda, a dire il vero, che in tanti si fanno. Apriti cielo. Torrisi ribatte nello stile classico dei “villariani” e cioè trascurando il ragionamento e attaccando il ragionatore, ossia Marilli: “A volte ritornano”, esordisce Torrisi. “Amico mio, nemico mio, menzu-menzu…”, continua poi il dirigente Pd, “…faccio fatica a credere che dopo quasi 10 anni di assenza e silenzio , un bel giorno ti sia svegliato ricordandoti del Partito Democratico di Catania in modo tanto accurato; dunque mi chiedo: chi sono queste giovani forze rivoluzionarie che auspichi alla guida della rivolta? A te che sei sempre stato un vero intellettuale lo posso dire anche in latino: cui prodest? Forse a qualche tuo vecchio amico di partito ? O compagni di viaggio ancora più antichi? Vedremo, questa è una piccola città e le manovre denigratorie si sgamano sempre”.
Nulla di più che un’operazione denigratoria orchestrata da qualche padre nobile, dunque, quella di Marilli, a dire di Torrisi, un intollerabile atto di “leso villarismo”, come quelli che in questi giorni convulsi hanno praticato altri esponenti o iscritti al Pd sparsi per la provincia, come il componente di segreteria provinciale Mario Murgo da Grammichele o come il militante di Belpasso Nunzio Di Stefano, finito sotto accusa e processato dal “tribunale speciale” interno al partito per aver reiteratamente criticato Villari.
E dunque, a Catania, il Pd esiste? “Esiste un gruppo di giovani (quindi non quelli della nostra età per intenderci) – precisa Torrisi – consiglieri di municipalità e semplici militanti che ogni giorno si muovono nei loro quartieri partendo dalle piccole cose e facendo continue denunce di quello che non funziona”. Questi “giovani”, tre in particolare, Torrisi li cita uno per uno nel suo post: il consigliere di municipalità Mirko Giacone, il “giovane” operatore della Dusty Domenico Florio (uno che, un po’ pomposamente, si “qualifica” come “politico” nei suoi canali social) e il segretario del circolo Pd Catania-Sud Giuseppe Fisichella. Chiamati in causa nel post, i tre “giovani”, “elmetto” in testa e “coltello” tra i denti. accorrono in soccorso di Torrisi: “Sicuramente Otello Marilli è poco attento a ciò che viene fatto in città, ma siamo pronti al dialogo”, commenta Giacone. “A mio modo di vedere – aggiunge Florio – dico solo che “non vede solo chi non vuole vedere… Sarò cinico, ma onestamente non me ne frega nulla di chi parla in questa maniera. Noi andremo avanti a testa alta!”.
Ancora più duro Fisichella: “Ma chi é questo tale Otello, così premuroso ma distante dal nostro territorio? Forse é un nuovo personaggio Shakespeariano ? Oppure é il solito “alto borghese” che vuol indossare la giubba da compagno col sudore altrui?”. Ad onor del vero, c’è da dire che Marilli è sì, distante dal territorio, ma solo perché costretto, come tanti giovani siciliani, a cercare lavoro al nord. Il post di Torrisi, tuttavia, delude le aspettative. Poco più di una ventina di like (tra cui quello di Villari, Raia e Albanella, Florio, Giacone e Fisichella) a fronte di ben 20 persone taggate. Tra queste anche il segretario Filcams Cgil Davide Foti e il segretario Fillea Giovanni Pistorio che però rimuovono il tag pochi minuti dopo la pubblicazione. Taggato anche il segretario della Cgil Giacomo Rota che però non rimuove il tag e anzi “autorizza” il post sulla sua bacheca.
“Ma come fa Torrisi a parlare così di Marilli, uno che ha preso le valigie ed è andato a lavorare lontano dalla sua terra”, si lamenta una ex dirigente del Pd catanese, “Torrisi invece non ha fatto altro, in questi anni, che collezionare incarichi remunerati, a partire da quello di “portaborse” dell’assessore Bruno Caruso durante il governo Crocetta”.
Otello Marilli decide di non rispondere a Torrisi ma lo fa la sorella, Ilaria: “Caro Jacopo – scrive – ci conosciamo da anni e so bene quanto entusiasmo e passione hai messo nel fare politica. Per questo mi stupisce la tua risposta. Un attacco personale a delle riflessioni politiche (quelle di mio fratello) più che giuste riguardo una gestione assurda e fallimentare della città e del partito in città. Bisogna cogliere l’occasione per ripartire e ricostruire, mettendo da parte, se ci sono, rancori personali”.
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