Lavoro e “democrazia all’americana”: il caso Sigonella. Perchè la Cgil è fuori? Forse perchè “comunista”?

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Conferenza stampa stamane alla Camera del Lavoro di Catania: sollevata, per l’ennesima volta, la questione della discriminazione -cretina come chi la tiene in vigore- per i lavoratori alle dirette dipendenze del governo americano (anche nella versione “progressista all’amatriciana” di Obama). Che forse -per pacchiottaggine?- continua a pensare che la Cgil sia un sindacato “rosso”. Un “caso umano” allora, come il famoso protagonista del film…

a cura di iena sindacale

Gli ottocento lavoratori di Sigonella, così come tutti i cinquemila lavoratori italiani presso le basi Usa, non possono liberamente scegliere la loro organizzazione sindacale cosí come garantito dalla nostra Costituzione. In verità la grande esclusa é proprio la Cgil, visto che il contratto vigente firmato dai rappresentanti del governo americano all’art.2 comma 1 testualmente recita: i comandi intrattengono rapporti sindacali solo con Fisascat – CISL e Uiltucs- Uil.

I lavoratori di Sigonella, però, non ci stanno.La battaglia é di antica data (la situazione permane da mezzo secolo) ma mai come adesso trova i suoi sostenitori così determinati: oggi, da Catania, i lavoratori italiani di una base Usa sono pronti ad avviare una campagna nazionale per denunciare una situazione anomala che viola il dettato costituzionale. Le firme presso le altre basi sono in via di raccolta affinché questo stato di cose cessi, e stamattina non a caso negli storici locali della Camera del lavoro di via Crociferi, la questione é stata ufficialmente lanciata all’opinione pubblica nel corso di un incontro con la stampa. Presenti una delegazione di lavoratori, il segretario generale della CGIL di Catania, Angelo Villari, i segretari confederali Giacomo Rota e Giovanni Pistorio, il segretario provinciale della Filcams Salvo Leonardi.

“L’ iniziativa é partita dai lavoratori e rispecchia uno stato di cose gravissimo ed inaccettabile, poiché priva della libera scelta associativa e pone in essere un pesantissimo vulnus ai diritti civili e politici di un gruppo di cittadini italiani, che anche ai sensi della civilissima e democratica Costituzione americana godono di totale libertà di espressione ed associazione. – sottolinea Giacomo Rota – E’ noto a tutti che nella base aeronavale di Sigonella operano più contractors, cioé dipendenti dell’indotto che in molti casi gestiscono situazioni delicate e che godono della più completa libertà di scelta sindacale; fatto questo che mai ha prodotto problemi alle autorità militari Usa ed alla normale vita della base”.

Eppure, nessuna organizzazione sindacale italiana presenta nel proprio statuto norme contro l’alleanza atlantica o che professino inimicizia fra Italia ed Usa, e che da sempre il mondo sindacale italiano ha guardato senza alcuna ostilità al popolo americano.”Sia chiaro: noi difendiamo la libertá di scelta e chiediamo che siano ammessi tutti i sindacati, non solo la Cgil. Chiediamo dunque che i comandi militari Usa in Italia consentano la libertà della scelta sindacale individuale, garantendo il libero accesso dei lavoratori alle organizzazioni sindacali, -sottolinea con forza Angelo Villari- e, chiediamo inoltre, a tutti i firmatari del contratto di lavoro in oggetto di modificare l’illegale art. 2 comma 1. Chiediamo alla Cgil nazionale di avanzare formale richiesta di sedere al tavolo per il rinnovo del Ccnl attualmente in corso, e giriamo il caso al prefetto di Catania, al governo regionale e nazionale”.

Villari aggiunge un invito anche a Cisl e Uil: “Chiediamo anche a loro di sostenerci in questa battaglia, proprio perché non sono nostri “nemici”. I muri sono caduti da un pezzo, davvero non comprendiamo perché non ci si possa iscrivere al sindacato che si vuole e non si possano votare i propri Rsu”.

Rosario Pellegrino, lavoratore di Sigonella intervenuto alla conferenza di stamattina, non ha dubbi: “Siamo stati dimenticati. Quello di cui discutiamo é una vera e propria anomalia democratica”.

 

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Redazione Iene Siciliane

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