La fuoriuscita dell’Udc dal governo regionale suona come una sorta di resa dei conti tutta interna al Terzo Polo siciliano


Pubblicato il 28 Dicembre 2011

di Fabio Cantarella

L’annunciata fuoriuscita dell’Udc dal governo regionale ha tutta l’aria di un regolamento di conti interno al Terzo Polo. La presa di posizione dei centristi di Casini va infatti riletta anche alla luce delle frecciatine lanciate a Raffaele Lombardo dal primo congresso regionale di Fli, tenutosi a Taormina neanche due settimane addietro. In quell’occasione, Carmelo Briguglio, coordinatore regionale del partito fondato da Fini, ebbe a chiarire che la leadership siciliana del Terzo Polo è ancora in discussione e aggiunse: “Lombardo non è il leader naturale del Terzo polo siciliano, il leader lo dobbiamo trovare e da oggi si apre la partita”.

Una presa di posizione, quella di Briguglio, che se in quell’occasione poteva apparire come un fulmine a ciel sereno, adesso, dopo la mossa dell’Udc di uscire dall’esecutivo guidato da Lombardo, manifesta tutto il suo valore: gli altri partiti che fanno riferimento al Terzo Polo (Udc di Casini, Api di Rutelli e Fli di Fini) chiedono maggiore spazio al Mpa e al governatore Raffaele Lombardo. Il nocciolo della questione è chiaro e sbaglia chi pensa il contrario o chi esulta credendo che l’Udc possa rompere seriamente il rapporto col Mpa: vedrete che tornerà in giunta e più forte di prima. Anzi a volerla pensare da iena incrociata con un lupo, qual sono diventato, dico che nulla ci vieta di lasciare aperta la porta ad un altro ragionamento più sottile: strategia tutta interna al Terzo Polo! E così nulla ci impedisce di considerare che magari gli alleati del Terzo Polo abbiano fatto due mosse per mettere Raffaele Lombardo nelle condizioni di dar loro più spazio. In effetti i centristi allo stato vantano uno solo assessore di riferimento, nonostante il numero dei parlamentari regionali.

Ricordiamo che la decisione dell’Udc di uscire dalla giunta regionale è stata adotatta nel corso della riunione alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il coordinatore regionale Giampiero D’Alia, il capogruppo all’Ars Giulia Adamo, i deputati regionali Orazio Ragusa, Salvatore Giuffrida e Giovanni Ardizzone e i segretari provinciali del partito. E la scelta di uscire dall’esecutivo si concretizzerà, ovviamente, con le prossime dimissioni dell’assessore dell’Udc Andrea Piraino che attualmente cura la delega al Lavoro.

In tal senso, bisogna anche rivalutare il commento dello stesso Raffaele Lombardo: “Non c’è proprio un problema di numeri, le posizioni espresse da D’Alia sono molto positive, pone problemi veri. Una presa di posizione che ci stimola perchè ci costringe ad avviare una fase nuova, esigenza avvertita da tanti ma rispetto alla quale forse non si era colta l’importanza e l’urgenza ad andare oltre”. Ma anche quello del coordinatore regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia: “Non è mai stata una questione di poltrone o di assessori. Noi abbiamo apprezzato l’apertura di Lombardo, che ha mostrato certamente disponibilità. Ma le risposte sono state insufficienti. Quindi l’abbandono del governo è stato inevitabile. Ciò non vuol dire che non assicureremo il nostro appoggio a riforme che possano avere effetti positivi per i siciliani”.

Non potevano poi mancare le dichiarazioni di Carmelo Briguglio, proprio lui che al congresso regionale di Fli aveva, dichiamo, aperto le danze: “L’Udc ha ritenuto di concludere la propria collaborazione col governo Lombardo ma lo fa con garbo e soprattutto con un serio e costruttivo invito al presidente della Regione e ai partiti che lo sostengono al fine di aprire un fase politica nuova per la nostra Regione che, sono certo, vedrà il partito di Casini e D’Alia tornare a partecipare a una compagine guidata dallo stesso Lombardo per affrontare le sfide che la crisi pone a tutti noi”. Praticamente sostiene quel che vi abbiamo anticipato noi.

Poi certamente Briguglio esagera, a nostro modo di vedere, quando aggiunge che “Futuro e Libertà, forza politica di innovazione e cambiamento, la quale insieme a Lombardo e ai partiti del Terzo Polo ha prima vinto nelle elezioni regionali del 2008 e poi è stata socio fondatore di questa esperienza di governo, in questo passaggio decisivo sta svolgendo un’azione di dialogo e di coesione tra i partiti del Terzo Polo…”. A Briguglio ricordiamo che Fli neppure esisteva in occasione delle regionali del 2008, chieda pure a Fini.

“Non so quali siano le reali motivazioni che hanno indotto l’Udc a uscire dal governo in Sicilia. L’impressione è che il partito di Casini abbia in mano il pallino del gioco e stia imparando velocemente a ‘dare le carte”‘. Questo invece il pensiero del leader di Grande Sud, Gianfranco Miccichè, che all’Ansa ha commentato la decisione dell’Udc di uscire dal governo in Sicilia.

Infine le dichiarazioni a caldo del coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Castiglione:”Proviamo apprezzamento per la decisione dell’Udc di uscire dalla maggioranza del governo Lombardo. L’Udc siciliana prende atto delle cose che noi ripetiamo da mesi, ovvero, un esecutivo incapace di rispondere alle emergenze finanziarie e sociali della nostra isola”.


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