Pietro Nenni è stato un uomo politico che ha percorso il novecento innervando il suo impegno politico in varie fasi e stagioni, interpretando il ruolo di repubblicano e socialista, frontista e autonomista, repubblicano e socialista, uomo di partito e di stato. Nenni ha percorso il ‘ 900 quasi per intero senza tradire le sue radici ideali, sin dalla guerra di Libia al compromesso storico con una vita avventurosa punteggiata di tragedie personali e sicuramente da errori. Pierpaolo Pasolini lo ritenne una persona di cui potersi fidare, con quel “basco da intellettuale e la faccia casalinga , romagnola” .Mentre Oriana Fallaci, invece, disse che era un giornalista eccellente e un socialista galantuomo. Almeno dal 1922 sino alla fine degli anni 70 , c’è un’impronta indelebile nella storia del socialismo italiano. La sua vita è stata una leggenda italiana poiché provenne da una famiglia molto povera e a cinque anni perse anche il padre.
Visse gli anni dell’infanzia in un orfanatrofio e in lui prevalse un moto di ribellione verso le ingiustizie sociali sin dall’adolescenza. Si gettò quindi nelle battaglie sociali degli inizi del ‘900. Sin da giovane matura la consapevolezza della necessità di uno Stato con forma repubblicana, fu sospinto sempre da una forte ostilità nei confronti della monarchia. Appena raggiunse la maggiore età si mise alla testa di manifestazioni sociali e organizzò scioperi. Venne ripetutamente condannato per i suoi articoli caustici e durissimi e per i suoi numeri comizi di odio contro la monarchia. Nel carcere di Forlì conobbe Benito Mussolini, che in quel momento era un socialista rivoluzionario , entrambi erano stati arrestati per una manifestazione contro la guerra in Libia.
Tra i due nasce un’amicizia profonda che si ruppe quando il fascismo mostrò la faccia squadrista al servizio degli agrari e degli industriali. Infatti si incontreranno per l’ultima volta a Cannes nel gennaio del 1922 e quella notte Nenni accusò il futuro Duce di aver tradito i valori comuni e di essersi venduto alla borghesia. Dopo la Grande Guerra è il primo spartiacque della sua vita, Nenni da repubblicano si avvicinò al Partito socialista. Serrati,capo della corrente massimalista, nonostante le diffidenze per tale provenienza repubbicana, gli aprì le porte del giornale Avanti ! e, soprattutto, del Partito Socialista. Cominciò la lunga traversata nella storia del socialismo italiano e per un destino cinico la prima grande battaglia politica nel partito, Nenni, la condusse in opposizione a Serrati. Infatti quest’ultimo aveva espulso i riformisti di Turati e immaginava una fusione del Psi con il Pci in modo di fare parte dell’Internazionale comunista.
Nenni si oppose strenuamente accusando lo stesso Serrati di volere liquidare in un annessionedei socialisti in seno all’organizzazione comunista. Nenni ebbe ragione e nel XX Congresso del 1923 vinse questa battaglia interna salvando l’autonomia del Psi. ‘ Non si getta una bandiera in un canto’ – scrisse su l’Avanti! chiamando a raccolta tutti coloro che si opponevano alla confluenza nel partito comunista. Siamo all’inizio del 1924 e Nenni conobbe il coraggio eroico e la tenacia solitaria di Matteotti, che si schierò con tutte le sue energie contro Mussolini e la nascente dittatura fascista. In quel drammatico epilogo dell’assassinio di Matteotti, Nenni seppe leggere con chiarezza oltre le ragioni politiche, quell’intreccio affaristico che il deputato socialista stava per denunciare con le connessioni affariste tra petrolio e mazzette dei gerarchi fascisti.
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