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La manovra del governo nazionale preoccupa la Cgil di Catania. Il segretario De Caudo: “Il rischio che nel 2025 aumenti la richiesta di cassa integrazione è alto”

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La manovra del Governo nazionale non piace neppure alla Cgil di Catania e la preoccupazione che le sue conseguenze negative peseranno nel 2025 in una città ogni giorno più povera, sono molto forti. Lo ha sottolineato il segretario generale della Camera del Lavoro, Carmelo De Caudo, nel corso dell’assemblea generale tenutasi venerdi nella sede di via Crociferi alla quale ha partecipato anche il segretario generale di Cgil Sicilia, Alfio Mannino. 
De Caudo ha parlato di “una manovra che penalizza lavoro, famiglie, pensionati e che rischia di incidere nell’anno che verrà in direzione contraria alla crescita, sia economica che anagrafica, con preoccupanti ricadute sul welfare ”.
Per De Caudo infatti è necessario almeno ottenere “il recupero della perdita del potere d’acquisto del 16 per cento per salari e pensioni. Questo vale innanzitutto per le catanesi e i catanesi che, in un numero sempre maggiore, devono rinunciare a curarsi e acquistare prodotti di prima necessità perché non hanno i mezzi per farlo, mentre la Sanità pubblica e il sistema assistenziale arretrano progressivamente”.
La preoccupazione che a Catania possano moltiplicarsi le crisi aziendali è forte. “Il rischio che aumenti la richiesta di cassa integrazione è alto. – continua De Caudo-  Guardiamo sempre con speranza alla nostra Zona industriale che eppure ha ancora bisogno di un piano strategico, di una visione di insieme che spetta disegnare al governo locale e che ancora non arriva. La crisi dell’automotive determinerà impatti anche sul nostro territorio, dobbiamo sciogliere nodi importanti per il futuro della Pfizer, servono miglioramenti strutturali nell’area industriale per renderla attrattiva a nuovi investimenti, serve mantenere l’ esistente e guardare ad un futuro possibile. Ma se una manovra ignora la crescita anemica del Pil, se aumentano i tagli lineari alla spesa pubblica, anche gli  investimenti peggioreranno. E i livelli occupazionali, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, ne risentiranno”.
Il pensiero è poi rivolto ai più giovani. Tra i catanesi chi può permetterselo preferisce studiare fuori Sicilia per poi cercare un territorio più promettente per l’occupazione. Chi resta, a parte alcune eccezioni, si accontenta di un precariato che peserà nella loro vita già ora ma soprattutto tra pochi anni. “Con questa manovra – aggiunge il segretario  De Caudo- non ci sarà alcuna risposta neppure sul piano previdenziale e questo colpisce le nuove generazioni che soffrono una precarietà che da lavorativa sempre più spesso si trasforma in esistenziale, continueranno a lasciare Catania e forse anche il nostro Paese per cercare opportunità di realizzazione all’estero. Le storie contro corrente di successo nella nostra città che ascoltiamo con piacere ci danno speranza ma la sensazione è che siano sempre più eccezionali, o legate a bellissimi talenti o alla possibilità di scommettersi economicamente che non appartiene e a tutti”.
De Caudo ha infine annunciato un 2025 fortemente impegnato sul fronte della campagna per il “sì” al referendum 2025 contro l’autonomia differenziata: “Così come accade oramai da molti mesi non ci risparmieremo affinché gli italiani si rechino alla urne consapevoli che questo turno di democrazia non può essere saltato,  proprio perché ne va del nostro futuro. I catanesi hanno firmato entusiasti, e senza guardare alle appartenenze. Hanno capito che questa legge li impoverisce ulteriormente sul fronte della salute e dell’istruzione”.

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Iene Sicule

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