di Luca Allegra
Alle volte per comprendere certe realtà occorre semplicemente unire i puntini : si individuano così sommovimenti sotto traccia ed andamenti carsici che tratteggiano un quadro d’insieme.
A Catania la destra starebbe cercando di mettere le mani sulla società di calcio: e lo intenderebbe fare utilizzando come testa di ponte un imprenditore di area pontina già coinvolto in precedenti vicende oscure nel calcio di provincia dalle gestioni nebulose di Rieti e Latina alle paventate tentate acquisizioni di Varese e Taranto.
Il soggetto in questione si chiama Benedetto Mancini già candidato alle ultime amministrative romane con il “meravijoso” Michetti anima di Radio Radio e collezionista di gaffe antisemite ed intemerate no vax designato -ovviamente senza fortuna – dalla Meloni per il Campidoglio.
Attorno a questa figura della quale parlano – e molto – le cronache giudiziarie si muoverebbero tanti personaggi dell’area sovranista etnea.
Circola con insistenza la voce che uno degli sponsor di Mancini sarebbe l’avvocato Ferraù front-man della Sigi e balzato agli onori della cronaca per avere occupato la poltrona di presidente del Cda Sigi controllante il Catania nei giorni del suo fallimento.
La collocazione politica dell’avvocato Ferraù è nota: in passato Forza Italia, oggi ritenuto vicino a Fratelli d’Italia
Partito, guarda un po’ le combinazioni, del sindaco Salvo Pogliese – sospeso a seguito della condanna in primo grado per il reato di peculato – ma che sarebbe molto attivo sotto traccia in questa partita, lui che tanti dei suoi consensi elettorali li deve proprio alle curve.
Il primo cittadino di Catania avrebbe interloquito tanto con Mancini quanto con Ferraù: al punto da accreditarsi quale uno degli ispiratori di questa nascente cordatina?
Qualcuno lo riterrebbe.
Pogliese nasce in curva, fu trai fondatori di un gruppo ultrà – gli Indians – una delle cui sciarpe era decorata al centro con una vistosa croce celtica: tutto torna insomma.
Oltre un anno fa quando si credeva che Sigi potesse gestire il Catania con serietà – tanta acqua è passata sotto i ponti da allora – venne invitato a Torre del Grifo il leader della Lega Salvini accompagnato dall’allora assessore Cantarella in versione anfitrione.
Per l’occasione ci fu gloria anche per Gaetano Nicolosi cui fu dedicata una photo- opportunity con il Capitano.
Sarà un caso, direbbe qualche bene informato, che al defunto papà di quest’ultimo due anni addietro fu intitolata una strada cittadina alla zona industriale?
Od invece l’effetto di una contiguità politico- toponomastica?
Insomma i precedenti non mancherebbero.
Si aggiunga la vocazione conservatrice di una città da sempre sensibile alle istanze della destra politica che senza concorrenza – sempreverde Bianco a parte – fa il bello ed il cattivo tempo sotto il vulcano. Quest’area politica non vorrebbe perdere l’occasione di gestire in prima persona il Catania della rinascita: i tifosi votano e nel 2023 in città si eleggerà il nuovo sindaco.
Qualcuno – off topic – ci ha raccontato che potrebbe esserci un munifico finanziatore dietro Mancini e questa compagnia di giro.
Non ne abbiamo conferma.
Il disegno appare però chiaro: un disegno di potere che, siamo certi, non ha nulla di salvifico per la società etnea
Saluti a partitici.
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