“Il 25 novembre è una data simbolica, ma la lotta agli abusi contro le donne è un impegno quotidiano: la galleria vuole contribuire a sensibilizzare le coscienze, soprattutto quelle dei giovani, affinché siano consapevoli e capaci di riconoscere e contrastare qualsiasi forma di prevaricazione”: a dichiararlo è Sabrina Di Gesaro, direttore artistico del “Centro d’arte Raffaello” […]
La “dottrina Davigo” che la Catania (per) Bene non applica all’“Università Bandita”
Pubblicato il 23 Luglio 2019
di iena marco pitrella
Piaceva fin troppo alla Catania (per) bene la “dottrina Davigo”, il magistrato Piercamillo, per cui “non esistono innocenti ma colpevoli non ancora scoperti”.
Giustizialista quando c’era da dispensare la superiorità morale, ma la morale, come spesso succede, doppia, tripla e quadrupla s’è rivelata: con “Università Bandita” silenzio, la Catania (per) Bene è diventata garantista, che è cosa buona e giusta.
Avessero riguardato altri le accuse, chi l’avrebbe sentita… sono “solo” un’ottantina gli indagati: chi per associazione a delinquere, chi per corruzione, chi per turbativa d’asta e chi per abuso d’ufficio.
È indagato il marito della Catalano, Francesco Basile, che Giovanni Gallo, già direttore del dipartimento di matematica e informatica, anch’egli indagato, in un’intercettazione l’ha definito tra le “persone di potere che capiscono solo i rapporti di forza”. È indagato Pignataro, l’ex rettore Giacomo, per citare uno fra i più alti in grado; è indagato persino Enzo Bianco – con Orazio Licandro – che il potere con “fare repubblicano” non ha certo disdegnato.
Eppure silenzio.
In fondo, né docenti (non indagati) e né studenti e né in città s’è fatto un ragionamento, nel rispetto della presunzione di innocenza, su quel che sta accadendo: si dice che “non bisogna generalizzare” e si dice che “l’università è altro” e intanto si pensa all’elezione del prossimo rettore; ad agosto, il 23.
Mentre quel “non esistono innocenti ma colpevoli non ancora scoperti” è, per l’appunto, la “dottrina Davigo” che alla Catania (per) Bene non piace più: era ora.
Del resto, proprio la “dottrina Davigo” se applicata all’indagine “Università Bandita” suonerebbe così: non esistono docenti universitari innocenti ma solo docenti universitari che ancora non hanno sistemato con un concorso il figlio o, in cambio, il figlio del collega che a sua volta è stato sistemato dal padre che fu sistemato da suo padre che poi è il nonno del figlio ancora da sistemare o che è stato appena sistemato… sempre all’università.
Lascia un commento