Ripensando al grande giornalista d’inchiesta e di denuncia che è stato Pippo Fava sovviene naturale un grande rimpianto per un uomo che mostrò coraggio e determinazione nel suo mestiere senza mai smettere di cercare la verità . Mise a repentaglio se stesso per amore della sua terra sin dal primo esordio con i reportage di Processo alla Sicilia impostato sulle indagini delle condizioni sociali e della arretratezza economica e sino a giungere ai Siciliani dove porto alle estreme conseguente lo scontro contro l’ illegalità e la corruzione e al tempo stesso dichiarò la sua ferma lotta al soffocante cappio della prepotenza mafiosa e del malaffare politico.
Hai fatto bene a ricordare nelle testimonianze autorevoli la sua ispirazione ideale socialista ma senza partito e soprattutto senza nessun padrone che potesse imporgli le cose da dire oppure che potesse minimamente ordinarli di nascondere le notizie che avvenivano davanti agli occhi e che il più diffuso giornale locale non pubblicava . Un giornalismo a Catania come in altre parti d’italia che in prevalenza era ossequioso con i potenti e persino deferente con i mafiosi. Oggi che sono passati 35 anni dalla sua uccisione dagli uomini di cosa nostra catanese per moventi che ancora oggi non sono perfettamente comprensibili. Ma forse si è realizzato anche qui quel torbido intreccio tra affarismo imprenditoriale, politica collusa e mafia violenta che ha probabilmente determinato una convergenza su un giornalista colto e brillante che non si fermava davanti a nessun ostacolo.
Allora penso adesso quanto più che mai sia pregnante ed essenziale l’eredità morale, etica e professionale di Pippo nel contesto del ruolo della stampa oggi che non è segnata dal monopolio informativo come 35 anni fa ma che esprime e dispiega , comunque, una ricchezza e una pluralità di voci e giornali on line quale anche le Iene Sicule con note informative irriverenti e dissacranti e così altri notiziari che sono capaci di sviscerare, sprigionare, diffondere quello che il potere tenta di celare o nascondere.
Cosicché il faro accesso da Fava sulla nostra realtà non si è più spento e resta accesa la luce per rendere più chiare e trasparenti le trame dei misfatti e gli interstizi dei fatti. Cresce sempre la necessità di una stampa non asservita ai salotti buoni , che sappia criticare senza offendere la dignità delle persone, che sia un pungolo positivo verso le istituzioni. La lezione di Pippo Fava non morirà mai.
Rosario Sorace.
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