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La mattanza delle marmitte
Pubblicato il 22 Aprile 2021
L’ultima che dovevo sentire è quella del furto delle marmitte.
Esci da casa, vai a fare un giro in centro, posteggi l’auto, paghi la sosta e al ritorno la macchina fa uno strano rumore: ti hanno fregato la marmitta!
Accade ormai da tempo in questa città e non è una goliardata o un singolo accadimento, al contrario succede spesso ed è una cosa seria. Infatti le auto colpite dalla sottrazione spesso non sono recenti e appartengono a quella categoria di utilitarie medio piccole per le quali l’asportazione è abbastanza semplice, allenti un dado, tagli un gommino sfili il tutto e il gioco è fatto.
Ma perché rubare una marmitta? Quanto possono ricavare? Sono macchine datate, che valore può avere un pezzo di ricambio usato in uno stato di salute precario? Diversamente da quello che può sembrare, vale parecchio perché nel furto viene asportato anche il catalizzatore che rappresenta il vero motivo per il quale il ladro rischia; infatti è quello l’obiettivo succulento perché al suo interno sono presenti metalli nobili e di alto valore che una volta estratti vengono pagati a ben altro prezzo del semplice metallo.
Quindi appare evidente che c’è dietro una organizzazione di delinquenti che, non solo hanno identificato un nuovo business, ma (come già avvenuto con i furti di rame), comprendono altri delinquenti/imprenditori compiacenti che al momento opportuno verosimilmente occultano tutto sotto cumuli di rottami ed alla prima occasione fanno partire i pallets con il prezioso bottino che, lo ricordo, vale più del vecchio rame.
Gli effetti nefasti di questo nuovo obiettivo delinquenziale sono davvero devastanti, perché se al malcapitato proprietario del mezzo la sostituzione del terminale della marmitta può venire a costare un centinaio di euro (montaggio compreso), invece, il costo per l’acquisto e montaggio di un nuovo catalizzatore si aggira tra i 250 e i 700 euro circa.
Inoltre nel caso in cui sia per l’età della macchina che per le disponibilità finanziarie il poveretto decida di non rimontarlo, oltre a inquinare l’ambiente e ad un funzionamento irregolare del motore, si commette un vero e proprio reato di evasione fiscale, in quanto l’auto non rispetta più gli standard europei. Inoltre, la vettura non passerà la revisione obbligatoria con il rischio in caso di controllo a campione di avere il mezzo sequestrato.
E parliamo dello stesso mezzo che prima del furto serviva per andare a lavorare, a prendere i bambini a scuola, a fare la spesa e accompagnare la suocera dal dentista, etc., quel mezzo che ogni due anni, per stare tranquilli ed essere in regola, con 60 euro circa era in ordine con tanto di bollino blu.
Bene, questa è l’ennesima volta che porto in evidenza aspetti della pessima condizione in cui versa la nostra città, Catania, dove la delinquenza, l’illegalità, la prevaricazione e il grande sonno di alcune istituzioni consentono a furbi e malviventi di spopolare e farla franca a spese della moltitudine di cittadini onesti. Non si può continuare così per sempre, molti di noi andranno via, si trasferiranno altrove dove la gente si comporta in modo civile, fa la raccolta differenziata, cura le strade e i luoghi adiacenti alle loro abitazioni senza che nessuno glielo chieda, aiuta gli altri senza nulla a pretendere e per esempio, occasionalmente, va allo stadio per vedere le partire del Catania diversamente di qualche governante che invece che occasionalmente, sembra faccia esclusivamente questo (null’altro che andare allo stadio per vedere le partite).
C’è tanto, tantissimo altro ancora da fare e tanti non vogliono mollare, anzi vogliono essere parte attiva nell’affermazione del diritto a vivere dignitosamente e nella legalità.
Il sindaco prenda nota e dedichi più tempo alle ferite aperte della città, alle piaghe mai curate (n.b.: da tutte le amministrazioni precedenti) e faccia sentire forte la sua voce dove previsto, nel doveroso rispetto dell’autorevolezza del suo ruolo, perché così continuando credo che anche per lui nel breve potrebbero esser arrivati gli effetti nefasti della mancanza della “marmitta”, in quel caso infatti, rimane solo la residua forza di inerzia di un “motore” che non funziona più proprio perché gli hanno rubato la marmitta.
Giuseppe Idonea.
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