La Polizia aggredisce l’ Avv Arnone a Licata per la festa della liberazione 25 Aprile 2016

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ecco il comunicato dell’avvocato Arnone:

“ARNONE CARICATO DALLA POLIZIA A LICATA CON METODI FASCISTI, PERCOSSO, MALMENATO ASSIEME ALLA SUA COLLABORATRICE VANIA PALILLO PER AVERE ESPOSTO UNO STRISCIONE ALLAMNEIFESTAZIONE DEL 25 APRILE, IN PRESENZA DEL PREFETTOM E DELLE ALTRE AUTORITA’, OVE SI RICORDAVANO AL PRESIDENTE MATTARELLA LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE COMPROVANTI STRETTI RAPPORTI TRA IL SINDACO DI AGRIGENTO, UOMO DEL MINISTRO ALFANO, LILLO FIRETTO, E IL CAPO DI COSA NOSTRA, ATTUALMENTE IN CARCERE, DOMENICO SEDDIO.

Per la prima volta nella storia, dal 1945 in poi, in settant’anni non si è tenuta ad Agrigento la manifestazione del 25 aprile, spostata nel Comune di Licata per evitare che Giuseppe Arnone, come avvenuto lo scorso anno, esponesse uno striscione di richiamo alle istituzioni al rispetto ed alla legalità.

Mentre lo scorso anno 2015 ad Agrigento tutto si è svolto serenamente quest’anno a Licata, come documentato integralmente dal video che verrà consegnato personalmente al Procuratore Generale Scarpinato, vi è stata una clamorosa aggressione delle forze di polizia, con metodi semplicemente fascisti, per impedire che Arnone di esporre lo striscione la cui immagine si allega alla presente nota.

Prima, con varie scuse, è stato chiesto ad Arnone di defilarsi rispetto alla zona centrale della manifestazione e quando immediatamente l’Avvocato ha obbedito, portandosi con lo striscione a distanza, l’aggressione e le provocazioni, si ripete, tutte videofilmate e audio registrate, sono continuate sino agli spintoni, alle percosse, agli strattonamenti ed alla materiale sottrazione dello striscione.

E’ stato pure tentato l’arresto dell’Avvocato Arnone, formalmente richiesto dal capo dell’ordine pubblico, richiesta ridicolmente ritirata quando Arnone ha ricordato innanzi alla videocamera, registrando il tutto, i due soli casi in cui il codice consente il fermo di una persona senza il provvedimento del magistrato.

Nell’ambito delle odierne attività di stampo fascista vi è stato pure il tentativo di fermare l’operatore televisivo che aveva avuto il torto solo ed esclusivo di video riprendere integralmente le scene per metterle a disposizione dell’opinione pubblica e dell’autorità giudiziaria.

L’operatore televisivo è stato pure minacciato di arresto perché si pretendeva di censurare le videoriprese per occultare le prove degli illeciti e dell’aggressione.

Si rimarca ancora una volta che tutto ciò è avvenuto per impedire che venisse mostrato lo striscione ove si ricordava al Presidente della Repubblica, al Prefetto di Agrigento ed alle Istituzioni che esistono sia le intercettazioni telefoniche che comprovano gli stretti rapporti e gli incontri tra il sindaco Firetto e i mafiosi, sia le testimonianze delle’ex sindaco di Porto Empedocle Paolo Ferrara – da anni sotto scorta – che pure ricostruiscono consolidati rapporti tra gli uomini delle cosche mafiose di Porto Empedocle e l’On. Lillo Firetto, definito nello striscione pupillo di Alfano.

Già nelle prossime ore l’odierno filmato sarà visibile su youtube ed Arnone, entro le 14,00 di oggi invierà la denuncia dei reati subiti al procuratore generale Scarpinato.”

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Redazione Iene Siciliane

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