“I Siciliani” di ogni età, vecchi e giovani che siano, vogliono la confisca per metter mano su quel che di Catania è stato Il Quotidiano. Del resto, la questione, quella di Mario Ciancio, pare essere solo una per certi giornalisti e un po’ per la Procura: la linea editoriale.
Del chi, come, dove, quando e perché… il centro commerciale. Del chi, come, dove, quando e perché… l’intercettazione. Del chi, come, dove, quando e perché… le società. Del chi, come, dove, quando e perché… la speculazione. Del chi, come, dove, quando e perché… la variante.
Insomma, del chi, come, dove, quando e perché… dell’intera vicenda giudiziaria, dei 150milioni, è il totale sequestrato, a nessuno sembra davvero interessare. Ciò che interesse è, appunto, metter mano al giornale così da dettare la linea editoriale, a confisca che avverrà.
Di Claudio Fava è la proposta di affidare “La Sicilia” a quelli che… “in questi anni – così ha detto – hanno raccontato verità sulle collusioni e protezioni del potere mafioso”. Eppure, chi li ha visti proprio “in questi anni” entrar nel merito di un dibattimento e quindi di un processo. In fondo, se la mafia è antologia, l’antimafia, diversa da quella “dei pennacchi”, dei Crocetta e dei Montante, ha la sua strategia: “su Mario Ciancio si sapeva tutto o quasi”, è il J’accuse sempre di Fava.
E, dunque, via i giornalisti de “La Sicilia”, brutti, sporchi e “autocensurati”.
Via Luca Ciliberti, via Barresi, il Mario maestro di stile e dentro Iannitti, Matteo a far figura da “babbeo”. Va da sé che i maccheroni riempiono la panza e un posto, magari da redattore, è meglio del reddito di cittadinanza.
Via Orazio Provini e dentro Antonio Roccuzzo e dentro Michele Gambino.
Via Antonello Piraneo, dentro Riccardo Orioles che non solo ha avuto il coraggio di definire “infantili” le reazioni dei giornalisti ma con piglio imprenditoriale ha pure detto “li staremo ad ascoltare per salvare il giornale”. E meno male che Orioles è quello che coi benefici della legge Bacchelli hanno mandato in pensione.
Fosse il nuovo che avanza, ma quello che sembra è l’avanzar di un nuovo monopolio.
Ecco “La Sicilia” a “I Siciliani”. L’operazione che ha un fine: far, appunto, de “La Sicilia” “Il Fatto Quotidiano”, nostrano.
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