L’amore a domicilio: Miriam Leone dura e diabolica (non troppo) nella commedia di Corapi


Pubblicato il 09 Giugno 2020

di Gian Maria Tesei.

A rivelarla per la sua bellezza fu il titolo di Miss Italia del 2008( sessantanovesima edizione del premio alla venustà italica), mentre i suoi tanti ed evidenti talenti si sono disvelati negli anni sia nella conduzione che nell’arte recitativa tanto da renderla un volto riconosciuto anche a livello internazionale, grazie anche alla capacità di accompagnare un viso dalle fattezze delicate a ruoli con caratteristiche più ombrose, anche da dura, come nel film che dal 10/06 la vede protagonista su Prime video.

Stiamo scrivendo dell’incantevole Miriam Leone, che è la protagonista di “L’Amore a domicilio”, pellicola del regista Emiliano Corapi che sigla regia, sceneggiatura e soggetto di questa produzione cinematografica.

Il director romano, che ha ricevuto nel 2002 la candidatura ai David di Donatello nella categoria “miglior cortometraggio” per “La storia chiusa”, è tornato alla regia  dopo il riscontro significativo, anche della critica, avuto per la sua opera prima, del 2011, “Sulla strada di casa”” ( il thriller con Daniele Liotti, Vinicio Marchioni, Donatella Finocchiaro, Claudia Pandolfi e Fabrizio Rongione), a cui sono seguiti  prodotti cinematografici in cui ha realizzato solo la sceneggiatura, ossia due cortometraggi, “La gamba”  ( 2016) e “La gita”(2018), e “Taranta on the road” ( 2017) di Salvatore Allocca.

Ad affiancare l’attrice catanese in questa pellicola è Simone Liberati ( miglior attore rivelazione dell’anno ai Nastri d’argento 2017 ed al Bif&st 2018 per la perfomance offerta nel suo primo film da protagonista , ossia l’opera prima di Roberto De Paolis,“Cuori cupi”) con un cast che si compone anche di altri interessanti elementi quali Fabrizio Rongione, Anna Ferruzzo, Antonio Milo, Valeria Perri, Eleonora Russo, Luciano Scarpa e Renato Marchetti, chiamati a sviluppare una trama particolare in cui Miriam Leone (che ama i ruoli complessi e non necessariamente rasserenanti, ricercando anche i lati più oscuri dei personaggi e di sé stessa)  indossa i panni di una bad girl.

Ruolo che l’ex-modella, con le differenti peculiarità dei copioni, ha avuto modo di esaminare, sondare ed approfondire in “1992”, la serie televisiva nella quale ha interpretato Veronica Castello, personaggio che le ha fatto piacere personificare perché lontano dalla vera sé stessa. Un po’ come Anna, ruolo che ha fatto suo nella commedia di Corapi, adottando il vernacolo catanese, potendo quindi approfittare per rinverdire i ricordi della sua adolescenza nel catanese e del periodo universitario, prima del trionfo a Miss Italia.

E potendo esperire, quasi profeticamente la condizione di confinamento del Lock-down dovuto al Covid 19, provata da tutti noi, in quanto Anna, la figura in cui si cala perfettamente in questa pellicola, è un’ammaliante ragazza costretta agli arresti domiciliari (con unica co-inquilina la madre) per avere partecipato ad una rapina, con la possibilità di uscire limitata all’andare a sostenere gli esami all’università. Per strada avviene l’incontro con Renato ( Liberati , noto anche per “La profezia dell’armadillo” del 2018), un venditore di polizze assicurative un po’ rabbuiato e tristo, che condivide la sua abitazione ed il suo stato psicologico con il padre e che, per carattere, è portato a misurare ogni cosa e pre-organizzarla fin al dettaglio, come fa nel suo lavoro, e che invece si troverà a rimodellare questo suo atteggiamento in virtù delle trame macchinate e tessute da Anna e dalla mamma, sicuramente più predisposte ad atti che non prevedono, diremmo, un “totale” rispetto della legge.

Renato, sedotto da Anna, si trova dibattuto dal fatto che , da un lato, teme di perdere la sua bella e dall’altro si rende conto che essendo Anna chiusa nelle mura domestiche non può essere attrice o preda di corteggiamenti o dell’interesse di altri uomini, finendo per abbandonarsi all’accettare la seconda valutazione  che lo conduce ad arrendersi ad un amore assoluto per il quale smarrirà il limite di sé, accondiscendendo ad ogni volontà di Anna, anche quelle che gli faranno percorrere le strade del crimine.

Il personaggio di Anna vivrà comunque una sua evoluzione poiché riuscirà a comprendere la sé stessa più profonda attraverso lo studio della letteratura. E la letteratura ha anche accompagnato la crescita personale ed i primi approcci al percorso recitativo proprio di chi la interpreta, ossia la Leone, che ha affermato come le qualità possano emergere appieno solo tramite un percorso fatto di studio, ovviamente supportato da un adeguato talento. Come nel caso di Miriam ( che interpreterà Eva Kant nel film “Diabolik” dei Manetti Bross, con Luca Marinelli e Valerio Mastandrea) attrice dalle grandi doti, possibilità e capacità.

 

 


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