Ultimi scampoli di 2022. Tempo di bilanci, di buoni propositi, di auspici, di auguri… e di interviste ai “big” catanesi. L’ultima, in ordine di tempo, è quella rilasciata al quotidiano on line DayItaliaNews dal numero uno della Cgil catanese, Carmelo De Caudo intitolata “Il mio augurio per il 2023? Una Catania solidale che riparta dagli ultimi”. Una “chiacchierata” a tutto tondo sull’imminente congresso provinciale, che si celebrerà a gennaio in un centro congressi della Scogliera, ma anche sui problemi e le potenzialità della città. “Una bella intervista”, “Carmelo nisciu do bummulu”, “Noi è da anni che diciamo queste cose”, è il tenore dei commenti all’intervista nelle chat del “giro” che conta: sindacalisti di altre sigle, amministratori delegati, politici locali, dirigenti di partito. Con qualche picco di “acidità” da parte di qualche “detrattore”. Dal mondo Cgil e della sinistra, invece, solo parole benevole ed entusiastiche. Ma cosa ha detto De Caudo? Ecco alcuni estratti dell’intervista.
“Segretario, partiamo dall’inizio. Cos’è un congresso della Cgil? Cosa si decide?
E’ il momento in cui si votano e discutono le scelte politiche dei prossimi anni e in cui si rinnovano tutti gli organismi dirigenti, i direttivi, i segretari… E’ un percorso che si ripete ogni quattro anni e che inizia dal “basso”, dai luoghi di lavoro e dal territorio, dalle iscritte e dagli iscritti, e si conclude con il congresso nazionale.
Insomma, un po’ come le elezioni?
La nostra è un’organizzazione di rappresentanza. Le linee strategiche e i gruppi dirigenti vanno sottoposti ad una verifica democratica da parte degli iscritti. In questo congresso si sono confrontati due documenti alternativi, diciamo due visioni, ma a prevalere, in termini di consenso, è stato quello che vede come primo firmatario Maurizio Landini e che anch’io ho sostenuto.
Un bilancio sulla partecipazione degli iscritti a Catania?
Alle assemblee hanno partecipato oltre 20.000 persone. Un risultato straordinario, frutto di un lavoro corale di dirigenti, delegati e categorie. Siamo molto soddisfatti.
E giovani? Se ne incontrano nelle assemblee sindacali?
Ho partecipato e assistito ad assemblee con i rider, con i navigator, con i somministrati, con i precari dei vari settori, anche di quelli tradizionalmente considerati più sicuri, come le banche, che sono permeate anch’esse da tempo da situazioni contrattuali “ibride” e precarie, come è emerso dal dibattito al congresso dei bancari”.
De Caudo affonta anche la questione della deregulation nel mondo degli appalti.
“Una storia antica. Una vera e proprio giungla senza regole…
E’ inaccettabile che due persone che lavorano fianco a fianco, che hanno la stessa mansione, magari nello stesso luogo di lavoro, non abbiano gli stessi diritti e gli stessi salari. Vedi per esempio gli appalti ferroviari, o quelli degli ospedali, dove i lavoratori dell’azienda madre e quelli che lavorano in appalto per la stessa azienda, non godono, di fatto, dello stesso trattamento contrattuale. Il principio deve essere chiaro, a pari lavoro devono corrispondere pari salario e pari diritti.
E quindi? Come si interviene concretamente?
Io credo, e su questo assumerò un impegno preciso al congresso, che sugli appalti dobbiamo mettere in campo a Catania una grande iniziativa, cercando di riprendere il filo della discussione sul contratto unico di settore e sulla contrattazione inclusiva. Purtroppo, con il nuovo codice degli appalti, che frammenta ulteriormente i cicli produttivi e abbassa i filtri anticorruzione, come denunciato dall’Anac e dalle associazioni antimafia, si sta andando nella direzione opposta. E’ un tema che attraversa trasversalmente tutti i settori. Per questo considero la “vertenza appalti” la madre di tutte le battaglie, assieme a quella sulla sicurezza sul lavoro”.
De Caudo si sofferma su un altro tema “caldo”, quello degli investimenti industriali previsti per il 2023.
“Su Catania, sia StMicroelectronics che Enel Green Power stanno facendo investimenti importanti che avranno forti ricadute in termini occupazionali. Una boccata di ossigeno per il nostro territorio e per tanti nostri giovani che altrimenti sarebbero costretti ad andare via dalla propria terra in cerca di lavoro. Si parla complessivamente di circa 2000 nuovi posti di lavoro, tra diretti e indotto. Tutta buona occupazione, legata a produzioni di eccellenza, come quelle basate sul carburo di silicio o sulla energie alternative. Un’industria che guarda al futuro e che colloca la Sicilia in una posizione strategica rispetto al resto dell’Europa”.
Infine, dopo aver parlato di infrastrutture, edilizia, periferie e sanità, De Caudo conclude con un augurio per il 2023.
“Chiudiamo con un augurio per il nuovo anno?
Voglio essere ottimista. Catania ha grandi potenzialità ma dobbiamo sbracciarci tutti e lavorare per una crescita collettiva, solidale e sostenibile del territorio. Non posso nascondere, però, le mie preoccupazioni per le condizioni degli “ultimi”, di chi vive in povertà, soprattutto dopo l’abolizione tout-court del reddito di cittadinanza che avrà un impatto drammatico sul nostro territorio. Catania deve e può crescere ma senza lasciare indietro nessuno. Ecco, questo mi auguro: una città solidale e operosa che riparta dagli ultimi.
Che dire, speriamo, ci associamo all’augurio. Intanto auguri anche a De Caudo da Iene Sicule. A proposito: saremo presenti al congresso provinciale Cgil.
Marco Benanti
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