di iena marco pitrella
Verso di trovare una soluzione sulla vicenda dell’StMicroelettroncs non se ne vede e non se ne sente: la politica è assente. Se l’è chiesto Andrea Sessa, firma di “CataniaToday”, in un articolo di qualche giorno fa proprio sulla situazione StM: “possibile che a fronte della sicurezza di centinaia di lavoratori nessuno intervenga o prenda posizione?”.
C’è stato un primo lavoratore contagiato e c’è stato un secondo lavoratore contagiato e c’è stato un terzo lavoratore contagiato, senza contare quelli in quarantena: giorno dopo giorno dopo giorno, all’StM, azienda che conta 4.500 dipendenti, sempre la stessa è la situazione: dei 4.500 dipendenti, il 60% dei lavoratori vanno in azienda, il resto è in smart working.
Conciliare produzione e organizzazione del lavoro (in sicurezza), in questo verso e in questo senso dovrebbe intervenire la politica piuttosto che lasciare tutto al sindacato; e lasciare tutto al sindacato non è cosa buona e non è cosa giusta.
La UILM, fra l’altro, ha deciso di prolungare lo sciopero fino al 3 di maggio.
Ora, il punto è uno: secondo il decreto emanato dalla presidenza del consiglio, sono le aziende che hanno una produzione “a ciclo continuo” a non doversi fermare. L’StM, domanda che va domandata, è azienda a “ciclo continuo” o non è “a ciclo continuo”? all’StM “l’impianto attivo tutto l’anno impiega circa 60 lavoratori – sono le parole di un lavoratore sempre su “CataniaToday” – mentre il resto ha stop dell’azienda ha degli stop nei giorni festivi e lavora su 21 turni”.
Dunque l’StM non sarebbe a ciclo continuo: la questione è, quindi, quella dell’organizzazione del lavoro (in sicurezza) e non è certo quella di fermare la produzione.
Da “zona franca” a zona rossa è un attimo: che l’assembramento, o nei bagni, ora nell’ascensore, ora nella mensa, sia costante manco a dirlo.
Verso di trovare una soluzione non se ne vede e non se ne sente, dicevamo: la politica è assente.
Muto Musumeci, il colonNello.
Muta per un verso la destra che pensa all’ordine e alla disciplina.
Muta per un verso la sinistra che pensa a Lgbt e migranti.
Ma sono lavoratori e non rimane che un verso, quello de “I vitelloni”: prrrrrrrrrrrr!
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