di Fabio Cantarella, iena antimafia
Saranno i procuratori capo di Messina, Guido Lo Forte, e di Catania, Giovanni Salvi, a illustrare stamani nel corso di una conferenza stampa in programma a Messina i dettagli del piano criminale che un mafioso catanese detenuto in un carcere del Nord Italia voleva mettere in atto nei confronti di un magistrato in forza alla Direzione distrettuale antimafia.
Un’operazione importantissima quella condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Messina e dalla Procura della Repubblica di Messina, che ha competenza per i reati ai danni di magistrati in servizio presso la Procura di Catania. Da quanto trapelato sulla stampa il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, un ordine di custodia cautelare in carcere, sarebbe già stato notificato al mafioso che stava escogitando l’attentato. Si tratta di un’indagine assai sofisticata condotta in sinergia con la stessa Procura della Repubblica di Catania coordinata dal dott. Giovanni Salvi, magistrato assai preparato che in brevissimo tempo è già riuscito a dare un cambio di marcia alla Procura di Catania soprattutto affermando la presenza dello Stato in tutti quei luoghi in cui è necessario sviluppare la cultura della legalità, dalle scuole alle cerimonie per la consegna alla società civile sana dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Un’attività strategica, importante quanto l’esercizio dell’azione penale.
Tornando alla vicenda del piano criminale mafioso ai danni del magistrato catanese, ci sentiamo preliminarmente di esprimere tutta la nostra solidarietà all’interessato, e poi di aggiungere che la Procura di Catania è certamente tra le più esposte in fatto di lotta alla criminalità organizzata tanto che in passato si sono verificati episodi analoghi ai danni di altri magitrati. Su tutti ricordiamo le minacce a Sebastiano Ardita, brillante e coraggioso magistrato, per nove anni alla guida del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), recentemente nominato procuratore aggiunto a Messina, autore di un libro, “Ricatto allo Stato”, che ha fornito importanti contributi alle indagini dirette ad affermare la verità sulle stragi mafiose e sulla parallela trattativa tra lo Stato e la mafia.
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