Ho sempre creduto che se alla politica si toglie la meritocrazia, si ottiene uno show di “animali” dallo sguardo basso e dall’appetito alto. Nel passaggio dalle posizioni elettorali a quelle istituzionali spesso si è smarrito il senso del dovere, della dimensione autentica della politica, che è quella della competenza a servizio della collettività. Invece, ci siamo abituati alle pratiche clientelari, del trasformismo, dei collettori di voti e sull’altare di un bieco appetito di potere abbiamo sacrificato le competenze e la meritocrazia. E i danni sono incommensurabili.
É notizia di questi ultimi giorni l’indegno teatrino di corruzione in Puglia, a Torino e persino a Tremestieri Etneo. Vergogna bipartisan, che testimonia come la corsa al potere produca corruzione e mala amministrazione, macigni che schiacciano l’incolpevole collettività. É questo show di “animali affamati” che allontana il cittadino dalla politica, perché venendo a mancare lo scopo ideologico quello che il cittadino cerca nella politica è la “ soluzione” dei problemi.
E se non ci sono le competenze, la soluzione rimane una chimera. Ma non tutto è perduto. Ho saputo che a Sant’Agata li Battiati alcuni gironi fa è stata assegnata la delega alla cultura a Salvatore Massimo Fazio, filosofo, romanziere, saggista, giornalista, psicologo, pedagogista. In buona sostanza, uno che ha competenze, che conosce la materia che gli è stata affidata, che sa la differenza tra un libro e un carciofo. Quindi, il bravo e attento sindaco Marco Rubino ha scelto il principio meritocratico, è andato in direzione opposta, ha preferito il competente al collettore dei voti, la conoscenza al patronato, e in questi periodi di incompetenti elevati ad amministratori, di improvvisazione istituzionalizzata, di professionisti della politica, è una notizia che fa rumore.
Fazio non ha mai fatto politica, non è mai stato candidato, non è un grande elettore e neanche piccolo, è stato sempre lontano dalle logiche confuse e torbide delle segreterie politiche; di contro, Fazio ha scritto libri, ha organizzato eventi culturali, ha studiato, ha fondato uno dei blog letterari più apprezzati in Italia e conosce alla perfezione la materia che gli è stata affidata.
Possiamo parlare, quindi, di un modello Battiati? Credo di sì, soprattutto se prendo come termine di paragone Catania. Perché ultimamente nella mia città la delega alla cultura è stata maltrattata, tenuta distante dalla meritocrazia e dalla competenza e non è un caso se questa città si abbrutisce alla velocità della luce, se si affida alle contingenze e agli espedienti, se non si ricorda di commemorare i cent’anni della nascita di Sciascia o i 50 anni della nascita di Mishima.
Che qualcuno potrà pure considerare piccoli particolari, ma che a me danno l’esatta misura del deserto che l’incompetenza produce.
Gianni Coppola.
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